Si parla tanto di passione amorosa. Meno dell’amicizia.
Le difficoltà nel coltivare le amicizie fanno meno notizia dei drammi sentimentali.
E sembra quasi che l’amicizia sia meno importante dell’amore.
E se è vero che i drammi di coppia fanno stragi mentali e fisiche è un peccato non accorgersi che gran parte del nostro benessere dipende dall’amicizia.
Si tratta di una forma di amore meno dirompente di quello sessuale ma non meno fondamentale.
L’amore per gli amici, uno per uno ma anche in gruppo: il senso di appartenenza a una comunità che ti sostiene, ti protegge, si prende cura di te e che ti induce a qualunque sforzo solidale, non per costrizione morale ma perché tu ami quella persona, è parte della tua vita.
Quando un amore sensuale finisce fa un gran rumore, quando si rompe un’amicizia meno. Esistono consulenti matrimoniali, non consulenti amicali.
E se per recuperare un amore una persona è disposta a compiere azioni mirabolanti meno si è disposti a impegnarsi per salvare un’amicizia.
Abbiamo dati statistici sui divorzi, nessuna informazione sul numero di amicizie che ogni anno finiscono. E quanti una volta trovato l’amore lasciano perdere gli amici? Come se avere amici non fosse essenziale per far fiorire la propria vita e quindi anche per far durare un amore…
E qui vorrei scrivere a proposito dei motivi che minano le amicizie, proprio perché se ne parla troppo poco.
La causa prima delle rotture è il tradimento della fiducia e del rispetto che sono i fondamenti dell’amicizia.
In amore tenere il punteggio come fosse una partita di calcio è deleterio: quante cose ho fatto io per te, quante tu me. Ugualmente è distruttivo conservare per anni, decenni a volte, la lista dei peccati compiuti dall’amante.
Ma nell’amore passionale c’è il sesso che a volte aiuta a superare la delusione di scoprire che lui non è il perfetto principe azzurro e lei non è l’infinitamente pura principessa. Con gli amici invece è più difficile superare gli scorni.
La nostra cultura è malata di vendetta: occhio per occhio. E se l’amico ti fa uno sgarro difficilmente c’è il perdono.
Ora lo so che a parlare di perdono si rischia di provocare rigetti perché si tratta di un’azione melensa e ti viene subito in mente la noia del catechismo sulla vita di San Francesco. A noi italiani, vendicativi con l’hobby della faida, il porgi l’altra guancia non è mai andato giù. Noi siamo tendenzialmente per la proliferazione moltiplicativa dell’azione deterrente nucleare: “Se mi cacci un dito nell’occhio, ti taglio la testa così impari!!!”
Credo che ti puoi ricordare parecchie storie di amici che si sono persi perché: “Mi ha detto Caio che tu gli hai detto che io sono un maiale putrido!”
Raramente viene in mente che se qualcuno ti racconta che qualcun altro ha detto, chi ti parla non è un amico.
La domanda che mi sono fatto un giorno è stata risolutiva: ma questa persona che mi riferisce queste parole, ben sapendo che mi fanno male, mentre Caio gliele diceva cosa ha fatto? Gli ha strappato il cuore a morsi oppure era lì che gongolava già pregustando il piacere di venirmi a spifferare quanto il mio amico sia traditore e falso e doppiogiochista ben sapendo in che misura ciò mi avrebbe fatto soffrire?
Un altro progresso l’ho compiuto quando ho guardato con sagacia un’altra causa di stragi di amicizie. Tu dici una cosa e l’amico capisce Roma per Toma, lui ti accusa, tu neghi: “Ma non ho detto questo!”
“Sì, l’hai detto benissimo! Non sono sordo!” E via il sangue che scorre!
Qui c’è un grande problema. Le persone raramente si rendono conto che sono intelligenti solo a sprazzi, che comprendono una frase elementare solo a volte, che c’hanno la testa da un’altra parte e dosi troppo alte di paranoia nel sangue.
I veneti dicono che c’abbiamo tutti i 5 minuti di mona ogni giorno.
Hai la convinzione che la tua mente sia eccelsa? E come lo spieghi che a volte cerchi in tasca le chiavi di casa e non le senti nonostante siano proprio nella tua tasca e riesci ad accorgerti che ci sono solo al terzo tentativo? Comprendere che siamo intelligenti a volte e a volte rintronati fa crescere la pietà verso noi stessi e gli altri e diminuisce anche l’ansia da perfezionismo. La pietà verso i propri limiti induce alla comprensione e alla tolleranza verso gli altri. È una cosa importante che ti cambia la vita.
Io ho affrontato la questione in modo salomonico: “Caro amico, forse mi sono espresso male forse tu non hai capito nulla, comunque non ho mai pensato quel che ti è arrivato”.
