BRADISISMO FLEGREO / MA IL SINDACO MANFREDI C’E’ DENTRO FINO AL COLLO?

Esisterebbero responsabili ben definiti, con tanto di nomi e cognomi, della crisi bradisismica che sta sconquassando tutta l’area flegrea, comprese molte zone di Napoli. Proprio mentre il rilancio turistico di territori come Bagnoli, Pozzuoli, Bacoli, stava dando i suoi primi, brillanti risultati, con masse oceaniche di turisti in arrivo anche fuori stagione, centinaia di nuove attività all’avanguardia nella ricettività turistica e livelli occupazionali in crescita da record, da oltre un anno le scosse di terremoto collegate al bradisismo stanno mandando tutto letteralmente gambe all’aria.

«Che pena – geme una abitante di Posillipo – vedere quel lungomare di via Napoli a Bagnoli, fino a un anno fa pieno di ristoranti e bar affollati ad ogni ora del giorno, oggi muto e silenzioso, dove di fronte a quel panorama da sogno restano solo saracinesche abbassate».

Due giorni fa, in occasione di una fra le più tremende scosse, il capo dello Stato Sergio Mattarella ha fatto una telefonata di solidarietà e cortesia. A chi? Al sindaco di Napoli Gaetano Manfredi. Cioè l’uomo da più parti chiamato in causa per le trivellazioni che, partite nel 2020 ad Agnano, secondo vulcanologi come Giuseppe Matstrolorenzo ed altri, sarebbero responsabili degli attuali, devastanti movimenti del suolo in tutta l’area.

 

LE DENUNCE AL VETRIOLO

Francesco Emilio Borrelli e Giuseppe Mastrolorenzo sul luogo delle trivellazioni due giorni fa. Sopra, Gaetano Manfredi

Ma procediamo con ordine. E partiamo dalle carte bollate, alcune già presentate alle autorità competenti. Lo scorso 15 marzo, mentre infuriava l’ennesima forte scossa di terremoto, il deputato Francesco Emilio Borrelli e il vulcanologo Mastrolorenzo erano proprio lì, sulle fumarole di Agnano, dove nel 2020 erano cominciate le trivellazioni alla ricerca di energia geotermica. Entrambi, in una diretta video, hanno puntato il dito sulle possibili responsabilità di quelle attività estrattive in un’area densamente popolata, con livelli di sismicità unici al mondo, ricordando che era stata proprio la protesta degli ambientalisti capitanata da Borrelli (all’epoca consigliere regionale) e da Mastrolorenzo, ad ottenere lo stop alle estrazioni dal sindaco di Pozzuoli.

Non è bastato – spiega oggi il vulcanologo – fermare le trivellazioni perché, come già dichiarammo cinque anni fa, tutti sapevano che gli effetti sarebbero durati a lungo termine. E i risultati, purtroppo, li stiamo vedendo. Sulla nostra pelle. Per questo, sono tre le iniziative già messe in campo al fine di accertare le responsabilità, anche quelle di natura penale.

Borrelli ha annunciato che presenterà in settimana l’interrogazione urgente per sapere se è possibile che quelle attività di trivellazione abbiano “svegliato il can che dorme”, benché a benedirle ci fosse un comitato scientifico di prim’ordine, compresi alcuni big: gli stessi che oggi dinanzi alle telecamere invitano la popolazione flegrea ad abbandonare il territorio.

E’ partito all’attacco anche l’avvocato Erich Grimaldi, presidente dell’Unione per le Cure, i Diritti e le Libertà, che ha già depositato sulla vicenda trivellazioni ben tre esposti. Nel primo, rivolto alla Corte dei Conti, chiede di accertare eventuali danni erariali derivanti da quelle attività in area altamente sismica, con utilizzo improprio di fondi pubblici. Il secondo è stato indirizzato all’ANAC: all’Autorità Anticorruzione Grimaldi chiede di verificare la trasparenza delle concessioni e dei relativi fondi impiegati. Il terzo, un autentico siluro, lo ha depositato alla Procura della Repubblica, con richiesta di valutare eventuali profili di responsabilità penali in chi abbia potuto causare l’attuale sconvolgimento del territorio, ipotizzando reati come disastro colposo ed omissione di atti d’ufficio.

