BANCHE & USURA / SOS 
DAL VENETO, STA PER ESPLODERE LA BOMBA NPL

Non solo Zonin & C. tra i predatori dei risparmi in terre venete. Anche altre banche di minori dimensioni si sono distinte nel sistematico saccheggio di chi ha depositato o investito i sacrifici di una vita. E la massa dei crediti deteriorati, quelli che in gergo tecnico vengono definiti NPL, Non Performing Loans, cresce ormai a dismisura.

A lanciare il Sos la Confedercontribuenti del Veneto che dettaglia una situazione regionale ormai ai limiti, sia per i risparmiatori sempre più vessati, che per moltissime imprese, soprattutto di dimensione medio piccola – un tempo la struttura portante – in stato comatoso.

Alfredo Belluco. In apertura una banca del veneto

Alfredo Belluco. In apertura una banca del veneto

Così denuncia Alfredo Belluco, vicepresidente nazionale della sigla e responsabile regionale: “il Veneto sta diventando una polveriera, con un enorme recupero dei crediti deteriorati per lo più contestabili alle banche per effetto di una moltitudine di illeciti civili e penali sia nei contratti sottoscritti che nei conteggi. Circa l’80-85 per cento delle sofferenze Npl-spazzatura, di importo medio basso, non sono certi ed esigibili o lo sono solo in parte o è addirittura il debitore ad essere creditore. Abbiamo esaminato – aggiunge – quasi 4 mila rapporti bancari e la stragrande parte, oltre 3 mila, sono illeciti per tutta una serie di anomalie: commissioni e spese non dovute o non lecitamente pattuite, giochi di valute, truffe, anatocismo, usura ovvero il superamento sistematico del tasso massimo previsto per legge”. Un cocktail davvero esplosivo.

Intanto, il prossimo 9 novembre inizia a Padova un “processo storico”, come già lo definiscono negli ambienti finanziari locali. Sul banco degli imputati tre direttori di filiale e due istituti di credito: la Cassa di Risparmio del Veneto e la Banca di credito cooperativo dei Colli Euganei. Non da poco il capo d’accusa, usura aggravata.

Osserva Belluco: “La banca dei Colli è già stata condannata in sede civile dal tribunale di Padova, con sentenza passata in giudicato, per ‘aver praticato usura’, con un tasso massimo applicato pari a quasi il 59 per cento. I titolari di un’azienda poi fallita di Galzignano Terme si sono costituiti parte civile nel processo penale, insieme all’Adusbef del coraggioso Elio Lannutti e a Confedercontribuenti. La cosa grave – precisa – è che la Camera di Commercio di Padova ha favorito con i propri ‘usi territoriali’ la stessa pratica dell’anatocismo, che spesso sfora nell’usura”.

E fa un accorato appello: “anche come prevenzione del fenomeno dei suicidi, chiediamo a tutte le imprese di esaminare i loro rapporti bancari. Gli Npl, crediti deteriorati, spazzatura a sofferenza, possono e devono essere contestati. Ne va della vita di imprenditori e imprese”.


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