E’ già problematico accettare il primato degli Stati Uniti, grande Paese ma con un background storico-culturale relativamente recente; comprensibile il terzo posto della Francia, abile nel valorizzare il binomio ambiente-arte; sorprendente l’escalation della Cina, fenomeno mondiale di interesse per un mondo che ha radici profonde nella cultura e s’impone per crescita esponenziale in ogni campo dello scibile umano: quarta nella graduatoria dei luoghi privilegiati dal turismo internazionale. In rapida crescita le mete turistiche di Thailandia, Malaysia e India e allora umilia il quinto posto dell’Italia, specialmente se messo a confronto con l’exploit della Spagna, stabilmente terza nella particolare classifica. Cosa mette in campo la penisola Iberica per sopravanzare il Bel Paese? La qualità ambientale? Ovviamente no, l’Italia ha bellezze ineguagliabili. Il patrimonio storico, artistico, culturale? Imparagonabile, unica al mondo, la quantità e la qualità di tesori che possiamo esibire. Eppure, la Spagna prevede un flusso di turisti di settanta milioni, l’Italia di soli quarantotto. Il lodevole impegno del ministro Franceschini per ottimizzare l’offerta culturale, non solo delle città d’arte, è motivo di ottimismo, ma insufficiente. La qualità dell’accoglienza del nostro Paese è suscettibile di revisioni globali: ricettività, costi, livello dei servizi, promozione. Il sud è potenzialmente una risorsa su cui puntare per trasformarlo in un eden senza rivali in Europa, con un progetto articolato, onnicomprensivo. Ma quando?
Nella foto il Colosseo
Affari di famiglia
Per non perdere il filo conduttore dello scandalo quotidiano, ecco il caso del ristorante che si affaccia sul tempio di Nettuno a Paestum, proprietà del Comune e in affitto alla moglie (in società con il figlio) del sindaco di Capaccio Voza, assegnato senza una gara pubblica al ridicolo prezzo di mille euro al mese contro il valore di mercato di diecimila. Il complesso in cui si svolge l’attività di ristorazione è di tre piani, in parte adibito, grazie a un abuso ad abitazione di Voza, in spregio dell’unica destinazione d’uso dell’edificio autorizzata come ristorante.
Ossessione calcio
Siamo in piena kermesse calcistica, all’ossessione mediatica degli Europei e, detto tra noi che osserviamo con sano distacco il fenomeno delle pedate, il quoziente spettacolare della manifestazione è sembrato finora modesto. Pochi gol (ovvero serviti piatti senza sale), monotonia diffusa di scelte difensiviste a oltranza, deludenti presenze di star del calcio, clima da coprifuoco per il timore di attentati, invasioni incontrollate di teppisti travestiti da tifosi, risse, morti e feriti, clima da guerriglia. Un supplemento di censura è per l’orgia competitiva tra organi di informazione che ha saturato programmi televisivi, interi comparti di quotidiani, sportivi e non, per l’ingente impegno finanziario e di uomini del circo mediatico dedicati all’evento. Ai margini del ragionamento la follia decisionale della Rai che lunedì sera, per concedersi alla libido televisiva di Vespa (speciale elezioni) ha la dirottato la trasmissione della partita in prima serata dal primo al secondo canale con un calo di venti punti degli indici d’ascolto. Chi paga per questo danno aziendale?
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