Mi sono alzato, una mattina, è ho scoperto l’invasor.
Abbiamo appena letto una notizia che non arriva da Marte, ma da Roma, per la precisione dal Palazzo di Giustizia capitolino: il famigerato Porto delle Nebbie – all’epoca dell’ammazzasentenze Corrado Carnevale – ormai tornato ai fasti d’un tempo.
Poche ore fa con un fresco provvedimento ‘vecchio’ di quasi mezzo secolo: l’ennesima, folle richiesta di archiviazione sulla strage di Ustica, quella del 27 giugno 1980 in cui persero la vita 81 passeggeri innocenti che avevano avuto la sciagurata idea di prendere il volo Itavia da Bologna a Palermo.
Oggi sono state ammazzate, trucidate, arse vive e gettate nel mare (le acque del Tirreno) per l’ennesima volta.
La loro memoria calpestata una due tre cento volte.
Perché la Giustizia di ‘casa nostra’ è ormai un cimitero: dove regna la più assoluta e totale ILLEGALITA’.
Totalmente impunita.
Costruita sui cadaveri di morti innocenti e di alcuni eroi – solo due nomi, quelli di Giovanni Falcone e Salvatore Borsellino – uccisi per far capire a tutti i colleghi (e non solo) la ‘musica’: chi tocca i fili muore.
Da allora l’Utopia-Giustizia è morta e sepolta.
E’ successo a Capaci e a via d’Amelio.
Come era successo una decina d’anni prima nei mari di Ustica, e poi nelle acque dell’alto Tirreno con il Moby Prince; quindi con il giallo di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin nella Somalia di trent’anni fa. Tutti buchi neri della ultratrentennale dirty story del Belpaese: che continuano a infestare le nostre vite quotidiane. E che abbiamo sommariamente ricordato nell’ultima inchiesta del 3 marzo,
GIALLO MARCELLETTI / 15 ANNI FA IL “SUICIDIO” PERFETTO
Ed è successo oggi. Con l’ennesimo sberleffo per le vite di Ustica.
Partiamo dalle allucinanti news.
Mette in rete ‘Rai News 24’: “Dopo rogatorie internazionali e testimonianze, l’indagine è in un vicolo cieco. La procura di Roma chiede l’archiviazione: la strage di Ustica rischia di rimanere il più grande mistero irrisolto d’Italia”.
Scrive ‘la Repubblica’, che per prima ha pubblicato la notizia-bomba, è tragicamente è il caso di dire. “La ricostruzione fatta dalla Procura di Roma nella sua richiesta di archiviazione contro ignoti esclude che ad abbattere il Dc9 sia stata una bomba nascosta a bordo. Così come esclude la pista dell’attentato”.
Chiede “finalmente giustizia” la storica presidente del comitato delle vittime e poi parlamentare PD, Daria Bonfietti. E con altrettanto ‘vigore’ chiede che “il Governo italiano pretenda dai paesi alleati, a cominciare dalla Francia, di collaborare con informazioni adeguate alla magistratura”, il deputato PD ed ex sindaco di Bologna Virginio Merola.
Epica l’intervista dell’ADN Kronos all’ex generale dell’Aeronautica Militare, Leonardo Tricarico, uno dei depistatori massimi sulla tragedia. Che ha la faccia di bronzo per dichiarare oggi, a 45 anni dall’eccidio: “Da un certo punto di vista la richiesta della procura rappresenta un fatto positivo, perché finalmente tutte le fandonie della collisione con il missile e della battaglia aerea vengono accantonate con una pietra tombale. Quel velivolo non è caduto a causa di un missile. L’unica pista è quella della bomba a bordo”.
E, non contento di cotante corbellerie, rincara: “A mio modo di vedere, ci sono ancora spazi non trascurabili per individuare il terrorista che mise quella bomba a bordo e mi auguro che la magistratura si adoperi per avviare, con questa consapevolezza e con questo senso civico, indagini in quella direzione”.
Ma ci è o ci fa, l’ex generale del nostro ‘Stato Maggiore’ Tricarico?
Per rendervi l’idea di queste colossali bufale postume, sempre in grado di depistare dall’accertamento giudiziario delle verità su Ustica, ecco il pezzo pubblicato dall’ADN Kronos, “Strage di Ustica, richiesta l’archiviazione. La rabbia dei familiari: ‘Li uccidono una seconda volta’’
La ‘Voce’ ha scritto, nel corso degli anni, decine e decine di inchieste sul mistero di Ustica. Un giallo fino ad un certo punto: perché la unica, reale, incontestabile versione dei fatti ci venne raccontata ad inizio 1992 dall’allora parlamentare PSI, Franco Piro. Il quale, in un’intervista esclusiva, dettagliò per filo e per segno quanto tragicamente successe. Nel mare di Ustica stazionava la portaerei francese ‘Clemenceau’ da cui partì il missile-killer che centrò il Dc9 Itavia. Versione confermata nel 2007 da Francesco Cossiga pochi mesi prima di passare a miglior vita. Documentata da ‘Canal Plus’ un paio d’anni dopo. E ‘tirata fuori’ dal cilindro dell’ex premier Giuliano Amato due anni fa. Può bastare? Eppure ancora oggi quelle verità affondano nel mare nero di Ustica!
Sorge spontanea una domanda, però alta come un grattacelo: come mai, in tutti questi anni, i nostri sempre sonnecchianti (e collusi) governi non hanno mai chiesto alla Francia, in modo deciso (e non per far finta), i tracciati radar di quella tragica notte?
Cosa c’era (la Clemenceau o che altro?) nelle torbide acque del Tirreno?
E sorge spontaneo un moto di nausea, di autentico vomito, nel vedere – per l’ennesima volta – in quale penoso stato sono ridotte le nostre (sic) Istituzioni. E la nostra (sic) Giustizia, ormai in macerie.
Per rammentarvi qualcosa sulla MEMORIA calpestata di USTICA, vi riproponiamo un paio di ultimi pezzi messi in rete dalla ‘Voce’. Del 26 giugno 2024,
USTICA / ORA ANCHE IL DEPISTAGGIO VIA GILETTI-RAI. VERGOGNA
E, del 2 settembre 2023,
STRAGE DI USTICA / DAL CILINDRO DI GIULIANO AMATO UNA VERITA’ VECCHIA DI 30 ANNI
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