Augias-Scurati: il bello della cultura

Per fortuna della democrazia ci sono menti elevate che attivano la memoria degli italiani negligenti, di negazionisti della tragedia che ha ridotto il Bel Paese in macerie, non solo materialmente. Ieri splendida puntata di “La torre di babele’(la7) e dialogo di altissimo livello, in pratica una lezione accademica di antifascismo, esemplarmente convincente, di apprezzata facilità di comprensione. A latere, una considerazione utile a smentire chi per scarsa attitudine all’analisi dei comportamenti cita del fascismo alcune buone opere di architettura firmata da accreditati progettisti con la tessera del fascio e dà merito a Mussolini di aver fatto “anche cose buone”. L’argomento si riverbera sul presente e ancor più sul rischio di reiterazione del fenomeno che nel tragico Ventennio costrinse professionisti, magistrati, giornalisti, scrittori a ‘fingere’ di essere fascisti, unica condizione per proseguire nelle rispettive attività. La presunzione della destra che ci s-governa di sottrarre alla sinistra il primato della cultura avanza spedito nella direzione di occupare tutte le caselle che ne fanno parte con amici, parenti e affiliati di modesta qualità. Chiaro, dovrà ingaggiare i ‘bravi, i competenti’, convertiti per necessità in seguaci del regime. Con giustificato pessimismo della ragione non è difficile prevedere l’epurazione di giganti della cultura come Augias e Scurati, la fine del giornalismo d’indagine, del dissenso, l’apoteosi per soggetti di infimo profilo.
Lotta continua, no, non lo scomparso partito di sinistra, ma quanto connota la protervia di Giorgia “Yo soy mujer, eccetera” in permanente, astioso conflitto con la magistratura. Fratelli d’Italia, in scia con errori, omissioni, promesse elettorali inattuabili, smargiassate, incompetenze,  non sanno come rimediare al flop dell’esportazione di migranti in Albania, che ha approfittato dell’amichevole complicità italo-albanese, dell’entusiastica disponibilità del Paese, vasto quanto il Piemonte, ma molto più povero, convinto a ospitare i profughi in cambio del  lauto foraggiamento in milioni di euro. Alla follia della Meloni risponde l’Europa con il ‘no’ della Corte di Giustizia europea e del tribunale di Catania. Con un colpo di mano da regime, il governo oppone alle sentenze della magistratura un decreto legge e crea il pericoloso precedente della politica che tende a prevaricare il sacro mondo della giustizia. La bizzosa premier rischia la fine della sua credibilità e dopo il default dei 16 ospiti per un giorno dell’Albania, insiste, ordina un nuovo girovagare per mare alla neve militare che imbarca solo dodici migranti da spedire a Shengjin, dove i nostri soldi pagano l’inutile soggiorno in Albania di poliziotti e personale di assistenza ai migranti che non ci sono. È il risultato della bocciatura del tribunale di Catania e prima di quello bolognese che affermano il prevalere della magistratura sulla volontà della politica.
Pomeriggio di contestazione a Cagliari. Brava Sardegna. teatro di una manifestazione di giovani studenti antifascisti e docenti che hanno contestato l’ex generale leghista. Evocativo, carico di significato lo striscione “Vannacci stai attento, ancora fischia il vento”.


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