PERICOLO MICROPLASTICHE

Uno dei rischi maggiori dell’inquinamento è quello della dispersione nell’ambiente di plastiche. Basti ricordare che dal degrado della plastica residuano le cosiddette microplastiche, particelle piccolissime capaci di superare la barriera ematoencefalica che protegge il nostro cervello. Questa era un tempo considerata invalicabile e doveva impedire il contatto di neuroni con virus e con ogni tipo di microrganismo patogeno. Ma, oggi sappiamo, che in realtà così invalicabile quella barriera non è. Le microplastiche la attraversano e causano gravi danni che ancora non conosciamo fino in fondo.

Un cervello medio umano pesa intorno ai 1200 grammi, di questo peso oggi dai 60 ai 65 grammi è plastica. Si tratta di minuscoli frammenti di dimensione inferiore ai 5 millimetri. E ciò in tutti. Uomini, donne, giovani, anziani e persino bambini.

Cosa potrà succedere nel tempo? Che tipo di danni avremo nel cervello? Quali nuove terribili malattie dovremo in futuro affrontare? Non lo sappiamo, ma ciò che sappiamo è che queste microplastiche si riveleranno dannose fino al punto da interferire con il sistema endocrino o favorire alterazioni genetiche. Magari non ci trasformeranno in zombi, come fantasticato nella migliore tradizione dei film horror. Ma lo sappiamo! la fantascienza si fonda su scenari inesistenti ma verosimili.

Tutta questa plastica certamente contribuirà a trasformare la specie umana. Noi mangiamo plastica e suoi residui sono stati trovati, in proporzioni inquietanti, nel pesce, nella carne, nella frutta, nella verdura fino al miele, allo zucchero, al sale e alla birra.

“Uno studio diffuso sul sito del National Institutes of Health, condotto dall’università del New Mexico, stima che ingeriamo da 0,1 a 5 grammi ogni settimana sotto forma di invisibili frammenti di plastica, un peso pari a quello di una carta di credito”.

Sono fatti di plastica bavaglini, posate e stoviglie per bambini, e questo fa sì che sono proprio i neonati e i bambini i più esposti alle microplastiche, e lo sono fino a dieci volte in più degli adulti.

Ma quali patologie possono derivare dalle plastiche che si accumulano nel nostro corpo? La ricerca ci indica molte amiloidosi, e poi Alzheimer, Parkinson, Huntington, Sclerosi Laterale Amiotrofica. Insomma, se non siamo di fronte ad una mutazione genetica dell’umanità, manca veramente poco.

Cosa possiamo fare? Innanzitutto, possiamo fermare con più decisione il degrado del pianeta, vietare le plastiche inutili a cominciare da quelle facilmente sostituibili con altri prodotti ecocompatibili, come sono il vetro, la carta, e le altre materie di semplice smaltimento, tra l’altro in genere riutilizzabili più volte. Possiamo evitare di acquistare cibi confezionati in imballaggi di plastica, riducendo il rischio di ingerirla. Ma dovremmo anche fare attenzione al frigorifero, lì possiamo eliminare i contenitori di plastica e le pellicole, eliminando tutto ciò che è “usa e getta”.

Infine, possiamo verificare che i nostri vestiti, tessuti e cosmetici non contengano fibre di materiale plastico. E finalmente eliminare il consumo di acqua in bottiglie di plastica. In un solo litro di quelle bottiglie si trovano circa 5 milioni di microplastiche.

Nei test di laboratorio la microplastica risulta essere la prima causa di danno alle cellule umane, tale da favorire reazioni allergiche e casi di morte cellulare.

Il numero di microplastiche varia da 140 a 270 per chilo nel pesce spada e da 160 a 270 nel tonno. A indicare il livello di inquinamento raggiunto dai nostri mari.

Ma qual è il principale alimento attraverso il quale ingeriamo tutte queste microplastiche? Indubbiamente è l’acqua. Il ciclo dell’acqua potabile non viene risparmiato da questo tipo di inquinamento, sia a causa delle acque reflue che degli scarichi industriali che delle stesse bottiglie di plastica abbandonate nell’ambiente.

Ma queste non entrano solo nella catena alimentare, le persone possono inalarle dall’aria o assorbirle attraverso la pelle. Microplastiche sono state trovate in molti organi umani e persino nella placenta dei neonati.

Il 77% del sangue delle persone testate dai ricercatori dell’Università Vrije di Amsterdam nel 2022 è risultato saturo di microplastiche. La loro ingestione provoca danni a tutti gli organi e apparati, determina disturbi gastrointestinali e del microbiota, gravi problemi riproduttivi, esiti cancerogeni, neurologici e cardio-vascolari.

Altri studi hanno dimostrato che queste particelle si accumulano pericolosamente nei reni, nel fegato e nell’intestino, provocando oltre ad irritazioni e infiammazioni, un forte stress ossidativo, problemi metabolici e danni al sistema neurologico e immunitario.

Una ricerca dell’università del New Mexico ha trovato queste particelle in alcune autopsie eseguite. Lo studio pubblicato a marzo dal New England Journal of Medicine con l’università Vanvitelli le ha trovate nelle placche che causano l’aterosclerosi. “Sono inglobate nelle placche e ne causano l’infiammazione – ha dichiarato il responsabile napoletano della ricerca, il prof. Paolisso – abbiamo esaminato i tessuti di 257 pazienti con aterosclerosi alle carotidi e in circa 150 di questi abbiamo trovato placche inquinate. In questi il rischio di essere colpiti da ictus o infarto è 4,5 volte più alto dei controlli. In epidemiologia questo è un dato enorme. L’infiammazione causata da questi inquinanti è come una sorta di caldaia accesa che causa danni diversi a seconda dei tessuti. Nel cervello è causa prima di demenza e di Alzheimer, negli altri organi è una delle prime cause dell’insorgenza dei tumori”.

 


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