Nella martoriata Napoli, passata alle cronache di mezzo mondo per le montagne di monnezza selvaggia e per i raid delle band di ragazzini in mitraglietta tra i quartieri delle periferie urbane, qualche bagliore arriva dalla cultura. Non dai salotti dei maitre e centi-maitre a penser di una borghesiucola che ha costantemente osteggiato il reale progresso dei cittadini, per asserragliarsi dentro i fortini del suo Potere grondante corruzione da tutti i pori (o porri, direbbero alcuni illuminati maitre). Ma da qualche presidio che ancora resiste sul territorio, avamposto di cultura di fronte ad un reale deserto dei tartari. E il nostro Drogo di buzzatiana memoria di chiama Gerardo Marotta, quasi novantenne avvocato, partigiano sempre in campo, da vent’anni in prima linea a denunciare la totale cecità di quella borghesiucola, e soprattutto quel “blocco sociale” fra politica & affaristi d’ogni risma che – al pari della monnezza tossica – ha inquinato in profondità le falde sociali e morali della città e di un intero territorio.
Anni cupi, i 2000, per l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, alle prese con una crisi economica che morde soprattutto chi cerca – fra mille ostacoli e mille intoppi burocratici – di fare impresa: e se quest’impresa si chiama cultura, comunicazione dei Saperi, il buio diventa ancora più fitto. Mancanza di fondi, ritardi colossali nell’erogazione di contributi già abbondantemente stanziati e mai visti, vacue promesse “pubbliche” mai mantenute, con una Regione Campania e un Comune di Napoli sempre pronti a sventolare progetti e iniziative, fumi politici ammorbanti. Da ultimo, il rischio che l’immenso – e d’immenso valore storico – patrimonio librario accumulato nei decenni possa andare in rovina: non riesce infatti a trovare una sua collocazione, un “asilo” ormai quasi “politico”. In qualsiasi paese civile, una simile “ricchezza” verrebbe subito preservata, accudita, valorizzata, fatta anche fruttare come enorme giacimento culturale mandato, per miracolo, dal cielo. Qui no. Incuria, menefreghismo, superficialità, oblio, al massimo parate paesane di folklore politico con le promesse formato babà.
Ma l’Istituto di Marotta (al fianco Antonio Gargano, memoria storica e braccio destro dell’avvocato-filosofo), pur tra le difficoltà continua a proseguire la sua marcia a base di seminari, convegni, iniziative; e c’è da sperare che anche quest’anno riesca a concretizzarsi la catena di seminari sparsi in tutta le regione e anche al sud, le ormai storiche “scuole estive”. Ecco, di seguito, una serie di appuntamenti previsti per questo scorcio finale di febbraio.
Venerdì 19 e venerdì 26 febbraio, alle ore 16.00, Alfonso Paolella, dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, terrà due seminari sul tema: Magia, astrologia e alchimia nel Rinascimento meridionale.
Lunedì 22, martedì 23 e mercoledì 24, alle ore 16.00, Alberto Postigliola dell’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”, terrà una serie di seminari sul tema: Genesi del testo. Genesi della libertà.
Lunedì 22, alle ore 15.30, nell’ambito del progetto formativo per insegnanti scolastici, Francesco De Notaris terrà una lezione sul tema: Noi custodi del creato. Coordinamento scientifico di Giuseppe Comella.
Venerdì 26, alle ore 15.30, Antonio Gargano terrà una lezione sul tema: Il materialismo storico e dialettico di Karl Marx, rivolta agli studenti dei licei interessati ad ampliare la loro preparazione scolastica in collaborazione con i loro docenti.
Venerdì 26, alle ore 16.00, Eduardo Simeone, dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, terrà una lezione sul tema: L’antico e noi.
Lunedì 29, alle ore 16.00, Massimo Capaccioli dell’Università degli Studi di Napoli “Federico” e dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, terrà una lezione sul tema: L’evoluzione del concetto di universo.
Lunedì 29, alle ore 16.30, in collaborazione con le associazioni Le tre Ghinee/Nemesiache e Eleonora Pimentel, Esther Basile, Rita Felerico e Maria Concetta Piacente presenteranno il libro di Ilaria Palomba dal titolo Homo Homini Virus. Coordina Mimma Sardella. Letture di Teresa Mangiacapra. Videoriprese di Rosy Rubulotta.
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