TECNICI DELLE CATASTROFI / SCRIVE ORA RIZZO, 30 ANNI FA ROCCO CAPORALE

“I professionisti della ricostruzione”, titola il Corsera del 31 agosto un paginone griffato Sergio Rizzo, il super esperto di sperperi pubblici con Gian Antonio Stella. Rizzo racconta la Fazio story, quella dell’ingegnere di Alvito, fratello del sindaco e del ben più noto ex governatore Bankitalia Antonio. “Suo il progetto delle case popolari prima del terremoto – scrive a proposito dell’ingegner Pasqualino – suoi anche i progetti per gli edifici pubblici, dopo il terremoto: il municipio del fratello e il convento di San Nicola”.

“Sempre gli stessi professionisti del sisma – commenta Rizzo – tanto più nei piccoli centri: quando si tratta di tirar su un muro o una palazzina, ci pensa il geometra autoctono. Figuriamoci poi se il tecnico ha le mani in pasta nell’amministrazione comunale”. Ancora: “quello che un tempo in una comunità rappresentava il farmacista e il notaio, ora è in molti casi il geometra. Meglio se con un incarico politico”. “Poco importa se l’ingegnere o il geometra è magari il responsabile del disastro”.

Sui “professionisti delle catastrofi” ha documentato fatti & misfatti, giorni fa, Mariano Maugeri per il “Sole 24 Ore”. “Il vicesindaco di Amatrice Gianluca Carloni – scrive Maugeri – è un geometra che continua a lavorare nello studio tecnico con il fratello Ivo, un ingegnere che ha costruito mezza Amatrice e negli anni ’90 aveva ristrutturato la caserma dei carabinieri di Accumoli, fortemente danneggiata dal sisma”.

Sarà mai una novità, la lobby dei tecnici locali? Una primizia le progettazioni firmate da geometri che hanno “le mani in pasta” con le amministrazioni comunali?

La copertina di Grazie Sisma. In apertura le macerie di Amatrice

La copertina di Grazie Sisma. In apertura le macerie di Amatrice

A quanto pare no. La storia è vecchia come il cucco. E ha 35 anni. E’ partita, almeno, con il terremoto del 1980 in Irpinia, che fu un vero albero della cuccagna per imprese di partito, politici di riferimento & camorra, con un ampio codazzo di faccendieri e professionisti delle catastrofi, i cosiddetti “occasionisti” come li definiva Francesco Barbagallo, docente di Storia contemporanea (tra i suoi allievi eccellenti, Roberto Saviano) e storico della camorra. Tra i professionisti, in pole position ingegneri, progettisti e tecnici: anche dei piccoli centri, come capitò nel martoriato cratere irpino, dai confini elastici (il numero dei comuni interessati dai progetti, e quindi dai fondi, lievitò sensibilmente).

Nel volume “Grazie, Sisma – Pomicino, Scotti, Gava, De Mita & C. Dieci anni di potere e terremoto”, edito dalla Voce nel 1990 (e che potete scaricare gratuitamente dal nostro sito, cliccando sulla finestra nella barra a destra), vengono raccontate non solo le grosse storie di affari & camorra, con i raso della politica campana che proprio con quella ghiotta “occasione” vedranno crescere le loro fortune politiche a livello nazionale; ma anche le vicende di tanti amministratori e comuni del cratere, “tecnici”, progettisti, geometri che già allora – quindi 35 anni fa – stavano diventando degli oracoli locali, i “farmacisti” e “notai” che ora ricorda Rizzo.

E un grosso studioso dell’epoca, il sociologo italo americano Rocco Caporale, già dava dei numeri molto interessanti, con i quali “Grazie Sisma” apriva proprio un capitolo, intitolato “Compassi d’oro”.

“La ricostruzione è stata una vergogna per una nazione sviluppata come l’Italia. Una cuccagna sulla quale hanno mangiato tutti: politici, tecnici, potentati locali, imprese. Ho stimato che la parte del leone l’hanno fatta i tecnici, che hanno preso dal 25 al 35 per cento del totale. Significa che circa 6 mila tra geometri, architetti e ingegneri hanno incassato qualcosa come 12 mila miliardi, una media di circa due miliardi a testa”. Una somma che, evidentemente, negli anni seguenti è ulteriormente cresciuta. Ma ecco, di seguito, il brano di quel capitolo dedicato ai “Compassi d’oro”.

 

ED ECCO LE PAGINE DI ‘GRAZIE SISMA’

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