L’avvocato Angelo Pisani

In campo c’è anche l’avvocato Angelo Pisani che chiede al governo, finora assente, lo stanziamento di adeguati fondi pubblici per l’immediata messa in sicurezza degli edifici pubblici e privati, nonché una moratoria fiscale, anche per offrire i primi sostegni alle centinaia di attività ricettive dell’area che stanno chiudendo i battenti.

 

COSA C’ENTRA MANFREDI? C’ENTRA, ECCOME!

In tutta questa drammatica situazione, mentre centinaia di famiglie sono costrette a lasciare le loro case e le attività produttive sono al collasso, si registra una strana “cautela” proprio da parte del sindaco Manfredi. Tace o, al più, dice parole di circostanza. Forse perché qualcuno sa che proprio lui ha rivestito ruoli importanti nelle società che effettuarono le trivellazioni, scuotendo un territorio già di suo turbolento? Quali furono esattamente i ruoli dell’attuale primo cittadino li spiega per filo e per segno la battagliera consigliera regionale Marì Muscarà, che proprio in polemica con la decisione dei 5 Stelle di sostenere Manfredi a Palazzo San Giacomo lasciò i grillini per passare al Gruppo Misto.

Marì Muscarà

«Il sindaco Manfredi sa qualcosa – attacca Muscarà – ma non si espone. Nel 2018 partecipava quale Rettore della Federico II e in qualità di presidente del progetto AMRA, diventato poi SCARL, al progetto Geogrid, con un contributo concesso di quasi 190mila euro per l’università, e di 180mila euro per la SCARL». Ma non basta, perché Manfredi «è stato membro del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici e della Commissione Grandi Rischi della Protezione civile, e partecipò al Consorzio scientifico del Progetto “Scarfoglio” per la realizzazione di un impianto geotermoelettrico pilota nell’area di Agnano-Pisciarelli». Insomma, «Manfredi da sindaco di Napoli  è ben informato di questa vicenda, su cui oggi fa finta di nulla. E quindi – conclude Muscarà – oltre a ricordarlo per il crollo dei balconi a L’Aquila, potremo ricordarlo anche per le trivellazioni nella caldera più pericolosa al mondo?». Ricordiamo che la Voce sul ruolo di Manfredi nel terremoto de L’Aquila ha scritto più volte. Così come è stata la prima testata a gettare l’allarme sulle trivellazioni di Geogrid fin da quando cominciarono a scavare i pozzi, nel 2020.

Ma Muscarà non molla. In un’interrogazione di ottobre 2023, considerato che «il progetto Geogrid per le perforazioni ha ottenuto un contributo complessivo di € 3.568.741,80 relativo al solo progetto di ricerca e sviluppo, a fronte di un costo totale ammesso pari a € 4.671.053,00»,  e in considerazione della ripresa allarmante di fenomeni sismici e bradisismici in quell’area, Muscarà chiedeva al presidente della Regione Vincenzo De Luca «quanto è stato effettivamente corrisposto rispetto ai finanziamenti suddetti e, nello specifico, a quali soggetti e in quale quantità sono stati erogati». Voleva inoltre sapere «se a seguito della chiusura mineraria del pozzo, dove era in corso l’attività del progetto Geogrid, in prossimità di via Antignana, ci siano state verifiche di eventuali modificazioni indotte in fase di realizzazione del pozzo, e a tutt’oggi nell’assetto geologico-strutturale, geofisico, geochimico e idrogeologico dell’area interessata dal pozzo Geogrid» e in tal caso quali erano stati i risultati.

Le risposte – confermava qualche tempo dopo la consigliera regionale in un’intervista – erano state a dir poco deludenti ed evasive.  Ma il pericolo restava e resta. «Basti pensare – aggiunge – che a Strasburgo, area certamente non sismica, si era cercato di eseguire analoghe trivellazioni, ma furono subito bloccate per il forte terremoto che ne seguì». Figuriamoci che scenario apocalittico poteva e doveva essere previsto se le trivellazioni venivano eseguite intorno ai crateri di un vulcano attivo qual è la Solfatara…

 

IL RUOLO DELL’INGV

Un altro grande nome della geologia a finire sotto la lente d’ingrandimento oggi è poi quello di Giuseppe De Natale, dirigente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, più volte interpellato dinanzi alle telecamere in questi giorni sul fenomeno in atto.

