GRANE… “PER UN’AMICA IN PIÙ…”

Ella, anni 61, ex moglie di un Santanché, sentimentalmente longeva, dunque ‘fidanzata’ di Kunz, successore dell’ex Canio Giovanni Mazzaro, amica fi Briatore, ma soprattutto di Giorgia, che l’ha cooptata nell’esecutivo per devozione a una sua sorella in Fratelli d’Italia, ovvero per improvvido amichettismo, sostantivo di permanente frequenza nel personale dizionario delle premier. Daniela, ricordate la strampalata campagna promozionale del ministero del turismo da lei maldestramente ‘occupato’, l’indecorosa caricatura della Venere di Botticelli che fece gridare allo scandalo? Bene, anzi male, La Santanché è oggetto di rinvio a giudizio con l’accusa di falso in bilancio e a marzo sarà processata, ma in un futuro non lontano dovrà rispondere anche di truffa aggravata a danno dell’INPS, del fallimento dei Ki-Group, della liquidazione giudiziaria per Bioera, prologo di possibili accuse penali di Bancarotta. Daniela è in buona compagnia di altri sedici imputati (il fidanzato attuale, il suo ex compagno, la sorella, la nipote, eccetera).

NOI SÌ, NOI ABBIAMO FATTO NOSTRO IL CONSIGLIO DEI NONNI che dall’alto della loro esperienza e illuminati dalla saggezza dei capelli bianchi, nella fase delicata di passaggio dalla pubertà alla giovinezza immaturi, hanno acceso in noi nipoti l’allerta per la scelta di amici leali, bene educati, senza grilli nella testa. Lei no, Giorgia ha praticato in misura indiscriminata l’adunata intorno a sé di soggetti con l’unico ‘pregio’ di obbedire da fedeli cortigiani, raccattati alla rinfusa nel deficitario ambito dell’amichettismo, del parentato, Lei no, indotta dalla spocchia di figlia della ‘fiamma tricolore’ a compensare con il potere di sola donna al comando, lacune, inadeguatezza, incompetenza dei sudditi. Priva del prezioso ammonimento sui criteri di scelta degli amici, ella procede come funambola in bilico sul filo del rischio, è sul punto di sbandare, di cadere nel vuoto privo della rete di protezione. A soccorrerla non c’è uno straccio di amico/amica. Ed è suo l’ingrato compito di eludere il pressante invito di quei ‘cattivi’ dell’opposizione a liquidare con un brusco benservito la cara amica Santanché. Lo farà? non lo farà? Per la signorina presidentessa del consiglio è solo un’altra grana ed è probabile che paradossalmente la utilizzi per consolidare il dogma di lei ‘giglio tra le rape’,  colonna portante della destra, costretta a coabitare con inetti a Palazzo Chigi. Il suo problema, povera ‘santa donna’ è il gap di fanciulla defraudata, per colpa non sua, dei consigli in tema di amicizie frequentabili. In verità, anche se avesse valutato con l’‘aiutino’ dei nonni l’importanza di amicizie specchiate, dove avrebbe potuto volgere lo sguardo se nella visione panoramica delle opportunità non c’era di meglio di La Russa, Salvini, Nordio, Lollobrigida, Valditara, Roccella e appunto Santanché? A gran voce Schlein e compagni pretendono che la sorella d’Italia numero uno licenzi l’amica Daniela, i bene informati raccontano il suo dolente sconcerto, la frustrazione per la fede smarrita nell’amichettismo.

[“Ahi serva Italia, di dolore ostello”: questo verso iniziale di una celebre invettiva di Dante Alighieri  introduce la sua amara riflessione sulla  condizione politica dell’Italia]


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