CHI LASCIA LA VIA VECCHIA PER LA NUOVA…

D’acchito ho pensato: è lecito l’aumento da 1,70 a 1,90 del quotidiano la Repubblica? Si giustifica in tempi di crisi economica generale, di vistose conseguenze dell’inflazione sui bilanci familiari, di disaffezione delle nuove generazioni per la cultura dell’informazione? Ho cercato la risposta nel restyling del giornale che con altri è storica espressione del progressismo editoriale e occupa le prime ore del mattino  per aggiornarmi sulle vicende del mondo, italiane e della mia città. Ho scoperto che La nuova Repubblica ha l’aspetto di un rotocalco e molto meno del quotidiano fondato da Scalfari. Contenuti: niente è più chiarificatore del ‘fondo’ che apre a sinistra la prima pagina, a firma di Mario Orfeo, direttore posto da Agnelli in cabina di regia del giornale. L’editoriale non si esaurisce nel colonnino sovrastato dal titolo “La nostra piazza quotidiana”. Rimanda infatti alla pagina 21 per una dettagliata difesa d’ufficio del cambiamento e la tesi della rinnovata, più moderna grafica, che si coniugherebbe con maggiore ricchezza e incisività dei contenuti. In prossimità delle righe finali di Orfeo scopriamo il perché dell’imponente battage pubblicitario che ha preceduto la ‘nuova Repubblica’, il cenno assolutorio che legittimerebbe l’aumento di 20 centesimi del giornale, in quanto ricorso a quest’ancora di salvezza per garantire che al compleanno numero 50 del giornale (lo storico primo numero è del 14 gennaio 1976) ne seguano altrettanti. Scopro anche che il di più del prezzo di oggi (1,90) non dipende dall’inserto allegato, che essendo un corposo contenitore di pubblicità e di adeguati profitti editoriali, dovrebbe proporre il giornale con uno sconto. A proposito di inserti: ma non sarebbe più onesto se l’accoppiamento fosse facoltativo e non obbligato con il Venerdì, Affari e Finanza, ‘D’ e relativo sovrapprezzo?

PER ORA SOLO UN PAIO DI GIUDIZI SUI CONTENUTI. In prima pagina foto delle Pd Moretti e Gualmini, (caso Qatargate) e cenno alla richiesta di privarle dell’immunità di eurodeputate, ma è solo un richiamo per le due pagine 14 e 15 dove le Pd ricompaiono in maxi foto, i  titoli sono di adeguato rilievo, ma non c’è alcuna    evidenza per quanto della vicenda c’è ancora da chiarire. Capolavoro della nuova Repubblica, che manda in campo firme sconosciute (non è noto se si tratti di panchinari del giornale in stand by, ora promossi titolari) è il privilegio riservato al contestatissimo Piantedosi, ministro del Viminale, uno dei protetti dalla signorina presidentessa del coniglio. Nell’intera pagina 19, l’intervista chilometrica di auto assoluzione e un inverosimile, ma vero endorsement per Salvini che.. “Non solo è stato in passato, ma sarebbe anche in futuro un ottimo ministro dell’Interno”. A favore della pruderie che invade e ossessiona e sottrae spazio ad eventi di ben più accertato interesse, la pagina 33 è sovrastata da foto invasive di Wanna Marchi e della figlia Stefania, arrestata. L’inchiesta contesta i reati di sfruttamento della prostituzione e di spaccio. Occupa due intere pagine, la 32, la 33, con titoloni e scabrosi dettagli. Orfeo le include nel giudizio di crescita di livello dei contenuti offerti dalla nuova Repubblica. Il gioco della doppia pagina gratifica anche il Fazio della Rai. Storia fotografica del conduttore, una sua maxi immagine di com’è ora, intervistona a cura di Annalisa Cuzzocrea, altro acquisto della squadra multi rinnovata di redattori. Teleutenti felici, a Pagina 79, questa Repubblica informa sulla programmazione, scomparsa in precedenza, dei programmi Tv, ma solo di quattro reti Rai, due di Mediaset, una di La7, Ttv8, e Nove, e a partire dalle 19 in poi (???). Chiuso con il ‘nota bene’ di una scandalosa omissione: l’83% dei redattori di RaiNews2, ha sfiduciato il direttore del meloniano Petrecca. Che sia un evento a dir poco ‘rivoluzionario’ è certo, com’è certo che per la ‘nuova Repubblica’ non ha meritato più di un piccolo riquadrato, di poche righe alla pagina 29.


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