Amici cattolici, fare miracoli, nell’infinito racconto dell’umanità è stato ed è privilegio di beati e santi, per cui è a rischio blasfemia includere i titolari di pensioni minime nel ruolo di soggetti terreni del Bel Paese abilitati a fare miracoli. Ma riflettiamo insieme su questa dissacrante, realistica tesi. Dato di partenza è la stupefacente cifra di 616 euro, virgola 57 centesimi della pensione aggettivata con l’infelice postilla di ‘minima’. Apriamo una parentesi, citiamo il caso emblematico di un italiano sfortunato, ma non al massimo della iella. È single e delle due l’una: o si sfama con un pasto caldo della Caritas per pagare il fitto di una stanza dove sopravvivere e dormire, o si concede un pasto e si fa ospitare da un dormitorio pubblico per senza tetto. Ecco, quel destinatario dei 600 euro mensili osa competere con i santi, si propone l’assurdo prodigio per i beati impossibile di arrivare in vita alla terza e quarta età, nonostante la pensione minima. Il culmine della dote di far miracoli ha come protagonista un’intera famiglia, che sopperire alla complessità delle esigenze quotidiane dispone di 20 euro al giorno. Infierire nel raccontare la violenza istituzionale subìta da questi ‘disgraziati’ è lo ammetto un evidente attestato di maligno antagonismo nei confronti del governo. Perché ignora, in mala fede, la generosità solidale della politica, che con apprezzabile sensibilità affronta il problema e lo risolve. I 614,77 euro sono solo un ricordo perché cancellati e sontuosamente rivalutati. Non più 614,77, ma la bellezza di 616,57. Convenite, la differenza di +1,8 euro al mese è strabiliante.
Miracoli, dunque, ne fa anche il governo e non scalfisce questo prodigio la news parallela del dono di Natale ricevuto in anticipo da Salvini. Altro che miracolo, il comitato per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile, convocato in tutta fretta, su proposta del leghista Molinari scippa tre miliardi al Sud, assegna le risorse del fondo di sviluppo e coesione al ministero delle Infrastrutture, a Salvini, per un nuovo, cospicuo finanziamento all’inutile, contestatissimo ponte sullo Stretto. Boccia, capogruppo Pd al Senato (su ‘Repubblica’): “Un governo che non investe nella sanità pubblica, ruba soldi al fondo di sviluppo e coesione”. Bonelli di Sinistra-Verdi: (su ‘Repubblica’) “La Meloni piega la testa di fronte alla follia di Salvini, sottrae miliardi per il trasporto pubblico, la scuola, la manutenzione del territorio, al Sud destinatario dell’80% dei fondi. I 5Stelle: (su ‘Repubblica’) “Sciacallaggio che penalizza le regioni meridionali”. E il mite Tajani, protagonista di solo apparente antitesi con la Lega: (su Repubblica’). “Il ponte è un’opera voluta da Berlusconi, non possiamo che essere favorevoli”.
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