Morde la crisi? Il paese è al crac? Chissenefrga. Lorsigori, i top manager se la ridono e nuotano nei loro milioni come Paperon de’ Paperoni nella sua piscina di dollari & dobloni. Ecco la top ten, tutti Big di finanze ed economia di casa nostra, che superano l’asticella dei 5 milioni di “salario” annuo.
Capeggia indisturbato la hit Sergio Marchionne, che stacca abbondantemente tutti dall’alto dei suoi 54 milioni e mezzo. Ma lavora come un mulo e porta a casa gli emolumenti che gli arrivano da Fca, la controllata Exor più le controllate della controllata, poi Sgs e per non farsi mancare niente anche una boccata da Phlip Morris.
Al secondo posto l’illustre sconosciuto Adil Mehbood Kahn. Ha fatto superbingo o sognato tutto il tabellone del lotto? No, ha lavorato per qualche mese in Luxottica, l’azienda leader di occhiali, le cose non sono andate per il verso giusto, mister Leonardo Del Vecchio – azionista anche di Unicredit e Generali – ha preferito scegliere un nuovo timoniere e gli ha staccato un assegno da13 milioni e mezzo, arrivederci e grazie.
Completa il tris di vertice un altro che non ama le luci della ribalta, l’ex amministratore delegato della Italcementi, che è passata sotto il controllo tedesco targato Heidelberg: tanti esuberi, maestranze per strada ma una cuccagna per la Pesenti dinasty, che porta a casa un bel bottino e ringrazia il suo ex ad, Giovanni Battista Ferrario, con un piccolo cadeau da 11 milioni e rotti.
Segue a strettissima ruota – guarda i casi della vita – proprio un rampollo, Carlo Pesenti, che totalizza 10 milioni e mezzo (compreso lo stipendio che racimola grazie a Italmobiliare), mentre il fratello Giampiero (al nono posto in graduatoria) deve accontentarsi della metà, appena 5 milioni e mezzo: quando la vita è ingiusta.
Sono programmati maxi tagli negli organici? In vista tempi bui? Certo non per il vertice di Unicredit Roberto Nicastro, che porta a casa 7 milioni di euro tondi tondi. Poi chi ha perso i risparmi di una vita con le 4 banche pirata viene preso a calci in culo dal governo che ‘forse’ ad ‘alcuni’ elargirà una mancia pari alla metà di quanto è stato portato via con la truffa. Del resto, nel mondo dei Bankster chi è bravo nel gioco delle tre carte vince: capita all’ex amministratore delegato della Popolare di Vicenza, che i cittadini italiani “soccorreranno” grazie al nuovo fondo Atlante salvabanche: bene, l’ex ad Samuele Sorato se ne va con in tasca una buonuscita da 4 milioni di euro, un grazie per il crac. Il nuovo timoniere, Francesco Iorio, solo per mettere piede in banca ha chiesto e subito avuto su un piatto d’argento un assegnino da 1 milione e 800 mila euro.
Un arrivederci e grazie da 7 milioni di euro anche per Marco Patuano, che in vista dell’operazione con la francese Vivendi lascia il timone di Telecom tra le affidabili e preziose mani di Flavio Cattaneo, che se sarà in gamba e raggiungerà gli obiettivi prefissati nel “piano aziendale al 2019” avrà un premio speciale da 55 milioni di euro, superando in tromba Messi e Cristiano Ronaldo.
Per completare la super hit, al quinto posto Pietro Salini, alla guida del colosso delle costruzioni: si dà uno stipendio da quasi 9 milioni di euro. Non badano a spese ad Amplifon, dove il super manager Franco Moscetti porta a casa 8 milioni e mezzo. Non raggiunge invece i 6 milioni Luca Bettonte che in sella alla petrolifera Erg si posizione all’ottavo posto. Mentre al decimo troviamo un pezzo grosso di Confindustria, Alberto Bombassei, titolare della Brembo, leader negli appalti autostradali: supera i 5 milioni.
Promette la mega direttrice delle Entrate, Rossella Orlandi: “daremo la caccia ai maxi evasori. Non ce la prenderemo più coi piccoli per degli errori formali”. Le ultime notizie segnalano l’accanita battaglia contro i giornalisti di “Striscia la notizia” che osano parlare di Equitalia. Che, dal canto suo, pensa bene di pignorare anche gli spiccioli dei detenuti, i 20 euro di diaria…
Nel fotomontaggio di apertura Marchiane e Patuano
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