In molti, dentro e fuori del Pd hanno provato a convincere Renzi che tenere due piedi in una scarpa è impresa difficile e controproducente. Presidenza del consiglio e segreteria di un grande partito, per di più di governo, è di fatto un esempio di conflitto d’interessi. Lo confermano le difficoltà di parare colpi di varia e a tratti insospettabile provenienza che si concentrano sull’incarico di premier per colpire il Pd e indirettamente il segretario. Renzi, smaltita la delusione per il voto di due giorni fa, riflette finalmente sull’incongruenza del doppio ruolo, si lecca la ferita del flop a Napoli, della volata romana della Raggi, dell’amletico ballottaggio milanese Sala-Parisi, del precario vantaggio di Fassino a Torino, eccetera. Ripesca, nello scrigno dove sono custodite le memorie del Pci, parte del suo austero rigore e formula l’ipotesi del commissariamento per il Pd napoletano, autore di una tragicommedia degli errori che lo ha condotto velocemente sull’orlo del baratro dove finiscono le carcasse da rottamare. Se Renzi avesse imboccato la via della salvezza per il Pd, si porrebbe comunque la domanda “A scapito del governo?” Per non farla lunga, ogni scelta rischia di far cadere Renzi dalla padella dell’autocritica per il voto di domenica alla brace delle defaillance di governo, per calo di attenzione. Significativa a Napoli l’intraprendenza dal basso: gli elettori hanno punito, negandogli i voti, Tonino Borriello colto da una fotocamera mentre forniva un euro (obolo per votare alle primarie) a un’elettrice della Valente. Crac anche per i candidati di Ala (Verdini) contestata lista di appoggio alla Valente. Viaggia come un treno la macchina elettorale di De Luca. A Salerno elezione plebiscitaria per il suo candidato. Oltre il settanta percento di voti a Enzo Napoli, sindaco uscente. Sorpresa. In giunta dovrebbe entrare anche Roberto De Luca, figlio del presidente della Regione. A Caserta Carlo Marino (centrosinistra) al 45%, Ventre (centrodestra: “posso farcela”, ma che ottimista) circa i 20%. A Benevento in perfetta parità Clemente Mastella (chi si rivede: “Chiedo ai grillini di votarmi al ballottaggio”. Ma lo pensa davvero?) e Raffaele Del Vecchio, Pd, entrambi al 33%. Prossima kermesse elettorale il 19 giugno ed è caccia aperta agli assenteisti del primo turno ma anche agli elettori di liste sconfitte dal voto di domenica.
Auguri di pronta guarigione
E’ una di quelle notizie che sollecitano solidarietà piena: scarna, com’è, nello stile delle strutture sanitarie, fa riflettere. Silvio Berlusconi è stato ricoverato nell’ospedale San Raffaele di Milano questa mattina alle 9 e 30, per uno scompenso cardiaco avvertito nei giorni scorsi. Rassicuranti le dichiarazioni del medico personale. “Niente di preoccupante” assicura Deborah Bergamini, portavoce di Forza Italia, “è in ospedale per accertamenti”. L’insufficienza cardiaca o scompenso cardiaco congestizio, è una condizione o un gruppo di sintomi correlati all’incapacità del cuore di pompare quantità di sangue sufficienti per far fronte alle necessità dell’organismo. Le dichiarazioni di chi è vicino al leader sono di cauto ottimismo e non vi è cenno a ipotesi di affaticamento psicofisico come concausa della patologia in accertamento. Ciò non toglie che gli auguri di un rapido e totale ristabilirsi si accompagnino al suggerimento di un sano distacco dallo stress del fare politica, in un contesto che da tempo lo vede sul viale del tramonto, con accelerazione recente per l’esito negativo di una scelta avventata, la candidatura di Marchini a sindaco di Roma. Su altri fronti Berlusconi sembrerebbe condividere la tesi di un progressivo ritiro dalla vita frenetica di politico e imprenditore. Il Milan, simbolo sportivo di imprenditorialità vincente, finisce nelle mani tentacolari di nababbi cinesi e si avvertono i primi segnali di una competizione non proprio amichevole tra gli eredi del suo un impero economico. L’unica remora che potrebbe trattenere il capostipite di una famiglia complicata da due matrimoni e una fidanzata, potrebbe essere la risposta alle insolenze di Salvini, ambizioso pretendente al trono della destra, che lo ha definito da rottamare.
Nella foto i Berlusconi
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