EUROPA IN CRASH / SENZA POLITICA, SENZA MORALE, SENZA FUTURO

Europa in crash. Un suicidio perfetto ‘studiato’ per mesi e mesi dal Presidente della Commissario UE Ursula von der Leyen & dalla sua gang: per massacrare società, economia e politica di tanti stati del Vecchio Continente ridotti ormai in macerie e quindi sempre più alla mercè della potenza a stelle e strisce che ha sempre dettato legge per i nostri poveri destini. E oggi ci riduce allo stremo: ce lo siamo ben meritato, da servi che più sciocchi non si può.

Abbiamo speso palate miliardarie per inviare armi a Kiev, obbedendo ai diktat dell’ex numero uno della Casa Bianca Joe Biden e agli imperativi NATO. E lady von der Leyen, insieme ai Segretari Generali dell’Alleanza (prima il norvegese Jens Stoltenberg e da qualche mese l’olandese Mark Rutte), ha seguito in modo perfetto il Verbo del presidente-pupazzo Volodymyr Zelensky: “dobbiamo vincere questa guerra e sconfiggere il macellaio Putin. Fino alla pelle dell’ultimo ucraino”.

Volodymyr Zelensky. Sopra, Ursula von der Leyen

Ora ci troviamo totalmente spiazzati, con un pugno di mosche in mano, la voce europea non conta un cavolo a livello internazionale. Tanto che il nuovo presidente Usa, Donald Trump, vuole negoziare la pace solo e unicamente con Vladimir Putin. Alla porta Zelensky e, soprattutto, l’inutile UE che starnazza con un’oca da cortile di paese.

Europa che però dovrà comunque aumentare il suo budget di spesa militare: fino al 5 per cento, ordina Trump a tutti i paesi che vogliono continuar a bivaccare nella NATO. Almeno il 3 per cento subito, commenta Rutte. Altrimenti perfino gli stessi Usa lasciano l’Alleanza (e l’Europa s’inabissa come un Titanic fra i marosi), proprio come intendono fare con l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che finirebbe sotto il totale controllo di Bill Gates.

Il mondo cambia pelle in un baleno, con il gendarme Usa che mostra il suo vero volto, da capitalismo sfrenato allo stato puro. Tutto diventa ‘mercato’, una compravendita continua, mentre l’Europa sta a guardare e ogni decisione passa sopra la sua testa: conoscono bene, le grandi potenze, la totale nullità di quel colosso dai piedi d’argilla, completamente muto e insignificante sotto il profilo politico. Ha mai detto una parola a favore di negoziati veri per l’Ucraina, la nostra sgarrupata UE? Ha mai mosso un dito, anche solo mezzo, per cercare di fermare il massacro dei palestinesi nella ormai distrutta Gaza? Neanche un battito d’ali, da autentico ectoplasma.

Vergogna.

Donald Trump

Ed ecco che il Gran Mercante ‘The Donald’ alza il telefono e parla per un’ora e mezza con Putin: presto si vedranno, questione di settimane, forse di giorni. L’idea base è comune: la guerra è costata troppo sangue, deve finire al più presto. Ma – precisa Putin – occorre mettere sul tavolo i veri motivi che l’hanno provocata, ossia la fortissima pressione sul fronte orientale esercitata, a partire dal 1991, dalla NATO in direzione Russia, inglobando pezzi dell’ex Unione Sovietica.

Trump va anche più in là: e sottolinea che non se ne parla proprio di ingresso dell’Ucraina nella NATO (sarebbe certo un ottimo motivo per la miccia alla terza guerra mondiale), sconfessando quindi quanto i vertici UE hanno sempre sostenuto; e va con ogni probabilità a farsi benedire anche l’ingresso di Kiev nella sempre meno credibile Unione europea.

