Gran colpo della Rai il racconto in esclusiva delle Olimpiadi di Rio: ascolti alle stelle, introiti pubblicitari pure e soprattutto un grande ritorno in termini di credibilità, merito di uno sforzo organizzativo immane e forse della voglia rivincita dei redattori contestati dal neo direttore di Rai Sport Romagnoli. Grandi emozioni, merito specialmente delle discipline cosiddette minori, medaglie entusiasmanti degli azzurri. Tutt’oro quel che luce? Ombre sulla nostra modestia in atletica, sport olimpico di eccellenza, qualcuna sulla immissione nei diversi settori di atleti importati e naturalizzati per aumentare la competitività di pallavolisti e non solo. In margine anche uno scandalo, a cui l’Italia è fortunatamente estranea. Protagonista, nientemeno che Pat Hickey, eccelso membro del Comitato Olimpico Irlandese, 71 anni: è accusato di aver favorito la vendita di biglietti assegnati al suo Paese a prezzi vertiginosamente più alti. Due settimane fa era stato arrestato un altro irlandese, tale Mallon, in procinto di vendere oltre settecento biglietti del suo comitato, al costo di migliaia di euro (fino a ottomila). Scandalo olimpico.
Nella foto Pat Hickey
Scandal
Le cosche non si arrendono all’Italia del diritto che vieta alle processioni religiose dediche spettacolari ai boss con inchini della statua di santi e madonne in prossimità delle loro case. Svanita l’indignazione per i funerali show del capoclan romano Casamonica e per un paio di successivi casi analoghi, sembrava che il rito fosse stato stroncato. Bari smentisce. In occasione della festa per il santo patrono di Valenzano, a un passo dal capoluogo pugliese, anche il lancio di una mongolfiera con la dedica a caratteri cubitali alla famiglia Buscemi da parte della cosca mafiosa omonima. La denuncia è del deputato Pd Gienfra che ha pubblicato le foto della processione e rivolto un’interrogazione al ministro Alfano. Singolare la replica del sindaco. Parla di strumentalizzazione politica. La direzione Antimafia condurrà un’inchiesta sull’accaduto.
Ave! Buscemi
In nome di una sudditanza storica, economica e politica, l’Italia e altri partener europei della Ue ospitano nei territori “americanizzati” l’ impressionante arsenale nucleare di 180 testate B61, settanta in Italia (ad Aviano e Ghedi Torre) ritenute dagli esperti costose, inutili e insicure. Oltre ogni altra considerazione sull’opportunità di convivere con questi ordigni micidiali, si presenta anche la perplessità per il pericolo che i terroristi inseriscano le due località nell’agenda degli obiettivi sensibili da colpire.
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