Avremmo (in tanti) voglia di dire ciao a questa Italia pasticciona, di epiche guerre intestine che riducono la politica a risse di cortile, a imbarbarimento che non distingue tra innocenti e colpevoli. Chissà andare a cercare serenità in Islanda, in quell’angolo del nord Europa che ha la caratteristica di non conoscere la notte in maggio, giugno e parte di luglio. Come integrarsi sarebbe il rebus di questo esodo a Reykjavik, capitale più settentrionale del mondo che conta duecentomila abitanti, compreso l’intero agglomerato urbano, cioè i 2/3 dell’intera popolazione islandese, contro le trecentomila anime del solo quartiere napoletano del Vomero.
L’empatia con l’Islanda è scoccata con un aspetto particolare dei campionati europei di calcio e le imprese dei giocatori in blu, accompagnati per l’incontro clou, dopo imprese memorabili, da cinquantamila tifosi, espressione di allegria civilissima, vicini ai loro atleti che nella vita sono operai, impiegati, persone normali che “giocano” a calcio, nel senso letterale del termine e competono alla pari con nazioni che mandano in campo squadre di calciatori plurimilionari. L’esodo sognato confinerebbe nell’angolo irraggiungibile della memoria i guai che affliggono l’Italia: mafie, corruzione, arrivismo spregiudicato, degrado sociale, femminicidi, ruberie (comuni all’intero arco costituzionale). Quale sollievo se l’esodo cancellasse la visione di personaggi che popolano la fauna della politica, come il leghista Salvini, che un giorno sì e l’altro pure attesta lo zero in condotta sparlando da xenofobo, razzista e destrorso. La sua inedita gaffe, dopo lo sputtanamento del falso incontro paritario con il cavernicolo Trump: un gruppo di ragazzi nigeriani sono risultati terzi al concorso per la realizzazione di presepi. In premio, hanno ricevuto dal museo civico di Bormio l’ospitalità dell’Hotel Stella di Bormio. Solito greve populismo di Salvini, che sui social network rilancia un articolo del quotidiano online Il Populista in cui si prendeva di mira un gruppo di “clandestini” colpevoli di essere in “vacanza alle terme” mentre “molti lavoratori faticavano sotto al sole o dentro un capannone”. Le cose stanno così: uno dei ragazzi nigeriani ha pubblicato fotografie della gita premio e ha ringraziato Dio per la più bella giornata trascorsa da quando è in Europa. Salvini, condirettore del “Populista” (così riferisce il Fatto quotidiano): riprende l’articolo in chiave di razzismo e dice che come dimostrano le foto i ragazzi migranti “sguazzavano” nelle acque termali. Turisti alla faccia nostra, commenta il leghista e dichiara ingiusto permettere a questi migranti clandestini di comportarsi come turisti. Risponde “debunking”: quei ragazzi nigeriani non sono clandestini ma emigrati che hanno chiesto l’asilo politico e ottenuto una protezione internazionale di due anni.
La collezione di “incidenti di percorso” di Salvini era già ricca: si rivolse al presidente della Repubblica chiamandolo “complice e venduto”. Mattarella, a Vinitalia, aveva lodato l’export italiano e parlato di superamento delle frontiere, il legista aveva interpretato il pensiero come un messaggio di apertura ai migranti. Per non farci mancare niente: sembra che un sondaggio sugli umori politici degli italiani assegni al rampante e niente più che giovanotto ambizioso Di Maio, del cosiddetto direttorio grillino, maggiori consensi di Renzi. E qui in gioco non c’è quanto Renzi ha fatto o non ha fatto con il suo governo, ma una sorta di follia collettiva di antica matrice. Quella che dette spazio all’Uomo Qualunque, a Napoli a Lauro, eccetera eccetera. Islanda, arrivo.
Nella foto Di Maio gastronomo
Scopri di più da La voce Delle Voci
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.