INFERNO GAZA E IL DIAVOLO È NETANYAHU

Tre ore dopo la mezzanotte tra le macerie di quella che fu Gaza, ora ammasso informe di quel che resta di arei e lancia missili piombano sulla striscia, sganciano e lanciano i loro ordigni e non su arsenali militari, ricoveri che nascondono miliziani di Hamas: la morte arriva nel sonno per quattrocento palestinesi inermi, uccide uomini, donne, bambini. La rabbia dell’umanità ha un bersaglio e si chiama Netanjahu, il criminale che ancora qualcuno chiede di non paragonare ai carnefici del nazismo.  Ma è un attimo, giusto il tempo di spostare la mira su un altro criminale, che spegne con accelerazioni da spietato killer il credito degli Stati Uniti “Paese più democratico della Terra”. Note di agenzie di stampa ‘battono’ la notizia di Trump che ha concordato con Israele l’attacco notturno su Gaza.  Se esiste un potere sovrumano, ebbene che vendichi le vittime di un muovo capitolo del genocidio del popolo palestinese. O ne sia protagonista Israele dei democratici.

PER FAVORE NON DITE “MA CHI SE NE FRE.., della Tv. Con la tempesta che si abbatte sulla Terra è l’ultima preoccupazione”.  È un errore senza perdono se a pensarlo sono gli utenti che per scelta o per obbligo del proprio status di casalinghi sono tv dipendenti, è comunque un errore di chi vanta un “sano ostracismo” per il ‘piccolo schermo’ (di anno in anno di dimensioni sempre più grandi), perché non ha consapevolezza di subire indirettamente l’influenza distraente della televisione, l’effetto distrazione di massa, l’uso destabilizzante di chi politicamente l’assoggetta.  A questo pensa chi denuncia l’azione predatoria della destra, che in  poco più di due anni ha sconnesso la Rai dalla sua vocazione di servizio pubblico e l’ha ridotta a strumento di propaganda del melonismo, fenomeno che stabilizza,  mistificando, il consenso al governo del nulla. Rai ufficio di collocamento di richiamati per dar voce alla destra (Barbareschi, Insegna, Diaco, amicissimo di Giorgia, De Martino della sorella Arianna, direttori e vice dei tre Tg, dei Gr, delle reti, dell’informazionale regionale.

IL FIUTO HA SUGGERITO ALL’IMPRENDITORE Cairo di intraprendere una vera campagna acquisti. D’altra parte il pregresso ingaggio di Mentana e della Gruber, di Formigli, Floris (contratto triennale di 4 milioni di euro), Milena Gabanelli, ha invogliato altri personaggi leader della Rai a trasferirsi nell’accogliente ‘grembo’ di La7. Via dalla Rai Augias, Amadeus, Fazio e non solo. Cairo procede sulle orme di Berlusconi primo imprenditore-politico a capire l’enorme potenziale dei media: padrone di La7, La7d, del sito La7.it, di radio, ha nel mirino l’obiettivo di possedere un tris di emittenti televisive con l’acquisizione del canale 62 (digitale terrestre). Possiede la maggioranza di azioni del gigante Rcs (Corriere della Sera, Gazzetta dello Sport e altri 15 quotidiani, 14 periodici) è il secondo gruppo editoriale italiano di libri (rilevò  la Giorgio Mondadori edizioni), opera all’estero (gruppo spagnolo Unidad Editorial, editore di quotidiani e numerosi periodici, gruppo  Recoletos.
INSOMMA UN IMPERO e la scontata domanda: “Anche lui in politica e su che sponda?”


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