Clamorosa retromarcia (in parte bis) del re di tutti i social, Mark Zuckerberg, al timone del colosso META che raduna sotto il suo protettivo ombrello griffe note in tutto il mondo come ‘Facebook’, ‘Instagram’, ‘WhatsApp’ e ‘Messenger’, per citare solo le più celebri.
Pochi giorni fa, per la precisione il 7 gennaio, ha ammesso gli errori commessi sul fronte di ‘censure’ e limitazioni della libertà di espressione in rete. E ha puntato l’indice contro la Casa Bianca griffata Joe Biden per le pressioni esercitate sui social ai tempi della pandemia. Un’accusa, quest’ultima, già formulata un anno fa e ora rincarata.
Partiamo dalle news e scorriamo i passaggi salienti delle sue fresche dichiarazioni al calor bianco contenute in un video.
“Torneremo alle nostre radici e ci concentreremo nella riduzione degli errori, nella semplificazione delle nostre politiche e nel ripristino della libera espressione sulle nostre piattaforme”.
“Più specificamente, ci libereremo dei fact checker e li sostituiremo con Community Notes simili a quelle di X, a partire dagli Stati Uniti”.
“Abbiamo raggiunto un punto in cui ci sono troppi errori e troppe censure. E’ ora di cambiare profondamente”.
“Negli ultimi quattro anni il governo statunitense ha fatto pressione per una maggiore censura e in questo modo ha incoraggiato anche altri governi a farla. Ma ora abbiamo l’opportunità di ripristinare la libera espressione e circolazione delle idee. Non vedo l’ora di coglierla”.
Un mea culpa in piena regola, un’ammissione che più forte e totale non si può circa i giganteschi errori commessi e le censure attivate, soprattutto per obbedire ai diktat della Casa Bianca. Ora, con il Donald Trump 2, è ora di cambiare aria. Allineandosi, di fatto, alle strategie social made in Elon Musk, il braccio destro a tutto campo del tycoon.
Folli esternazioni (soprattutto sul versante ‘estero’ e filo nazi) a parte, sul fronte anti-censura s’è mosso già tre anni fa, nel 2022, il patròn di ‘Tesla’ e ‘X Space’: quando acquistò ‘Twitter’, subito ribattezzata X. E vennero immediatamente alla luce i ‘Twitter Files’, ossia una montagna di materiali sepolti negli archivi, censurati con la mannaia e quindi negati alla conoscenza degli americani e non solo. Soprattutto, ancora una volta, sul fronte delle politiche governative Usa per il Covid, quando tutti i pareri di scienziati e ricercatori indipendenti (dal potere di Big Pharma) venivano regolarmente oscurati & censurati. Gran regista del Maxi Insabbiamento & Depistaggio scientifico, all’epoca, fu il virologo che ha affiancato ben 7 presidenti Usa, Anthony Fauci, per il quale un mese fa Joe Biden è arrivato farsescamente a proporre la ‘grazia preventiva’, visto lo tsunami giudiziario che potrà arrivare appena si insedia l’amministrazione Trump.
Torniamo al ‘pentito’ Zuckerberg. Che ha appena rivoluzionato i vertici direttivi di META.
Il 3 gennaio, infatti, ha lasciato la strategica poltrona di capo delle relazioni globali Nick Clegg, ex leader dei liberal democratici britannici, il quale aveva fondato e coordinato per anni proprio il potente Comitato di Controllo a Facebook, il super organismo chiamato a tutelare la Verità e usare la scure della Censura. Al suo posto è arrivato Joe Kaplan, repubblicano e oltre un ventennio fa vice capo staff di George W. Bush: per la serie, a volte ritornano.
Un ribaltone anche in seno al Consiglio d’amministrazione di META.
Ha fatto notizia, qualche giorno fa, il clamoroso ingresso del ‘nostro’ John Elkan, Ceo di ‘Exor’ nonché presidente esecutivo di ‘Stellantis’ e ‘Ferrari’.
Non fa meno rumore la nomina di un grande amico di Trump, ossia Dana White, presidente di ‘UFC’, ossia ‘Ultimane Fighting Championship’, l’associazione di arti marziali a stelle e strisce.
A completare il tris d’assi c’è poi Charlie Songhurst, ex generale manager di un altro colosso, ‘Microsoft’.
Nel corso dell’ultimo anno Facebook-Meta ha oscurato senza motivo i profili della Voce, causando al giornale enormi danni per la perdita di migliaia e migliaia di follower, conquistati in oltre 10 anni di giornalismo d’inchiesta. Abbiamo provveduto a denunciare alla Polizia Postale di Napoli i reati commessi a nostro danno dal colosso targato Zurckeberg, in attesa di procedere ad una denuncia penale e di chiedere il risarcimento degli ingenti danni subiti. Ci risulta che la Polizia Postale stia ancora indagando.
Potete ripercorrere la vicenda dando una scorsa a due pezzi messi in rete nei mesi scorsi.
E’ del 29 settembre 2024
MARK ZUCKERBERG / CENSURE A GO GO VIA FACEBOOK-META
E del 19 agosto 2024
FACEBOOK / DOPO LA GHIGLIOTTINA DI MAGGIO, IN UN MESE CENSURA 3 ARTICOLI DELLA ‘VOCE’
Per ascoltare dalla viva voce di Zuckerberg le accuse lanciate alla Casa Bianca, ecco poi un pezzo messo in rete da ‘Il Giornale d’Italia’ il 12 gennaio, ‘Zuckerberg: ammette di nuovo la censura su Facebook. Pressioni del governo Biden per eliminare dai social gli effetti avversi dei vaccini covid – Video
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