METRO’ / SPESE PER LA SICUREZZA, ANAC FA LUCE A ROMA. BUIO PESTO A NAPOLI

15 settembre. Grave un quindicenne travolto da un treno della Metro B a Roma, stazione di Eur Fermi.

Lo stesso giorno le agenzie battono una notizia: l’Autorità anticorruzione indaga sugli sperperi proprio in tema di sicurezza per i lavori lungo la linea C della metropolitana capitolina. A quanto pare, infatti, proprio un rigonfiamento di tale voce di spesa – senza che peraltro vengano effettuati visibili e concreti investimenti – sarebbe un ‘veicolo’ ad hoc per far lievitare i costi e garantire prebende ai tanti faccendieri che ruotano nel mondo dei lavori pubblici: e la metropolitana di Roma è una delle occasioni più ghiotte.

Denuncia il radicale Riccardo Magi: “è l’ennesima conferma di come la metro C sia diventata una delle più grandi mangiatoie d’Italia”.

Ecco cosa è accaduto. L’ente che appalta i lavori per la linea C – ‘Roma Metropolitane’ – due anni fa invia dei documenti all’Anac. Si parla di una lievitazione dei costi pari ad addirittura il 30 per cento per “sopravvenuti aumenti nelle spese per le opere relative alla sicurezza”. A quanto pare le stime ‘sbagliate’ sarebbero dovute alla suddivisione tecnica in due fasce: ossia costi per la “sicurezza generale” e costi per la “sicurezza specifica”, come se si trattasse di due mondi del tutto separati. “Proprio come succede per le cosiddette sorprese geologiche – spiega un esperto – che rappresentano uno degli escamotage principali per far crescere in maniera esponenziale i costi. Figuriamoci poi a Roma o a Napoli, dove le gallerie per le linee metro devono traversare veri e proprio musei ancora sepolti nei ventri delle due città”.

L’Anac, a sua volta, ha inviato una memoria alla Corte dei Conti, affinchè avviasse delle indagini, relative proprio alle tecniche di calcolo per le spese sulla sicurezza adottate nei lavori dall’ente appaltante, Roma Metropolitane.

Riflettori dunque di nuovo puntati sui maxi costi del metro capitolino. Raffele Cantone, al timone di Anac, ha più volte puntato l’indice sulle ingiustificate revisioni prezzi e varianti continue.

Lo stesso, invece, non è stato mai fatto per il metrò di Napoli, molto più caro – più del doppio, da 150 a circa 350 milioni per chilometro – molto più “variato”, molto più caratterizzato dalle sorprese archeologiche, molto più invasivo sotto il profilo ambientale. Sono recenti alcuni cedimenti e forti rischi in diverse chiese nel cuore antico di Napoli, transennate o chiuse a cittadini e turisti. Senza dimenticare il crollo di un’intera ala dello storico palazzo Guevara, tre anni fa, alla Riviera di Chiaia: il processo a carico di funzionari comunali quanto meno “assonnati” e a dirigenti di imprese private e pubbliche (la crema dei mattonari effettua i lavori su progetti dell’Ansaldo e incarico del concessionario, Metronapoli) è iniziato alcuni mesi fa.

Anac, se ci sei batti un colpo: caso mai in occasione della festa di San Gennaro…

 

Nella foto Raffaele Cantone


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