TRUMP / I MOTIVI DELL’IRA DI PUPAZZO ZELENSKY & DEL FANTASMA UE

Finalmente, dopo anni di black out, arriva un po’ di luce dalla Casa Bianca.

Le ultime frasi pronunciate da Donald Trump sul conflitto in Ucraina mettono una buona volta fine ad una sfilza di tragiche menzogne & farsesche sceneggiate. Bufale & fake news costate però la vita a decine di migliaia di soldati russi e ucraini e, soprattutto, a cittadini del tutto innocenti.

Ecco le più emblematiche.

Volodymyr Zelensky è solo un dittatore. Non eletto”.

Oggi ho sentito dire, beh, non siamo stati invitati ai colloqui di pace. Beh, siete stati lì per tre anni. Avreste dovuto finirla qualche anno fa. Anzi, non avreste dovuto neanche cominciarla”.

Pensate, un comico mediocre è riuscito a convincere l’America a sborsare oltre più di 350 miliardi per una guerra che non sarebbe mai stata vinta”.

Volodymyr Zelensky

Anche un negoziatore di mezza tacca avrebbe potuto risolvere le questione anni fa senza concedere alla Russia molto territorio, e senza perdere tutte quelle vite umane”.

Penso che i russi vogliano vedere la fine della guerra davvero. Penso che abbiano tutte le carte in regola per partecipare a qualsiasi colloquio di pace, a qualsiasi negoziato”.

Il grosso problema è stato l’allargamento della NATO ad est, che ha messo sotto forte pressione la Russia”.

Indignate le reazioni europee, di tutti quei leader che per tre anni 3 sono stati solo capaci di inviare armi & missili a Kiev e di fomentare la guerra, per raggiungere la vittoria finale contro il ‘macellaio’ (la prima volta fu Joe Biden a chiamarlo così) Vladimir Putin, anche a costo della pelle di tutti gli ucraini, secondo la promessa del pupazzo dell’allora Casa Bianca Volodymyr Zelensky.

Inviperite le mummie occidentali, come il premier laburista (sic) Keir Starmer, l’ectoplasma in attesa della condanna dal voto tedesco di domenica prossima ossia il Cancelliere Olaf Scholz, e l’altro zombie che regna all’Eliseo, senza sloggiare dopo il vaffa dei francesi, Emmanuel Macron.

La Macron-Starmer band, addirittura, sta programmando l’invio di un gigantesco contingente militare in soccorso dell’Ucraina: tanto per dare un calcio e buttar giù il tavolo di trattative appena iniziato a Riad, continuare nella forsennata guerra e soprattutto soddisfare i sempre più famelici appetiti dell’enorme apparato industriale e militare, vero motore per tutti i conflitti. Ora e sempre.

Emmanuel Macron con Keir Starmer

Una rapida risposta firmata Trump: “Se vogliono mandare soldati, splendido. Noi non manderemo nessuno. Noi stiamo creando un oceano che ci divide totalmente dalla guerra”. Da ogni guerra, viene da aggiungere, all’opposto delle ventennali strategie dem (e del ‘Deep State’) sempre favorevoli ai conflitti, ovunque e comunque. Con l’eccezione, per Trump, del demenziale progetto per la Striscia di Gaza: forse solo fumo negli occhi per Bibi Netanyahu? Speriamo.

Ma torniamo ai punti toccati da ‘The Donald’, in queste bollenti ore di botta e risposta con il guitto Zelensky.

E partiamo proprio da qui.

