Raramente si ha la fortuna di trovare, in un solo scritto, una raffica di corbellerie da Guinness, armonicamente raccolte in un saggio e già pregustabili dal titolo: “Sì alla ricerca senza crudeltà – Per un uso etico delle cavie”. L’occasione è fornita dal fresco di stampa “Cavie? Sperimentazione e diritti animali”, scritto da Gilberto Corbellini (nomina sunt consequentia rerum) e Chiara Lalli, cui il supplemento culturale del Corsera, “La Lettura” dedica un’ampia recensione firmata nientemeno che dal superfilosofo ed epistemologo Giulio Giorello.
Partiamo proprio dagli illustri pedigree. Altrettanto filosofo ed epistemologo, Corbellini, nonché docente di Storia della Medicina alla Sapienza di Roma, dove insegna Logica e Filosofia anche Lalli: i due, sempre nel 2016, sono coautori – per i tipi di Mondadori – di “Bioetica minima: una guida per perplessi”. Docente di Filosofia della Scienza alla Statale di Milano, Giorello è presidente della prestigiosa SILFS, ossia la Società Italiana di Logica e Filosofia della Scienza.
Dato ai Cesari quel che loro di diritto – umano e divino – spetta, passiamo a un po’ di giardinaggio, cogliendo fior tra fiori nella meravigliosa Serra allestita dalle due Menti della Sapienza.
Ottimo e abbondante l’incipit di Fiorello. Pardon (per via del profumo che già avvertiamo inebriante), Giorello. Il quale coglie subito in contropiede i disorientati antivivisezionisti: quella ciurma di fessi, infatti, si proclama contro ogni tortura sulle indifese caviette e poi s’ingozza di bistecche, esibisce scarpe, giacche e cinture made in capretto & C.!
Non contenti, quei ciarlatani di professione, “non si accontentano delle attuali direttive europee sulla protezione degli animali impiegati a fini scientifici (recepite in Italia col decreto legislativo n.26 del 4 marzo 2014) ma vorrebbero che le istituzioni intervenissero per interrompere del tutto la sperimentazione animale”. Partenza sprint e altra boiata in perfetto stile Fantozzi-Potemkin: tandem Sapienza e Recensor Giorello hanno poche idee ma estremamente confuse sulle norme Ue, il recente monito all’Italia, lo scodinzolar del ministro della Salute Beatrice Lorenzin che vuole adeguare le nostre leggi troppo “garantisce” verso quelle luride cavie. Farebbero bene a dare una sbirciatina a un altro fresco di stampa, “Per gli animali è sempre Treblinka”, edito da Mimesis e frutto di due anni di meticoloso lavoro scientifico – stavolta sì – proprio sulle sballate e incoerenti norme europee, e su tutti i no alla sperimentazione animale: studi condotti da un gruppo di ricercatori dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e pochi giorni fa presentati all’Orientale di Napoli.
Ma eccoci al clou. La magica penna del vertice SILFS, infatti, ci illustra gli abissi nei quali rischiamo di precipitare se s’interrompe quella taumaturgica sperimentazione animale: “vuol dire che nel nostro Paese ‘non solo si bloccheranno gli studi volti a chiarire gli effetti di nuove droghe sintetiche e a controllare gli effetti tossici di terapie cellulari avanzate’, ma quei divieti ‘porteranno a una ricerca clinica senza scrupoli: se non è consentito acquisire informazioni precliniche sulla sicurezza dei farmaci e l’efficacia dei trattamenti, aumenta il rischio che si sperimentino pseudocure direttamente sui pazienti, e in questo modo l’etica medica sarà fatta regredire a uno stadio di inciviltà sulla base di ragionamenti solo apparentemente non violenti”.
Abbiamo voluto riprodurre per intero il brano per poter plasticamente cogliere lo splendido gesto tecnico, un triplo autogol carpiato. Partiamo dalle ‘nuove droghe sintetiche’. Anche un bimbo dell’asilo intuisce che sperimentarle sulle cavie non ha alcun senso scientifico nè porta ad alcun risultato: per il semplice motivo che non s’ è mai visto fino ad oggi (ma certo i due Sapienti avranno ‘nuove’ notizie in merito) un pechinese sniffare coca, né un alano farsi di crack. Purtroppo ogni giorno abbiamo migliaia e migliaia di esempi viventi, di cavie umane che si ammazzano di micidiali, ‘nuovi’ cocktail killer: non bastano? Alle “Sapienti” orecchie non è mai giunta notizia della “assoluta non trasferibilità dei risultati della sperimentazione animale sugli umani?”, come sottolinea da anni il co-fondatore del Movimento Antispecista Bruno Fedi, il quale sottolinea quanto proprio quella “sperimentazione” freni ogni progresso – reale – della scienza – quella autentica.
