La “tutela” anti-pedinamento

Era inevitabile. La notizia della Raggi massaia, che fa la spesa scortata da un vigile e da un poliziotto, associata al precedente della Finocchiaro (pd) in uscita shopping a sua volta sotto scorta, ha toccato il nervo scoperto di Orfini (Pd) e Saviano(scritto-giornalista). Il primo difende evidentemenet la memoria della sua compagna di partito, il secondo parla pro domo sua, essendo sotto ampia tutela dei carabinieri. A giustificare la sindaca di Roma si svela che la stessa sarebbe stata pedinata ma non si dice da chi. L’ipotesi più credibile è che a seguirla fossero giornalisti e fotoreporter e rimane la certezza che le guardie dele corpo storicamente non hanno evitato gli attentati. In casa 5Stelle c’è maretta e non solo per i guai della giunta Raggi. La questione della scorta (“tutela” preferisce chiamarla la sindaca ma il fatto non cambia) diventa tragicomico. Grillo “I politici non devono girare con la scorta. Di cosa hanno paura?” La grillina Roebrta Lombardi: “Noi non accettiamo lezioni da chi va a fare la spesa con la scorta (riferimento alla Finocchiaro, ndr)” Saviano sostiene che anche se avesse voluto la Raggi non avrebbe potuto fare la spesa senza la scorta. Ma davvero, Saviano? E il Papa Francesco, che va tra la folla di fedeli in auto scoperta, bersaglio facile per malintenzionati è un folle o un saggio? La Raggi replica con astio alle critiche. Sulla pagina personale di Facebook, rivolta ai giornalisti che la seguono, come accade alla maggior parte dei politici in vista, sbotta in un “mi fate pena”. Intanto riceve una serie di “no grazie” da candidati al ruolo di assessore al bilancio della sua giunta, vacante dopo l’uscita di scena di De Dominicis.

 

 

“Renzi? Da fucilare”

Si chiama Aldo Grandi, nome da annotare sull’agenda dei tipi pericolosi, da evitare, è il direttore della Gazzetta di Lucca, che per fortuna ha diffusione locale, limitata. “Renzi? Un ex boy-scout traditore da mettere al muro e fucilare nella schiena”. Queste le parole scritte da Grandi. Commenta il Pd: “Frase delirante e fascista” e annuncia querela, chiede l’intervento dell’Ordine dei Giornalisti. Enrico Rossi: “È un giornalista fascistissimo, sogna rivincite su Piazzale Loreto” Il direttore della Gazzetta di Lucca prova a fare marcia indietro e definisce la frase una metafora (sic).

 

Limiti, anche per la satira

schermata-2016-09-12-alle-16-40-16Dicono tutti così, non si può imbavagliare la satira, sinonimo di libertà d’espressione, ma tutti aggiungono che c’è anche un limite etico invalicabile da rispettare. E’ il caso del francese Charlie Hebdo, che in una prima vignetta dedicata al terremoto del centro Italia ha raffigurato le vittime del sisma come piatti della tradizione culinaria italiana e in una seconda ha addebitato la colpa del disastro alla mafia. “Macabro, insensato e inconcepibile vilipendio delle vittime”  è la condanna l’avvocato Mario Cicchetti che agisce per conto del Comune di Amatrice. Il diritto di critica non c’entra per nulla. La critica, spiega, anche nelle forme della satira, è un diritto inviolabile sia in Italia che in Francia, ma non tutto può essere satira e in questo caso le due vignette offendono la memoria di tutte le vittime del sisma, le persone che sono sopravvissute e la città di Amatrice”. Ad avviso dello stesso legale le vignette configurano la diffamazione aggravata.

 

Nella foto la vignetta incriminata. In apertura Virginia Raggi.

 

 

 

 


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