E se Borrelli non esita a ricordare che proprio De Natale era parte del comitato scientifico che avallò il progetto Geogrid , fino a quando fu fermato per lo scatenarsi in zona di un altissimo gayser e la conseguente ordinanza sindacale di stop ai lavori, Muscarà non è da meno ed evoca perfino, sulla vicenda, un clamoroso conflitto d’interessi.

Benedetto De Vivo

«Il presidente di AMRA dichiarava che il referente scientifico del Progetto “Scarfoglio” era l’allora Direttore di OV-INGV, Giuseppe De Natale, come risulta dal documento di Geoelectric srl del 12/12/2014».  Ma risulta «singolare e inammissibile in un paese civile – incalza – che AMRA partecipata dall’Università di Napoli Federico II, si avvalesse come consulente scientifico del Progetto per il Permesso di Ricerca “Scarfoglio” del Direttore dell’Osservatorio Vesuviano (Sezione di INGV) che, come Ente di riferimento della Protezione Civile, dovrebbe presiedere alla salvaguardia della popolazione dai rischi sia vulcanici che sismici. Viceversa OV-INGV, in collaborazione con l’AMRA e altre Istituzioni, fra le quali, per importanza, primeggiava l’Università di Napoli Federico II, i rischi li promuoveva e sponsorizzava, e ha continuato a farlo, visto il progetto GeoGrid». Insomma, sarebbe stato convocato a bordo del progetto proprio chi avrebbe avuto il compito di controllarlo. «In Italia – accusa ancora Muscarà –  in spregio ad ogni regola di comportamento etico, a un dipendente pubblico incaricato, quale direttore dell’Ente di Sorveglianza OV-INGV, di salvaguardare l’incolumità dei cittadini flegrei, tutto è possibile, senza che il presidente di INGV intervenisse nelle vicende conflittuali».

Non meno duro Benedetto De Vivo, uno dei massimi esperti al mondo di Geochimica ambientale.  Che in un’intervista di fine 2023, alla ripresa brusca delle scosse, ripercorreva la vicenda, rivelando che tutto aveva avuto inizio addirittura prima del 2018 e raccontando alcuni particolari inediti.

«Nel gennaio 2018, dopo pochi mesi dal mio pensionamento dall’Università Napoli Federico II, fui contattato da un professore della mia ex Università, che mi chiedeva la disponibilità come potenziale consulente di una iniziativa per effettuare un nuovo sondaggio geotermico, alternativo a quello che era stato fermato a Pisciarelli, al verificarsi dello sciame sismico. Il nuovo sondaggio sarebbe stato proposto non più a Pisciarelli, ma nei pressi dell’area di Piscina Scandone. Declinai, gentilmente, la generosa offerta, spiegando che il sondaggio geotermico profondo, così come giustamente bloccato per area di Pisciarelli, NON doveva e poteva essere realizzato assolutamente nell’area urbana di Napoli, per il rischio enorme al quale avrebbe esposto milioni di cittadini».

Ad aggravare il quadro, i progetti del Comune di Napoli finalizzati a realizzare nuova edilizia pubblica proprio nell’area a maggior livello di pericolo vulcanico al mondo. «In uno scenario come quello sopra descritto – conclude sconsolato De Vivo – mi tocca leggere sulla stampa, che la nuova Amministrazione Comunale di Napoli programma costruzioni residenziali nel sito industriale dismesso di Bagnoli, incluso completamente nella Zona Rossa dei Campi Flegrei. È pura follia, che ovviamente fa il paio con la costruzione dell’Ospedale del Mare nella Zona Rossa del Vesuvio. Sempre sulla stampa, l’anno scorso avevo letto che si programmerebbe anche la costruzione del Nuovo Ospedale Santobono a fianco dell’Ospedale del Mare, naturalmente sempre in Zona Rossa del Vesuvio… Si aggiungerebbe follia a follia. Purtroppo non c’è limite né alla follia né alla cupidigia umana».


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