La grande America, che il resto del mondo candida con eccesso di generosità a modello di democrazia avanzata, si porta dentro veleni antichi, residui di barbarie come il ku klux klan, sanguinario esponente del razzismo consumato negli anni bui dello sfruttamento degli schiavi e comunque dell’atavica intolleranza dei bianchi per chi ha pelle nera. L’assurdo di alcuni episodi recenti è la furia omicida di poliziotti neri esercitata uccidendo senza ragione giovani neri. Neri contro neri. Due i tentativi di farcene una ragione. La più immediata è legata alla libera circolazione di armi: pistole, fucili, esplosivi, inducono chiunque ritenga di aver subito una prepotenza, o persone di ogni età con disturbi mentali, a scaricare le armi su vittime innocenti. La seconda motivazione va ricercata nel regime da lavaggio del cervello che subiscono gli uomini in divisa, nell’induzione ad azzerare il rispetto della vita in nome di pericoli, anche presunti della propria. Si può capire l’esasperazione dei neri, dopo ripetuti episodi di innocenti freddati dalla polizia con cinismo e la rabbia non poteva rimanere contenuta in manifestazioni pacifiche dal momento che il sistema non ha prodotto alcunché per prevenire episodi di violenza razzista e non. Poco convincenti sono i provvedimenti a carico degli “sceriffi” dal grilletto facile, e zero per regolamentare la vendita di armi.
Un ultimo caso ha innescato la più pericolosa escalation della violenza: un afroamericano è stato ammazzato brutalmente, testimone atterrita la sua donna che ha filmato la tragica scena del poliziotto mentre uccide il giovane compagno nero, indifeso. Come sempre alla tragedia fanno seguito manifestazioni, pacifiste, contro gli eccidi. Questa volta la protesta si è però armata per mano di cecchini (forse uno) che hanno preso sotto tiro i poliziotti. Ne hanno uccidono cinque e feriti sei. Tre sono i fermi dopo la strage, una è donna. Una quarta persona ritenuta lo sparatore si chiude in un garage e dà luogo a uno scontro a fuoco con la polizia, minaccia di far esplodere bombe, poi si uccide. Gli inquirenti escludono collegamenti con atti terroristici e ritengono che sia la vendetta contro la brutalità della polizia che ha ucciso numerosi afroamericani negli ultimi anni. Obama assume una posizione equidistante tra gli episodi dei neri e dei poliziotti uccisi. Una conferma dell’accaduto si deve a un testimone. Afferma che a sparare sia stato un solo uomo. Il Washington Post suppone che sia il cecchino che poi si è rifugiato in un garage, armato di un fucile automatico AR-15 usato nelle stragi che hanno insanguinato gli Stati Uniti. Tutto è iniziato dopo la manifestazione a favore degli afroamericani : erano le 21 e sul posto stazionavano cento poliziotti. Feriti anche due civili, una, afroamericana, ha salvato la vita del figlio gettandosi su l suo corpo. Un altro episodio è accaduto ad Atlanta dove un uomo da un’auto ha sparato a un poliziotto, ma senza ferirlo. Lo sparatore è stato arrestato, l’identità non è nota. Cos’altro deve avvenire perché vi sia tregua tra neri e poliziotti? Il timore è che la brutale aggressività delle forze dell’ordine si ripeta per vendicare gli agenti uccisi e feriti di Dallas.
Nella foto tensione a Dallas
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