Con ogni probabilità pochi lo ricordano, ma l’attuale capo di Kiev fino al 2018 era un comico di mezza tacca, un Grillo mancato, che aveva un suo programma tivvù demenziale, ‘Servant The People’, su un canale privato dall’oligarca Ihor Kolomoiski, che poi sponsorizzò e pagò tutta la campagna presidenziale del 2019, vinta con un bulgaro 70 per cento e passa di consensi. Finanziatore del battaglione nazi ‘Azov’, saccheggiatore della ‘Private Bank’, braccato perfino dell’FBI, il super oligarca era un grande amico di Hunter Biden – rampollo del presidente Joe – addirittura cooptato nel CdA di ‘Burisma’, il colosso energetico ucraino eterodiretto dal super-faccendiere. E il criminale a capo del Battaglione Azov ha regalato, tanto per gradire, una faraonica villa all’amico Volodymyr in quel di Miami, da 34 milioni di dollari. E una ‘villetta’ da noi, a Forte dei Marmi: un saldo, appena 4 milioni e mezzo di euro.

Ihor Kolomoisky.

Capito il giro criminale? Per documentarvi meglio, vi riproponiamo un pezzo messo in rete dalla ‘Voce’ il 27 marzo 2022,

HUNTER BIDEN, ZELENSKY & IL SUPER OLIGARCA / MOLTO ATTENTI A QUEI TRE

 

Passiamo alle vere origini del conflitto. Che si compone di due fasi molto nette e precise.

In primo luogo, quel maledetto allargamento della NATO ad Est, oltre i confini del fiume Oder.

Era stato infatti sancito, da un preciso accordo raggiunto nella primavera 1991 tra le 4 potenze di allora (Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna e Germania) e il capo del Cremlino Mikhail Gorbaciov, che l’Alleanza Atlantica non avrebbe oltrepassato di un metro (‘one inch’, nel testo), quella invalicabile linea ideale ma rigorosamente geografica. Quel patto è stato ampiamente tradito nei decenni successivi, tanto che la NATO ha piazzato sotto il suo ombrello svariate repubbliche dell’ex impero sovietico. Vi riproponiamo un nostro pezzo ‘storico’, messo in rete a poche ore dall’inizio del conflitto, il 23 febbraio 2022,

LO SCOOP DI “DER SPIEGEL” / I PATTI 1991 CON LA RUSSIA TRADITI DAGLI AMERICANI. OGGI PUTIN HA RAGIONE…

La seconda fase comincia più di 10 anni fa, nel 2014, quando va in scena il ‘golpe bianco’ di piazza Maidan, per la regia della numero 2 del Dipartimento di Stato Usa, Victoria Nuland. Un golpe che però, man mano, diventa rosso, rosso sangue, per i circa 15 mila morti provocati dalla guerra in Donbass: sempre dimenticata in modo totalmente omissivo e depistante dalla politica (sic) e dai media occidentali. Quei crimini contro la popolazione filo russa (e russofona) del Donbass contavano come il 2 di briscola? E sarà proprio quel golpe a portare ad una serie di presidenti-fantoccio, burattini nelle mani degli USA: ciliegina sulla torta, il guitto Zelensky nel 2019.

Victoria Nuland

Tutto ciò sta alla base del conflitto, e quindi anche del nuovo ‘Teorema Trump’: attaccato in modo penoso dai Soloni UE e dai sempre più cloroformizzati e asserviti media.

Per districarci meglio nella complessa rete delle ultime vicende sul fronte ucraino, vi proponiamo la lettura di alcuni stimolanti interventi.

Sulla inverosimile sceneggiata-Mattarella che paragona la Russia al Terzo Reich, un illuminante intervento di Pino Cabras (mettere il pezzo inviato IERI via MAIL da ALE)

Messo in rete da ‘Il Giornale d’Italia’ e firmato da uno dei pochi analisti dotati di grande lucidità geopolitica, Lucio Caracciolo,  L’Ucraina è spaccata e l’Europa marginale: a Parigi un vertice improvvisato 

Ecco poi, sempre dal Giornale d’Italia, autore Alessandro Orsini,  Ucraina: Meloni e Draghi sono due falliti 

Infine, un pezzo dello scrittore ed editore di ‘Crisis Magazine’, Eric Simmons, pubblicato dall’ottimo sito ‘AntiWar’,  Trump looks to correct disastrous 1990, mistake


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