Secondo le band tanto vicine alle case farmaceutiche, come quella composta dal fondatore dell’Istituto Negri Silvio Garattini e dalla farmacista e senatrice a vita Elena Cattaneo, “senza la sperimentazione animale la medicina fallisce”, anzi “torna ad uno stadio tribale”. Al coro, oggi, si aggiungono le Menti made in Sapienza, le quali fanno anche finta di ignorare che qualsiasi farmaco, comunque, prima di entrare in commercio deve per forza essere testato sui cosiddetti “umani”. E allora?
Le corbellerie sono come le ciliegie, una tira l’altra. Ecco un bis: “gli altri animali ci forniscono modelli per capire la nostra anatomia e fisiologia”. Nel volume scritto dai ricercatori di Ca’ Foscari è dimostrato esattamente il contrario, perchè, appunto, non esiste alcuna dimostrazione – anzi, è documentalmente vero esattamente il contrario – i risultati non sono trasferibili dagli animali agli uomini. Del resto, per fare un solo, recente esempio, è stato dimostrato che anche fra uomo e donna gli effetti dei farmaci possono essere del tutto diversi. Quindi…
Basta? No, ecco un’altra ciliegia: “condivido non pochi degli argomenti di Corbellini e Lalli: sostenere che la sperimentazione animale – verga Vate Giorello – non sia oggi utile è un abbaglio. Ma questo vuol dire che contro tale sperimentazione non sussistono argomenti scientifici”. Vero l’esatto contrario, osserva Fedi: non esiste un solo argomento scientifico in grado di dimostrare l’utilità, anche una sola, della sperimentazione animale. Che anzi svia dal reale progresso scientifico, fa regredire – questo sì – la medicina ad uno stadio tribale, non coltiva le uniche strade realmente percorribili, ossia quella dei metodi alternativi, dalle staminali alle biotecnologie.
Non è certo finita. C’è tempo per un inno alla gioia, alla gaia scienza, innalzato da Maestro Giorello: “la ricerca non è uno scherzo di bambini crudeli, è un impegno duro e faticoso per ragionevoli speranze, tra cui rientra quella di capire e curare meglio noi stessi e insieme i nostri ‘amici’ animali”.
Poi un monito, contro quel garantismo peloso – è il caso di dirlo – contro l’eccesso di assurda democrazia verso luride bestie senzadiritti: “temo – è il Verbo del Filosofo Maximo – una troppo ampia e burocratica proliferazione di diritti: per esempio, già due secoli fa si teorizzava che gli animali godessero di un inalienabile ‘diritto alla felicità’”.
Può mai mancare la classica ciliegina sulla torta? Neanche per sogno. A “confetturarla” un’altra Mente in ebollizione frenetica, quella del “filosofo, attivista, scrittore e ontologo” (tratto dal profilo “Me”) Leonardo Caffo, ventisettenne catanese già proiettato negli universi del Laboratorio di Ontologia dell’Università di Torino. Scrive un ‘controcanto’, per ‘La Lettura’, dedicato alla necessità – giusta e perfettamente condivisibile – di superare l’Antropocentrismo. Ma la buccia di banana è in agguato. “Il libro di Corbellini e Lalli funziona benissimo contro l’AVS (antivivisezionismo scientifico, ndr) perchè, nonostante l’animalismo poco informato, la SA (sperimentazione animale, ndr) serve e, come dicono gli autori, è ‘fuori dalla realtà negare che la sperimentazione animale sia stata fondamentale per il progresso delle conoscenze umane”.
Ahi, ahi, ontologo Caffo…
Scopri di più da La voce Delle Voci
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.
Un commento su “VIVISEZIONE / 4 FILOSOFI INSEGNANO L’USO ETICO DELLE CAVIE”