Nel ribollente marasma del dopo voto per le comunali si propone una seduta psicanalitica per il leghista Salvini che nel plateale intento di danneggiare il Pd dichiara testualmente “A Roma e Torino consiglierei di votare 5Stelle”. L’analista, scava nel ridotto intimo del paziente, e nell’intento di guarire lo stato di alterazione rileva l’antitesi insita nell’affermazione citata: può succedere infatti che alcuni tra i leghisti che notoriamente non brillano per acume, in generale e nello specifico della politica, seguano l’indicazione di voto al ballottaggio, ma per la maggioranza dei seguaci l’idea di favorire il “nemico” di aspre battaglie ideologiche potrebbe letteralmente nauseare. La diagnosi: Che Salvini faccia il classico passo del gambero e dica ai suoi “Sorry, ho scherzato” Non è meno preoccupante la patologia dei frustrati che navigano nel mare agitato della sinistra: per quanto magro, il bottino elettorale del transfuga Fassina, di liste vetero comuniste e di Sel avrebbe consentito ai candidati sindaco di Milano, Torino, Bologna, e non solo, di essere eletti al primo turno. Lo psichiatra in questo caso scrive nella diagnosi “autolesionismo” ma non ha consigli da dare. “La patologia”, spiega ai pazienti, “è cronica, irreversibile”. In tema di isteria da voto ecco la rissa che consente ai media titoli, resoconti e commenti, ovvero il litigio Pd-5Stelle su vincitori e vinti. Uno degli arbitri è la cronaca politica del Fatto Quotidiano che verificati i dati al microscopio emette il verdetto: al Pd vanno diciotto sindaci al primo turno, ai grillini quattro. I calcolo dei voti è invece avvolto nella nebbia dell’anomalia di queste amministrative che in millecento comuni sono state vinte da liste civiche. A chi attribuirle? Non si saprà mai, fatta eccezione per alcune con icone molto esplicite (di sinistra “Civita Democratica, di destra “Forza Civita”). Di una vistosa anomalia è stata protagonista la città di Salerno. Il Pd ha rinunciato a presentare la lista con il proprio simbolo e ha distribuito i candidati in due liste civiche con il patrocinio di Vincenzo De Luca, presidente della giunta regionale della Campania. Si deve a lui l’elezione plebiscitaria di Vincenzo Napoli, suo alter ego. Ha poi ragione il detto che tra i due litiganti…Il record di sindaci eletti al primo turno è della Lega che nelle regioni dove è ben radicato ha eletto 27 sindaci senza dover ricorrere al ballottaggio. Il redde rationem del 19 giugno impegna in un caldo supplemento di campagna elettorale Pd (69 spareggi) e 5Stelle (20). L’analisi certosina del giornale di Travaglio segnala l’incredibile analogia di tre comuni (meno di 15mila abitanti) che non costretti dalla legge elettorale, ma dal caso, dovranno confrontarsi in altrettanti ballottaggi. Stesso numero di voti in tutti e tre casi per i due pretendenti alla fascia tricolore di sindaco.
Nella foto Grillo e Renzi
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