Razzismo, non solo Usa

I bravi italiani, quelli delle nobili teorie sull’accoglienza di cittadini del mondo, guardano scandalizzati alle tragedie americane. I bravi italiani esprimono solidarietà a iosa per i derelitti che lasciano la loro terra invivibile, devastata da guerre spesso accese dai ricchi per appropriarsi di preziose risorse naturali, oppressa da dittature feroci, incapace di sfamare chi l’abita, repressiva verso chi dissente dalla gestione del potere e da un totale deficit di democrazia. Tutto giusto. L’indignazione per gli afroamericani ammazzati con cinismo dalla polizia americana, esito di palesi retaggi di razzismo ante litteram, del tempo della schiavitù, rivelano una delle facce inguardabili degli Stati Uniti, che l’elezione di Barak Obama sembrava dover lasciare al passato. Il Presidente americano, in Europa per un viaggio diplomatico, ha esecrato con fermezza il gesto estremo di un afroamericano che ha ucciso cinque poliziotti, ma non ha fatto altrettanto nei confronti della polizia che ha a più riprese ha ucciso afroamericani inermi, con brutale ferocia. Né ha sanato il vulnus dello strapotere nelle mani di fabbricanti di armi che impedisce di regolarne l’acquisto. Ma il problema è il mondo che, nella sua accertata imperfezione, si porta dietro e nuovi antichi pregiudizi: il primato dei bianchi su chiunque abbia diversi origini etniche, religioni altre o solo un diverso colore della pelle.

In Europa, in regimi di destra, affermati o in crescita, alligna drammaticamente la malapianta della xenofobia, aggravata dal rifiuto egoistico di accogliere migranti che fuggono da Paesi in guerra, dalla fame, dalle persecuzioni. I bravi italiani hanno illuso il Bel Paese, si sono arbitrariamente accreditati di lodevoli sentimenti, hanno esibito vocazioni all’accoglienza, al rispetto dei propri simili neri, gialli, musulmani, buddisti. Un’illusione, appunto: per ricrederci e riconoscere che anche l’Italia è percorsa da conati di razzismo è sufficiente citare innumerevoli casi di xenofobia, diffusi in tutta l’estensione della nostra penisola. Messi uno di fronte all’atro, gli esempi di generosità nell’accogliere i migranti diventano poca cosa rispetto a gravi episodi di violenza razzista. Minacce a chi li ospita, perfino un albergo incendiato per impedire che ospitasse gli emigranti, minacce ai proprietari di case che li accolgono, lettere anonime: “Via i migranti dall’hotel o li uccido uno a uno” “Sciacalli, vi arricchite con i finti profughi”, “Questi bastardi negri li ammazziamo”. Da Il Fatto Quotidiano: Don Vinicio Albanesi, parroco delle Marche dove è stato ucciso da un fanatico razzista il nigeriano Emmanuel che ha reagito a insulti alla compagna, ha detto “Anche qui nelle Marche c’è un clima preoccupante…Nei mesi scorsi sono stati piazzati ordigni esplosivi davanti a quattro chiese della diocesi di Fermo, tutte parrocchie impegnate in progetti di solidarietà”. I bravi italiani riflettano sulla tesi che non basta essere solidali teorici per sconfiggere il razzismo, sulle intemperanze della Lega, della destra, dei falsi moderati.

Nella foto Emmanuel, il nigeriano ucciso da un violento razzista, con la compagna

 

 

 

 


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