“Sono un politico, perciò una persona umana”

Felice l’intuizione di chi ha sospettato l’estraneità di papa Francesco all’ostracismo di Bagnasco, spalleggiato da alcuni cardinali della moderna Inquisizione, nei confronti delle Unioni tra omosessuali. Il presidente della conferenza episcopale italiana si era spinto a sollecitare il voto segreto sul decreto legge Cirinnà e aveva sollevato contestazioni dentro e fuori l’ambito del Vaticano. Bergoglio non ha peli sulla lingua e vestito di autorevolezza del mandato, non meno dell’impeto innovativo scandito fin dal momento dell’elezione, si è pubblicamente dissociato dall’ingerenza del clero nelle questioni poste dal decreto legge in discussione al Parlamento. “Arrangiatevi voi con il governo italiano”, ha tuonato il pontefice rivolto ai vescovi e ha zittito le malignità di chi gli attribuiva la condivisione della sortita di Bagnasco. Insomma si conferma la scomodità della rivoluzione di Francesco che smantella una dopo l’altra le rigidità della Chiesa arroccata su posizioni di potere temporale, protetto da insindacabilità e autoritarismo.

L’irruzione di Bergoglio nella vicenda delle Unioni Civili e dell’ingerenza nelle faccende della politica italiana è avvenuta durante il viaggio di ritorno a Roma dal Messico. Nell’esternazione si nasconde il sospetto (non provato) alimentato dalle voci che attribuiscono al cardinale Sepe una sollecitazione ai grillini per innestare la retromarcia e impedire l’approvazione della Cirinnà, e il fastidio per una presunta protesta del cardinale Re per il mancato appoggio della Cei al Family Day. Evidente l’importanza della dichiarazione di Papa Francesco: è tesa a stroncare ogni tentativo di condizionare il Parlamento nei prossimi giorni quando si andrà al voto sulla Cirinnà. Prevarrà la tendenza alla libertà di coscienza, ripenseranno i grillini al voltafaccia che ha costretto il Pd a rinviare di una settimana l’iter della discussione sul tema, avrà la meglio la coalizione cattodem-centrodestra-Forza Italia? C’è di che scoraggiarsi. Il legittimo riconoscimento dei diritti civili per le coppie omosessuali è fuori tempo massino rispetto a molti Paesi più evoluti e alle direttive europee, al buon senso, al sincronismo con l’evoluzione sociale del terzo millennio. La domanda conseguente è se i cattolici si riconoscono nel loro papa e ne condividono la politica di revisione del rapporto Chiesa-società. Bergoglio, in aereo, non ha toccato solo il delicato tasto delle Unioni civili. Riferendosi al razzista, omofobo Trump, che aspira nientemeno a succedere a Obama, ha bollato come farneticante la proposta di erigere un muro per impedire l’ingresso di migranti negli Stati Uniti attraverso il confine con il Messico. “Chi pensa a innalzare muri e non ponti non è cristiano.

” Il folcloristico nababbo ha risposto di essere cristiano e di ammonire il papa sul pericolo che il fondamentalismo islamico colpisca il Vaticano. “Il papa dovrebbe pregare che diventi presidente.” I seguaci repubblicani di Trump hanno attaccato Bergoglio. Lo hanno accusato di essere marxista, trotzkista. Risponde Papa Francesco “Aristotele definisce gli uomini ‘animali politici’. Bene, vuol dire che sono una persona umana”.

 

Nella foto Papa Francesco


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