4 marzo 2013. Un boato, poi il crollo di un palazzo storico alla Riviera di Chiaia. 4 marzo 2016, sono passati tre anni ma quel palazzo è nelle stesse condizioni, sventrato, ferito a morte. Solo da pochi giorni è ripresa la circolazione degli autobus, i negozi ed esercizi commerciali sopravvissuti sono agonizzanti. Le due facce di Napoli: la devastazione, che rimanda alla desolate lande dell’hinterland partenopeo, veri percorsi di una Baghdad bombardata, e il salotto di via Caracciolo, a pochi passi, la vetrina della Napoli da cartolina, da Coppa America, da tennis mundial.
E’ cominciato il 15 dicembre il processo per quel crollo e per quei lavori killer che solo per miracolo – ogni tanto San Gennaro scende in campo – non hanno provocato una strage. E per questo l’imputazione, a carico di 11 tra funzionari e dirigenti del Comune di Napoli, dell’Ansaldo che ha progettato i lavori e delle imprese che li stavano eseguendo, è da non poco, “disastro colposo”. Le udienze si svolgono dinanzi al giudice Andrea Rovida, pm Fabrizia Pavani e Giovanni Corona. Un primo, concreto provvedimento è stato già preso, che suona come una condanna in piena regola per i responsabili: sia il Comune, che l’Ansaldo e le imprese sono stati obbligati a provvedere alla “immediata messa in sicurezza di Palazzo Guevara di Bovino, realizzando una zattera di fondazione in cemento armato estesa a tutta l’area”. Nello stesso provvedimento viene anche espresso un durissimo giudizio sulla decisione di proseguire i lavori anche dopo i primi allarmi e primi incontrovertibili segnali di pericolo per le strutture: una “determinazione scellerata”, viene così etichettata. Vedremo adesso la “velocità” nell’esecuzione di quanto stabilito, perchè fino ad oggi non si è ancora mossa una sola foglia. Così come sarà interessante verificare l’entità delle condanne penali che verranno inflitte ai responsabili.
Osserva un tecnico: “ma non ci si rende conto che altri episodi del genere possono accadere? Che è un miracolo se in altri segmenti della linea 6 non è successo qualcosa di analogo? Perchè tutta la zona della Riviera di Chiaia è nelle stesse condizioni, in precarissimo equilibrio idrogeologico. Ed i responsabili di Metronapoli prevedono per aprile l’apertura della stazione di San Pasquale a un centinaio di metri da palazzo Guevara. Avevano promesso controlli rigidissimi, carotaggi, mappature severissime, invece a quanto pare niente. Ci vuole una tragedia per far aprire una buona volta gli occhi?”.
Del resto è da anni che il geologo Riccardo Caniparoli ha messo in guarda sui rischi per un’opera progettata male ed eseguita peggio, e addirittura partita
senza Via, la Valutazione d’Impatto Ambientale sulla carta necessaria anche per realizzare un terrazzino. A palazzo San Giacomo, inizio anni 2000, quella Via
prese il…Volo, letteralmente scomparsa, e “costruita” dopo anni dall’inizio dei lavori. “Un po’ come ai tempi di Lauro e del celebre ‘Mani sulla città’ firmato e filmato da Rosi – osserva un urbanista – quando i colori del piano regolatore cambiavano con estrema facilità, per poter costruire meglio…”.
Il metrò più caro del mondo, quello napoletano, iniziato esattamente 40 anni fa, prima pietra nella primavera del 1976, primo movimento terra affidato alle ruspe dell’allora “ruspante” impresa di Michele Zagaria, trampolino di lancio per le fortune del clan dei Casalesi. Un mare di varianti in corso d’opera – proprio quelle che la legge varata il 3 marzo dall’esecutivo Renzi “promette” di eliminare nei futuri appalti – di revisioni prezzi, di sorprese geologiche, massacro archeologico annesso, viste le moltitudini di reperti rinvenuti e ruspati via. Sfiora i 400 milioni di euro a chilometro il costo della Linea 6 di Metronapoli, quasi il doppio rispetto a Roma, dove pure ci sono reperti a iosa e oltre il doppio rispetto al tunnel sotto la Manica, che qualche problemino in più forse lo presentava.
Ma a quanto pare l’appetito viene mangiando. E l’ingordo metrò all’ombra del Vesuvio, che ha già inghiottito fiumi di danari pubblici, non è ancora sazio. A fine febbraio la Regione targata Vincenzo De Luca ha sbloccato 16 milioni di euro, sempre per la Linea 6, e a breve troveranno disco verde altri 14, per un totale di 30. Non è certo finita, perchè la fetta più grossa – 145 milioni – arriverà non appena sarà approvato il Patto per il Sud: in quel modo “dovrebbe” – ma il condizionale è sempre d’obbligo, per un’opera pubblica a quanto pare senza fine e senza fondo – essere completata la tratta Mostra d’Oltremare-Mergellina-Municipio, in grado di collegare l’area occidentale al centro storico.
Pronti a brevissimo, dunque, per il varo della stazione “San Pasquale” a pochi passi dalla strada più chic di Napoli, via dei Mille. Ecco il Verbo dell’archistar che l’ha progettata, Boris Podrecca: “La stazione comincia dall’alto e man mano sprofonda nell’acqua del mare. E’ come far entrare in acqua il viaggiatore e ricreare l’atmosfera adatta”. La realtà, a volte, supera arte e fantasia: come quando, già un paio di volte, i viaggiatori sono letteralmente stati travolti dalle acque dopo poche ore di pioggia, linee in tilt e tutti in panne. E pochi giorni fa per la bellezza di 6 ore in tilt la Linea 1, passeggeri intrappolati nelle carrozze e caos da gironi danteschi.
Ma ‘O Metrò è il più bello del mondo….
PER APPROFONDIRE
NAPOLI SOTTO LE MACERIE / COMINCIA IL PROCESSO PER IL METRO’ KILLER – 13 dicembre 2015
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Un commento su “METRO’ A NAPOLI / NUOVE STAZIONI, MILIONI A GO GO. MA A 3 ANNI DAL CROLLO, IL PALAZZO DELLA RIVIERA E’ ANCORA SVENTRATO”