(Un minuto in più per leggere quel che segue e una ragione c’è)
E ti pareva: Vespa e i suoi cinque minuti serali (come se non bastasse la nausea per il supplizio di ‘Porta a Porta’) sollevano il sipario del teatrino Rai delle marionette per offrire lo spazio del post Tg1 a quelle che in gergo anticorruzione si chiamano ‘marchette’, a minicomizi della destra. E ti pareva? Chi se non Giorgia è la privilegiata comiziante, coccolata protagonista dell’anteprima… ‘Cinque minuti’ del serale salotto di Vespa Bruno, presunto traino per il Tg1 portavoce della maggioranza. Spettacolo nello spettacolo sono la faccia di compiacente-compiaciuto (“ma quanto sono bravo”) di Vespa, e il suo impegno professionale per agevolare il selfie della sorella d’Italia con domande e interlocuzioni espressioni non verbali (“ma quanto sono brava”). Per l’alto rendimento formativo di questo reiterato omaggio a Telemelonia, è da proporre di riprodurlo in decine di copie, come testo di studio da raccomandare ai giovani che frequentano le scuole di giornalismo! Tutta qui la celebrazione del secondo anno di vita dello s-governo di destra? Certo che no. In seconda serata, con il patrocinio della Rai, rete 1, Vespa duplica l’offerta a “Yo soy Giorgia, donna, madre”, eccetera, di usare la Rai come se fosse un canale televisivo personale.
Nello studio elegante di “Porta a Porta” campeggiano due solenni epigrammi: uno dispregiativo della magistratura “Decidiamo noi, non i giudici”, il secondo celebrativo “Meloni, due anni di governo”. Il mezzo sorriso estasiato di Vespa è un vero capolavoro, come la perfezione degli spunti, evidentemente concordati per consentire all’intervistata di compiere il prodigio della destra che ha riparato i guai di chi l’ha preceduta, di trasformare quell’Italia nel paradiso in terra del Bel Paese, ora universalmente stimato, e prossimo alla perfezione in ogni capitolo del percorso da lei mirabilmente tracciato: economia, cultura, lavoro, sanità, eccetera. Una divertente gag alleggerisce la pesante ufficialità del confronto idilliaco. Ricorda la geniale creatività di Vespa al tempo di Berlusconi, l’invenzione di mostrare plastici come supporto di promesse elettorali, di assistere in diretta alla firma del cavaliere sui ‘contratti’ delle cose da fare. Giorgia, per sostenere il presunto finanziamento della Sanità usa la calcolatrice del cellulare, ma sbagliato a far di conto e pentita ha commentato “Ho fatto un casino”. A proposito di conti: la Giorgia che ha inventato l’idea fallimentare di esportare in Albania i centri-carcere dei migranti deve difendersi dall’accusa di aver gettato dalla finestra di Palazzo Chigi ottocento milioni e deve rispondere alla Corte di Giustizia europea che ha bocciato l’improvvida idea.
L’anamnesi, il complesso dei sintomi, la patologia cronicizzata della Rai ridisegnata dalla destra confluiscono nella diagnosi di demenza senile dell’azienda, aggravata dall’effetto collaterale di protocolli terapeutici peggiori della malattia. Steso un velo pietoso sull’appropriazione indebita dell’interno comparto dell’informazione, un’occhiata alla Tv generalista mette in fila scelte editoriali che rischiano di mandare in coma profondo il servizio pubblico e di stendere tappeti rossi all’emittenza privata, a Mediaset prima di ogni altra. Lo raccontano i tasselli del puzzle “Rai kaputt”: male Insegno di ‘Intesa vincente‘, Luca Barbareschi (‘Se mi lasci non vale’, pessima imitazione di ‘Temptation Island’) ottiene il 2% di share. ‘L’altra Italia, affidata a Monteleone: 1%, ’Lo stato delle cose (Giletti, 4%) ‘Questione di Stile (1%, Gregoraci), ‘A casa di Latella’ è visto da quattro gatti. E non si dimette nessun, neppure Corsini, direttore di Viale Mazzini. Per vendicare lo ‘sgarbo’ informativo di Formigli, che a suo tempo lo filmò sul palco di un evento di Fratelli d’Italia, lo insulta con l’aggettivo “infame”.
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