Tony Effe-Fedez (l’ex della Ferragni interrogato, tra Vannacci e Schlein, ha detto di preferire il ‘generalisssimo!!!). Bella coppia. Se questo è il prodotto delle new generation s’impone la domanda sollecitata da questo ‘caso’ esplosivo su chi, in età da bianco dei capelli, pratica il comodo ‘lavarsene le mani’ per ottenere una pavida auto assoluzione e perché. Sono probabilmente gli stessi soggetti convinti, a torto, che i giovani d’oggi sono migliori di loro”. Gualtieri, sindaco di Roma, si prepara al faraonico ’evento del ‘Giubileo’ e confessa (cosa in verità apprezzabile e molto rara), di aver sbagliato a includere Tony Effe nel cast del concerto di Capodanno, ma non recede dalla sofferta decisione di cancellare l’invito. Svicoliamo dalla generale diatriba innescata dalla decisione, certi che l’intensità mediatica di cui gode distolga l’attenzione dalle tragiche vicende belliche in corso, dall’ecatombe di vittime civili e militari, dalla disumanità di Netanyau, dalla tragedia di povertà estreme e del loro opposto, di ricchezze smisurate.
Nelle prossime righe un significativo menù di oscenità che il rapper Effe, appena ‘licenziato’ da Gualtieri, esibirà comunque nel concerto concomitante di Capodanno nel Palaeur, evento in vendicativa contrapposizione con l’iniziativa del Campidoglio. Il bagaglio musicale del rapper che qualche ‘collega’ ritiene vittima di censura: soldi, griffe e donne raccontati in forma degradante, crudezza che confina con la volgarità. Cioè, Tony Effe cattivo modello per i giovani, istigatore di violenza, portavoce di un mondo che vorrebbe ancora le donne assoggettate e schiave. Stralci dai testi delle sue canzoni: “Arriva Tony…volano schiaffi e reggiseni” … “con una sola botta faccio due gemelli” … “lo facciamo in macchina”. Il commento di Silvia Costa: “Le donne canterebbero i testi di Tony Effe?” Ancora il rapper: “Ti sputo in faccia solo per condire il sesso”… “Ti chiamo puttana solo perché me l’hai chiesto”… “Ti piace solamente quando divento violento”…“Lei la comando con un joystick”…”Le tappo la bocca e me la fotto”… “Serve una che mi succhi il c****” … “Fai capire che sei tutta porca da come lo tieni”… “Fai vedere che te la vuoi bere quella che ho da dare”… “Vendevo la zippetta sotto i portici, la prima rapina fatta ai 14 , ai 17 raccoglievo i bossoli, mangiavo e campavo coi soldi dei tossici”…“Ti suono come suonano il pianoforte, senza che tiro fuori la 9 dai boxer”.
Di qui viene da pensare ai giovanissimi fruitori di questa letteratura rap diseducativa, ai followers di un divulgatore di oscenità e perché no, alla tragedia di Gisèle, drogata e costretta dall’ex marito a essere stuprata da 51 uomini (uomini?) di tutte le età. L’esclusione di Tony Effe da un evento amplificato dalla televisione, non ha nulla in comune con la censura. Dispiace che non ne abbiano consapevolezza alcuni colleghi, evidentemente motivati da discutibile solidarietà di casta e perfino qualche giornalista in altre faccende impegnato, magari noto come tutor nel percorso di positiva evoluzione dei giovani. Tra i difensori di Effe anche c’è anche la, conduttrice del programma Mediaset “Uomini e donne”, autrice (immaginate di cosa?) eh sì, del libro autobiografico “Le corna stanno bene su tutto”.
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