È frequente (ma non troppo), l’inclusione di altre lingue nella mia scrittura quotidiana: parole e verbi del latino da cui discendiamo, del napoletano, idioma senza confronti quanto a ricchezza onomatopeica, dell’universale spagnolo e soprattutto dell’inglese. Ad esempio di “endorsement”, in italiano “gradimento”, che nel caso qui raccontato calza ‘a pennello’.
È cosa conclamata, il Festival di Sanremo (numero 75,) che i suoi fans negano soffra gli acciacchi della vecchiaia, vive anche di numerosi ‘borderline’ (altro efficace inglesismo) e se quest’anno ha bocciato per ovvi motivi di ‘bavaglio’ il rito di monologhi antigovernativi, non è però esente da effetti collaterali per la presenza di artisti, meglio di artiste, impegnate oltre che per concerti e proposte discografiche anche nella “guerra” in difesa della dignità e dei diritti delle donne. Lo fanno in ogni sede, ad esempio nella sala stampa dell’Ariston e rischiano vendette che potrebbero ostacolare la loro carriera di cantanti. A ‘tu per tu’ di Lucci (Striscia la notizia) con Giorgia, voce superba, interprete affascinante: “Per San Valentino, vuoi mandare un bacio alla Meloni?” “No, mando baci solo a donne che lavorano e che si fanno il mazzo in mezzo agli uomini”. Risale al 2022 il commento ironico della cantautrice al reiterato “Io sono Giorgia, sono una donna, sono una madre, sono italiana, sono cristiana”. La cantante: “Anch’io sono Giorgia, ma non rompo i c****ni a nessuno. Io sono cresciuta in un contesto diverso e quindi…”. C’è altro. Hanno chiesto a Elodie, tra le artiste più seguite del panorama musicale italiano e nota progressista: “Voteresti per la Meloni?”. Risposta: “Neanche se mi tagliassero una mano.” Elodie si dichiara ‘donna di sinistra. No, Giorgia, con te mai, il tuo programma mi fa paura”. Non è da meno la stoccata di Rose Villain: “Sono femminista e Giorgia (Meloni) non è certo il mio modello. Le donne al potere possono fare tanto, ma potevano esserci tanti uomini che avrebbero lottato per le donne e per i diritti molto più di lei”. E criticata per il look audace, per lo spirito di seduzione, risponde: “Sul palco mi piace sentirmi donna, quando sminuiscono il mio talento perché sono una bella ragazza, mi fanno inca**are. Criticano per come mi vesto: “E poi fa la femminista”. Lo sono, posso fare quello che mi pare e dire quello che penso. Da donna sono libera di sentirmi sensuale quando voglio”. Epilogo: donne della musica in campo contro Meloni (come Levante anche la ventenne Ariete ha invitato i giovani a non votare la destra). Che dire, vuoi vedere che l’antimelonismo è donna?
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