È un ottimo modo per disinnescare la deflagrazione di un’amicizia.
Bisogna poi considerare anche la strana magia satirica che pervade il concatenarsi della vita.
A volte le apparenze si mettono d’accordo per dimostrarti che chi ritenevi un amico è un cane rognoso. Le prove sono indiscutibili. Cosa fai: pronunci la pena di morte oppure stai a guardare cosa succede nella seconda puntata?
Una volta ho compiuto un’azione pericolosissima: fare affari con un mio amico.
Questioni di strade e ruspe.
E mi vien detto, prove inoppugnabili alla mano, che il mio amico s’è fatto fare lo sconto da un ruspista in natura: lavori per mille euro a casa sua.
Che faccio? Ipotesi uno gli dico: “Brutto bastardo hai fatto la cresta, ti schifo!”
Ipotesi due aspetto il trascorrere degli eventi e mi sorbisco un altro amico che mi tormenta perché sono un coglione che si lascia fregare e fa finta di non vedere perché vuole illudersi che tutti gli vogliono bene.
E vorrei notare che se io fossi andato da lui prima e l’avessi accusato di avermi fregato, la sua giustificazione (Ahh ma io intendevo andare in pari) sarebbe risultata una toppa indecente.
A volte invece capita che un amico ti faccia uno sgarbo pulito, senza dubbi di fraintendimenti, palese e non ci sono scuse.
Allora inizia il difficile perché devi decidere se lo sgarro è di misura imperdonabile e richiede la cancellazione dell’amicizia oppure è qualche cosa che puoi non comprendere ma perdonare. Perdonare veramente, cancellare dalla tua mente. Perché se passi sopra ma trascrivi la colpa sul libro nero delle cose brutte che ti hanno fatto, l’amicizia ne resta comunque compromessa. Quel che vedo in giro ahimé è triste perché domina un modo di fare i conti glaciale. Un culto dell’onore da difendere, delle regole invalicabili, dei principi, brutale.
C’è una gran capacità di cancellare tutte le cose buone che si sono vissute con questa persona, tutte le volte che ti ha dato la mano per ritirarti su, tutte le volte che ti ha ascoltato, compreso, sostenuto, fatto ridere, scacciate le tue ombre nere…
Tutto finito, cancellato, distrutto da qualche momento di ruvidità, dolore, paura.
Solo guardando come si reagisce quando si subisce un torto si può valutare la propria potenza nell’esprimere l’amicizia e difenderla. La propria potenza amicale.
Se non riesci a espugnare col sorriso un momento negativo, se non puoi tollerare un comportamento non consono alle regole che amico sei?
L’amicizia è una pianta miracolosa, vale la pena di lottare con le proprie paure e le proprie tristezza per salvare il soldato Rayan?
L’amicizia non meno dell’amore richiede momenti di eroismo, perché è troppo facile mandare tutto in malora. L’amicizia cresce quando vai oltre la facciata, riesci ancora a sentire il cuore dell’altro, nonostante il torto. Ed è il cuore che guardi, il resto non ti interessa. Per il resto hai pietà come hai pietà per le stronzate che fai anche tu ogni tanto. Se pensi che tu fai tutto giusto e sono gli altri che sbagliano non hai speranze. E via via che gli anni passano sarai sempre più in solitudine.
Se metti al primo posto la tua comunità, il fatto di non essere un individuo a sé ma parte di una rete di relazioni solidali, se vedi la paura dell’altro e la capisci cambi il metro di giudizio… Quest’ultima è una frase che esprime mirabilmente due concetti in un colpo solo. Parlo della tua paura per gli altri e della paura del tuo amico…
Vivere in questo mondo pazzo e ingiusto quanto bellissimo e affascinante è difficile. Vivere senza amici è impossibile, non si vive si sopravvive.
Vivere pensando che hai cancellato l’amico al primo fallo vuol dire pensare che anche i tuoi amici ti cancelleranno al primo fallo. Non stai sereno.
Bisogna difendere gli amici anche quando sbagliano.
L’unica grande ricchezza nella vita è il Bilancio Relazionale: quante persone sono disposte ad alzarsi di notte per venire a tirarti fuori dalla merda, senza che le paghi per farlo?
Sei una persona che quando si pensa si immagina sola oppure ti pare di far parte veramente di una rete di donne e uomini che hanno deciso di combattere per far crescere l’amicizia con la stessa foga che ci mette Obelix nel combattere le legioni romane?
C’è un’amicizia che hai rotto troppo in fretta? Tra i tuoi amici c’è qualcuno che ha litigato in modo eccessivo? Sei capace di portare pace tra gli amici? Hai voglia? È importante?
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