Batte subito cassa, il Trump al suo bis. Per tutte le spese militari affrontate dagli Usa durante i quasi tre anni di conflitto, e le maxi forniture pro Kiev, ora presenta una bella fattura al burattino Zelensky che subito accetta: 500 miliardi di dollari in ‘terre rare’, che contengono quei famosi materiali vitali per far funzionare chip & elettronica d’ogni specie, evitando quindi di dipendere da Taiwan e dalla stessa Cina. E in quest’ottica, non è affatto escluso che Taiwan possa rientrare nella madrepatria cinese: sarebbe ovvio e naturale. Un altro focolaio di guerra possibile (e da molti ‘esperti’ data quasi per scontata) potrebbe quindi essere disinnescato.

Molto più complessa la situazione nel sempre più bollente Medio Oriente. Stavolta la proposta trumpiana di ‘spostare’ in blocco (leggi deportare) tutti i 2 milioni e 200 mila palestinesi come un ‘pacco da macello’ dalla Striscia di Gaza tra Egitto e Giordania, è una totale follia. Per fortuna ha subito incontrato il NO perfino dei paesi arabi più moderati.

Pezza a colori, anzi a stelle e strisce: spostiamo tutti per poter fare la ricostruzione, caso mai quella Mega Riviera stile Costa Azzurra! Trump, comunque, ha subito assicurato: tranquilli, nessun conflitto d’interessi, le mie imprese non muoveranno un mattone. Intanto, però, i famigerati ‘Fondi’ – che ormai dettano legge in mezzo mondo e riciclano a più non posso – si sono già prenotati, e aspettano il momento per fiondarsi sulla preda, come perfetti avvoltoi.

La sede di BlackRock

Del resto, per la super ghiotta ricostruzione in Ucraina da mesi e mesi il numero uno dei ‘Fondi’ a livello internazionale, ‘BlackRock’, sta scaldando i motori, ha predisposto i piani e non vede l’ora di mettersi all’opera (Ucraina vero Eldorado, dunque, per gli Usa, fra terre rare & mega appalti pro ricostruzione!).

Altre carnevalate a parte (come il caso Groenlandia, Panama e il Golfo del Messico da ribattezzare), il Tycoon è partito lancia in resta con i dazi: sbandierati contro Messico e Canada, poi rinviati di un mese e a forse mai (ma ha subito ottenuto un rafforzamento militare ai confini dei due paesi in chiave anti immigrati), e soprattutto minacciati contro l’Europa, un’altra randellata da novanta.

Ma non è finita qui. Perché un altro terreno di scontro è quello – sempre più scivoloso – dell’Intelligenza artificiale. ‘The Donald’ sbandiera un piano di investimenti privati e pubblici (ma Elon Musk stavolta minimizza) da ben 500 miliardi di euro (una cifra che ‘tira’ oggi alla Casa Bianca), e lady von der Leyen pigola e cerca di rispondere con un suo piano da 200 miliardi: dove sogna mai di trovarli?

Per finire, qualche flash sullo sfascio politico europeo.

Fra 10 giorni, il 21 febbraio, storiche elezioni in Germania. L’esito potrebbe essere deflagrante: la prevista debacle del Cancelliere Olaf Scholz, un boom dei nazisti di ‘Allianz fur Deutschland’, un epico flop della SPD che fu di Willy Brandt ed Helmut Schmidt, una totale ingovernabilità a meno di alleanze ‘sporche’.

Olaf Scholz

Proprio quello che sta succedendo in Austria, senza governo da oltre 4 mesi. Le hanno provate di tutte, anche il timone del governo al nazi di turno. Ma niente. Adesso il capo dello Stato sta studiando l’ennesima acrobazia. Per non parlare della Francia. Che dopo mesi e mesi di acrobazie e giravolte, da un mese e mezzo ha un esecutivo che più precario e instabile non si può, marcatamente di destra-centro, nonostante alle elezioni abbia vinto la ‘sinistra’. Anche gli storicamente incazzosi francesi ora sonnecchiano. Non è arrivata l’ora di svegliarsi per una nuova Bastiglia? Per non parlare di polveriere est europee, come la Romania… Insomma, Europa alla Frutta. E noi con Meloni a far ridere i polli: ma piangere gli italiani.


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