Incollati alle poltrone

C’è davvero da preoccuparsi, da temere che la componente manageriale italiana di Stellantis sia davvero scadente, inadatta a gestire il colosso mondiale dell’auto. A giusta ragione la rubrica quotidiana di La7 ‘Omnibus’ ha promosso l’a tu per tu tra Manca, capo delle risorse umane del Gruppo e il leader di Azione. Dal confronto-scontro si evince che uno dei big di Stellantis sa poco o nulla di una delle produzioni di prestigio, della Maserati. La crisi, tenta di spiegare dipende dall’età avanzata dei dipendenti. Calenda: “Ammetta che invitarli all’acquisto ‘agevolato’ di auto, dal costo tra 80 e 180 mila euro, è stata una cazzata. E poi, Lei sa in percentuale quanto è calata la produzione di queste auto?” Alla domanda reiterata il manager ha dovuto rispondere che sì, è stata una cazzata e ha balbettato sulla dimensione della crisi. Calenda: “Maserati nell’ultimo anno ha perso il 70%. Doveva diventare la nuova Porche oggi produce un ottavo di quello che produceva. Il problema non sono gli operai anziani, è il management. Se lei non conosce i numeri della sua casa di produzione c’è un problema”. Ed Elkan, anziché affrontare giorno e notte la gravità del ‘caso Fiat’, partecipa assieme all’élite della politica mondiale alla celebrazione del restauro della monumentale Notre Dame.
A Parigi Giorgia non poteva dare forfeit e una ragione in più per accettare l’invito di Macron è nell’immagine dell’idilliaco abbraccio con il tronfio Trump, il ‘face à face’ con l’oligarga afro-americano Musk, ma soprattutto l’alibi per estraniarsi, come è suo indecente costume, dalle accuse per il flop dei centri-penitenziario albanesi.
Arriva un nuovo schiaffo per uno dei suoi, il contestatissimo Piantedosi. Un’altra sentenza di un tribunale italiano sancisce l’illegittimità del fermo della nave civile di soccorso Sea-Eye4. La decisione si deve alla giudice Ida Cuffaro, figlia dell’ex presidente della Sicilia Totò, che molto probabilmente non l’ha condivisa. La polizia aveva bloccato la nave a Vibo Valentia dopo lo sbarco di 48 sopravvissuti al naufragio (anche due neonati). I migranti erano stati soccorsi in acque internazionali tre giorni prima.  dalla Sea-Eye 4e manovre criminali intorno al gommone stracolmo di una motovedetta consegnata alla Libia dal governo italiano. Finirono in mare donne e bambini (una incinta perse il figlio che aveva in grembo). La sentenza: “Iniziava una pericolosa manovra, interponendosi tra la Sea-Eye 4 e l’imbarcazione con a bordo i naufraghi, circumnavigando quest’ultima, creando onde pericolose per il gommone, che iniziava ad imbarcare acqua”.

Dopo il salvataggio al capitano della Sea-Eye 4 sono stati notificati il fermo amministrativo della nave di 20 giorni e una multa di tremila euro, “Per non aver seguito le istruzioni della guardia costiera libica”, abituale, indecente accusa per fermare in porto le navi delle Ong. Il Tribunale di Vibo Valentia, verificato il corretto operato della nave di soccorso e il comportamento criminale della Guardia costiera libica, dei miliziani che fanno deportazioni e non salvataggi, ha dichiarato illegittima la decisione e l’ha quindi annullata. Ha condannato i ministeri dei Trasporti (Salvini) e delle Finanze (Giorgetti) a pagare 10.860 euro e spese varie. La decisione di Piantedosi era basata sul nulla.  Dimissioni del ministro? Ma no, con Giorgia nume tutelare non si dimette nessuno.


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