Genocidio, massacro di innocenti, strage, crimini contro l’umanità, sterminio di donne, bambini, brutalità, infamia: parole, parole come pietre, incise nella mente, nel cuore di chi esercita il diritto morale di farne uso per scrivere la sentenza di condanna dello Stato di Israele che si consegna alla violenza disumana di Netanyahu. Parole come pietre. Carlo Levi scolpì l’idea che rappresentano l’essenza di un sentimento altrimenti definibile con fiumi aggettivazioni. Nell’estensione del significato l’espressione include molto altro: “una parola può creare, esaltare, estasiare, immortalare, ma può ferire, lacerare, distruggere, uccidere. Camilleri: “Le parole sono pietre, possono trasformarsi in pallottole, bisogna pesare ogni parola che si dice. Altri: “Le parole hanno il potere di cambiare il mondo ma con grande facilità possono distruggerlo”. È perciò incomprensibile che il rispetto calpestato da aggressivo sessismo e la gratuita, sboccata brutalità di parole come pietre godano dell’assoluzione di rispettabili intellettuali, di simboli della femminilità; che l’autore di parole indecenti sia idolo di giovanissimi aggrediti da un gergo rappista che scardina i fondamenti dell’etica. Da non credere la fila di decine di ragazzi in attesa di firma del giovane cantante sulla copertina del suo album. Spuntano attestati di solidarietà per Effe e richiedono note di controinformazione.
Parole come pietre. Rosa Luxemburg: “La libertà è sempre la libertà di coloro che pensano diversamente”. Pensiero pienamente condiviso ma con riserva. Un conto è pensare diversamente, altro abusare brutalmente di popolarità per vomitare, come fa Tony Effe, volgarità ed espressioni che offendono la donna, il decoro generale. La saggezza di Fazio rende giustizia alla condanna del rapper, che a dire di qualche collega (anche donne) sarebbe vittima di censura. Si può, si deve supporre che quando è stato invitato per partecipare al concerto di Capodanno Gualtieri e chi ha delegato per l’organizzare l’evento non conoscesse i testi del rapper. Errore, certo, rimediato in extremis con l’esclusione di Effe. E sonno da condividere le ‘parole come pietre’ di Fabio Fazio nel contesto di “Che tempo che fa’: ha sottolineato l’importanza del giusto utilizzo delle parole per un artista come Tony Effe, accusato di inviare messaggi misogini in testi delle sue canzoni: “Senza alcun moralismo, lo dico da uomo di spettacolo, quello penso che per un artista sia imperdonabile lo spreco delle parole. Chi fa comunicazione, o chi fa musica, ha un’arma potentissima che è quella della canzone e delle parole. Le parole sono una cosa meravigliosa se usate bene e un artista prima di adoperare una parola che abbia significato violento o sprezzante, in questo caso proprio violento nei confronti delle donne, dovrebbe pensarci milioni di volte”. Parole? Per esempio: “Metti un guinzaglio alla tua ragazza e si comporta come una t…”, (troia), “La tua tipa tra i miei seguaci mi vede e dopo apre le gambe la sc*po e poi si mette a piangere…”, “Ti sputo in faccia solo per condire il sesso / Ti chiamo ‘puttana’ solo perché me l’hai chiesto Ti piace solamente quando divento violento”, “Non mi piace quando parla troppo. Le tappo la bocca e me la fott…”.
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