Donald Trump sempre più bipolare.
Da un lato, potrà ottenere lo storico risultato di far cessare il conflitto che da tre anni sta martoriando l’Ucraina, sedendosi al tavolo faccia a faccia con Vladimir Putin, senza la nullità dell’Unione europea che sa solo esser sempre più guerrafondaia e vero ostacolo ai negoziati; e senza il pupazzo di Kiev, Volodymyr Zelensky.
Dall’altro, però, con il fresco video creato dalla Casa Bianca via Intelligenza (sic) Artificiale sul ‘futuro’ di Gaza tutto grattacieli, resort & piscine, addirittura bordo piscina per un aperitivo con il boia nazi Bibi Netanyahu, mette a segno un clamoroso’ autogol: per ‘rispetto’ alla lobby israeliana che negli Usa impone la sua legge & il suo potere, oppure è solo una sceneggiata da classico ‘The Donald’? Comunque sia, un insulto senza confini alle oltre 50 mila vittime palestinesi uccise dal fuoco criminale di Tel Aviv.
Ma torniamo allo scenario ucraino.
E alle ultime parole pronunciate dal capo della Casa Bianca che si appresta a ricevere il burattino Zelensky per la consegna di una larga fetta delle ormai mitiche terre rare, un bottino da almeno 350 miliardi di dollari, non proprio noccioline.
Tra le frasi più forti quella sull’inizio della guerra. “L’ha cominciata Zelensky”, ha affermato il tycoon, facendo trasecolare Soloni & Patrioti dell’Occidente, soprattutto sull’ipocrita fronte europeo.
Le parole usate qualche sera fa da un incazzato e lucidissimo Massimo Cacciari, che ha mandato a quel paese la solita Lilli Gruber, fatta scendere d’un botto dal suo piccolo trono di (false) certezze storiche.
“Ma lo volete capire che l’Europa conta come il due di briscola – ha incalzato il filosofo veneziano – lo volete capire che Trump ha avuto il coraggio di togliere agli Stati Uniti la maschera di ipocrisia che durava da vent’anni?”.
Ha rammentato che la guerra non è cominciata nel 2022, come tutti blaterano: ma nel 2014, con il golpe bianco di piazza Maidan, l’insediamento di un governo fantoccio a Kiev, la guerra e l’eccidio in Donbass che ha causato 15 mila vittime ucraine-russofone di cui nessuno ha mai parlato. Ed ha ricordato alla smemorata Gruber quegli accordi di Minsk mai attuati. “Perché – ha urlato a pieno titolo Cacciari – non sono mai stati rispettati dall’Occidente? Perché sono state così causate tutte le decine di migliaia di vittime?”.
Ragionamento che non fa una grinza, quello di Cacciari. Totalmente dimenticato, ‘rimosso’ dal mainstream, dai media occidentali e soprattutto quelli di casa nostra, totalmente cloroformizzati, depistanti, inesauribile fonte di fake news e/o di gigantesche omissioni.
Come è successo, in modo emblematico e clamoroso, sulle vere origini del conflitto in Ucraina. Che la ‘Voce’ ha più e più volte ricostruito e documentato, soprattutto per non tradire la ‘memoria storica’ di fatti così tragici. E per non capovolgerla in modo totalmente irresponsabile.
Due gli episodi ‘storici’ clou.
In pole position l’accordo raggiunto nella primavera 1991 tra l’Unione Sovietica di Mikhail Gorbacev e le 4 potente occidentali (Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna e Germania) affinché la NATO non oltrepassasse la ‘linea dell’Oder’, neanche di un centimetro (‘one inch’). Patto successivamente e abbondantemente tradito, visto che l’AlleanzaAtlantica ha allungato i suoi tentacoli su tante ex repubbliche sovietiche e tante nazioni dell’Europa orientale.
Ecco il pezzo messo in rete dalla Voce a poche ore dallo scoppio del conflitto, il 22 febbraio 2022,
Poi, nel 2014, il golpe a Kiev, organizzato dal Dipartimento di Stato Usa e in particolare dal numero due, la ‘zarina’ Victoria Nuland: rovesciato in 24 ore il presidente democraticamente eletto nel 2010, Vicktor Yanukovych e iniziata l’aggressione – costata oltre 15 mila vittime innocenti – delle autorità (i pupazzi) di Kiev in Donbass. Infine la ciliegina, nel 2019, della plebiscitaria elezione come presidente del “comico fallito” – come lo ha bollato Trump – ossia l’ex pessimo guitto tivvù Zelensky.
Per illustrare meglio il complesso quadro geopolitico e ricordare la storia agli ignoranti – ossia a tutti quelli che parlano senza una minima cognizione di causa, una vergogna soprattutto per politici e mezzibusti – vogliamo proporvi, a seguire, un perfetto – e per questo rarissimo – esempio di giornalismo d’inchiesta, che non prende a calci la storia ma, anzi, cerca di sottrarla all’oblio. Soprattutto per rispettare tante vite umane andate criminalmente perdute.
Ci riferiamo ad un maxi reportage pubblicato da ‘Consortium News’, la stra-meritoria iniziativa che oggi compie esattamente 30 anni e fa del giornalismo investigativo la sua ragion d’essere. Venne infatti fondata nel 1995 dal grande reporter americano Robert Perry, il quale per l’Associated Press condusse all’epoca una storica contro-inchiesta sul ruolo svolto dalla CIA nel giallo internazionale Iran-Contras.
Ha appena pubblicato, Consortium News, un imperdibile pezzo firmato dal suo caporedattore, Joe Lauria, messo in rete il 25 febbraio e titolato Ukraine Timeline Telles The Tale
Da leggere tutto d’un fiato, caso mai ricorrendo al traduttore automatico. Fa capire come la storia, i fatti, vengano spesso e volentieri calpestati o, semplicemente, ignorati dal mainstream, dai media super omologati e genuflessi davanti al Potere, ai poteri.
Ecco, a seguire, un significativo passaggio.
“Per cercare di porre fine alla guerra, la Russia ha sostenuto gli accordi di Minsk, nati da un incontro al Cremlino con la cancelliera tedesca Angela Merkel nel maggio 2015. Gli accordi, approvati dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU con l’avallo degli Stati Uniti, avrebbero lasciato le province orientali separatiste all’interno dell’Ucraina con una loro autonomia. Tuttavia Francia, Germania e Ucraina, anche durante i tre anni (dal 2019 al 2022, ndr) sotto Zelensky, ne hanno bloccato l’attuazione. Merkel, il presidente francese Francois Holland e il presidente ucraino Petro Poroshenko, hanno tutti ammesso di aver preso in giro la Russia, affinchè la NATO nel frattempo armasse e addestrasse l’Ucraina”.
Capito, smemorati?
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