La strage degli innocenti. Il quotidiano mattatoio per creature che non hanno voce per ribellarsi.
Il massacro di “animali non umani” perpetrato a fini di lucro dai cosiddetti “umani”. Uno sterminato campo di concentramento dove, per soli motivi economici, domina la legge del più forte, sulla pelle di esseri indifesi, che provano emozioni e soffrono come bestie – così a volte commentano gli ‘umani’ – quando vanno incontro al loro destino di atroce sofferenza.
“Un’eterna Treblinka” è quella descritta da uno dei massimi esperti degli stermini nazisti, Charles Patterson, che non a caso si è formato alla Columbia University e alla International School for Holocaust Studies di Gerusalemme, autore del volume che ha come significativo sottotitolo “il massacro degli animali e l’Olocausto”, scritto nel 2003 e appena tornato in libreria, più attuale che mai.
Un paragone, quello tra lager e macelli quotidiani, che può choccare – osserva Massimo Filippi nella significativa prefazione – ma in effetti non fa che rispecchiare la realtà. “La via che ha portato ad Auschwitz – sottolinea – si è intrecciata e si intreccia con altre strade altrettanto funeste, una delle quali è sicuramente quella che innerva l’impresa di sfruttamento generalizzato e di uccisione industrializzata degli animali”. E ancora: “Sia la Shoah che la carneficina animale si fondano su meccanismi di smembramento dei corpi del tutto identici, ma gli scopi di queste operazioni sono differenti. L’industria di sfruttamento animale è, infatti, parte a pieno titolo di un’impresa economica e di produzione, mentre lo sterminio degli ebrei è stata una prassi ‘antieconomica’ di annientamento e di eliminazione”. “Le nostre società non solo non potrebbero sopravvivere materialmente senza lo sfruttamento animale, ma anche la categoria de ‘l’animale’ – altrettanto politica e artificiale di quella de ‘l’uomo’ – è assolutamente necessaria al fine di poter mettere in moto meccanismi di speciazione che consentano di continuare a produrre umani-non-umani pronti ad essere discriminati, sfruttati o eliminati per ‘fini superiori’. ‘L’animale’, allora, è qualcosa di più della somma degli animali non umani: esso comprende anche molti umani – in potenza, quasi tutti ad eccezione delle elite di volta in volta al potere – e l’animalità ci attraversa e percorre da parte a parte”.
Nella prefazione commenta Lucy Rosen Kaplan, avvocato per i diritti civili e figlia di ebrei deportati nei lager: molto dura, nelle sue “diagnosi” nei confronti dei ‘democratici’ a stelle e strisce. “Quello che con dovizia di particolari ci viene illustrato in questo libro – esordisce – non sono soltanto le radici che accomunano il genocidio nazista e il massacro delle specie animali perpetrato nella società moderna ma, per la prima volta, l’enorme quantità di prove sulle preoccupanti connessioni tra lo sfruttamento degli animali negli Stati Uniti e la Soluzione finale di Hitler. Come ci ricorda più volte l’Autore, il Mattatoio, cioè l’istituzione americana per eccellenza servita da modello per lo sterminio di esseri umani nell’Olocausto nazista, è vivo e prospera ancor oggi. (…) Il libro analizza il decisivo contributo americano all’eugenetica e alla sterilizzazione forzata e il ruolo svolto dai sostenitori di tali pratiche nella Soluzione finale”. E, in modo molto toccante, spiega: “quando compresi che l’oppressione delle specie non umane su questa terra non aveva paragoni neppure con il calvario vissuto dai miei genitori, il mio destino di difensore degli animali era già segnato. E anche oggi, nella pubblica amministrazione, la difesa della condizione degli animali continua a guidare le mie scelte”.
Eccoci all’introduzione firmata dallo stesso Patterson. Che dedica la sua opera al grande scrittore yiddish Isaac Bashevis Singer, “il primo a descrivere il trattamento ‘nazista’ che noi riserviamo agli animali”. E ricorda le parole di due giganti della letteratura, Albert Camus (“è responsabilità dello scrittore parlare per quanti non possono parlare per loro stessi) e Franz Kafka (“penso che dovremmo leggere solo libri che ci fanno male e ci feriscono. Un libro deve essere come un’ascia per il mare gelato che è dentro di noi”). Scrive Patterson: “se il problema dello sfruttamento e del massacro degli animali sarà un tema centrale del ventunesimo secolo come lo è stato il problema della schiavitù in America nel diciannovesimo – ed io penso che non potrà non esserlo – la mia speranza è che questo libro entrerà a pieno titolo a far parte di quel dibattito”.
Per fortuna il dibattito comincia ad animarsi, dopo le “esternazioni” della senatrice a vita Elena Cattaneo pro “sperimentazione animale” senza cui “la medicina muore”. E giunge a proposito un fresco di stampa, edito da Mimesis, un’altra “Eterna Treblinka”, stavolta frutto di approfonditi e recenti studi portati avanti all’Università Ca’ Foscari (vedi link in basso): verrà presentato il 29 aprile a Venezia.
Sul nostro sito prossimamente inizieremo a pubblicare stralci tratti da Patterson ed alcuni estratti dal volume promosso dall’università veneziana.
Leggi anche:
Per gli animali è sempre Treblinka – Tutti i NO alla vivisezione in un volume di Ca’ Foscari – 10 aprile 2016
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Un commento su “DAI LAGER AI MATTATOI, E’ SEMPRE STRAGE DI INNOCENTI / UN’ETERNA TREBLINKA – 1”
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Le analogie sono per prima aspetto, genetiche: Si applica il principio di VIOLENZA del più forte sul più debole ed il principio di DIVERSITA’. Però i nazisti non avevano convinto tutti che c’era un guadagno. Gli antropocentristi, invece, hanno convinto quasi tutti. Bisogna dimostrare che corriamo incontro all’ autodistruzione, non certo dimostrare che gli uomini sono crudeli. Ammettono di esserlo, specie se credono di averne vantaggio! Fedi