PAURA, TERRORE / LA NOSTRA HIT DEI FILM DI SEMPRE

Giorni fa abbiamo messo in rete un pezzo d’apertura sulla ‘distruttività’ umana, partendo dalle quotidiane vicende di sangue e, soprattutto, dal clima di crescente ‘paura’ e ‘terrore’ secondo noi negli ultimi anni alimentato da pandemie & guerre, oltre che dai cambiamenti climatici di cui ogni giorno si discute.

Diversi lettori ci hanno chieste se potevamo pubblicare qualcosa sui migliori film mai usciti, a nostro parere, sul tema. Cogliamo la palla al balzo per scrivere ‘cose’ che da un po’ ‘covavano’ tra i nostri argomenti preferiti.

Ecco quindi una hit, del tutto ‘nostra’.

Un breve incipit non può mancare.

Un’immagine dal film ‘La cosa’ di John Carpenter. Sopra, una scena da ‘Uccelli’ di Alfred Hitchcock

Guarda caso, pochi giorni fa hanno mandato in onda ‘La Cosa’, il remake di un remake. L’originale, in poche parole, è degli anni ’50, prodotto e praticamente diretto (il regista è un semplice esecutore) da Howard Hawks. Potete immaginare il copione: la ‘cosa’ aliena un certo giorno fa capolino sulla Terra e ne combina di tutti i colori: in un clima di suspence davvero dell’altro mondo. Il remake è nelle mani di un genio nel campo, John Carpenter, che realizza una stupefacente ‘Cosa’ 2. Arriviamo, nel 2011, alla terza ‘Cosa’, partorita da un misconosciuto norvegese. Niente male, per essere il remake del remake, ossia la terza versione.

Vi facciamo notare l’anno di produzione e realizzazione, il fatidico 2011. Quando esce in tutto il mondo uno dei film che fanno la storia non solo del cinema, ma dell’umanità: ‘Contagion’, firmato da Steven Soderberg, che ha come suo logo e simbolo il pipistrello di Wuhan. Una pellicola distopica che anticipa, di 10 anni esatti, fatti e circostanze – in modo incredibilmente identico – di ciò che succede con il Coronavirus e la pandemia. Scientificamente perfetto, perché si basa su documenti & carte fornite dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (teleguidata ormai, proprio da un decennio, dal fondatore di ‘Microsoft’, Bill Gates) e dai ‘CDC’ a stelle e strisce, ossia dai ‘Centers for Deseases Control’americani. Mai film fu così profetico. Come del resto lo era stata la chiaroveggenza griffata Gates al ‘World Economic Forum’ 2010, quado vaticinò: “il prossimo decennio sarà caratterizzato da terribili pandemie e poi da altrettanto devastanti cambiamenti climatici”. Aveva davvero la Palla di Vetro, Super Bill!

Ma veniamo alla top ‘pathos’ in pellicola. Consigli per le visioni, come un tempo Maurizio Costanzo diceva ‘consigli per gli acquisti’.

In testa alla nostra hit piazziamo ‘The Birds’ (‘Gli uccelli’), firmato più di 60 anni fa, nel 1963, del Genio del thriller, Alfred Hitchcock, e ispirato ad un racconto di Dapne du Maurier. Protagonisti una fantastica Tippi Hedren (la ‘Marnie’altrettanto splendida) per la quale il regista perse letteralmente la testa; e un altrettanto fantastico Rod Taylor.

Tutte le tessere del mosaico sono state studiate in modo perfetto per alimentare, fin dalla prima scena, un clima di suspence, di angoscia, di paura, poi di terrore che cresce man mano. Fin dai titoli di testa, quando uno stormo di uccelli neri letteralmente divora le lettere dei titoli stessi. Per passere agli occhiali frantumati delle bambine che uscite da scuola corrono per sfuggire agli stormi di uccelli impazziti. I vetri della cabina da cui Tippi telefona per chiedere aiuto: in frantumi, le schegge che volano. E, nell’ultima scena, i suoi occhi persi nel terrore, tanto da far evocare ad alcuni critici un clima da ‘Giudizio Universale’.

Stanley Kubrick

Quegli corvi neri che occupano il film e invadono le scene finali evocano le pagine di Edgar Allan Poe. I dipinti di Vincent Van Gogh. E i pipistrelli di Wuhan, nonché le immagini di ‘Contagion’. Un modo perfetto, sotto il profilo artistico, emotivo, scientifico per instillare timore, paura, terrore a cadenze sempre crescenti, in un ritmo che ti toglie il fiato.

Ingraniamo la quarta altrimenti ci perdiamo per strada.

Dal genio del regista era già stato partorito, tre anni prima (quindi nel ’60), ‘Psyco’, interpretato da Antony PerkinsNorman Bates, da Janet Leigh e Vera Miles. Il massimo sulle personalità doppie e il massimo della suspence elevata alla sua ennesima potenza. Una pellicola che ti fa passare dalla paura al terrore nel giro di poche sequenze, ti avvolge, di entra dentro fino al midollo. Un must assoluto, insuperabile.

Passiamo all’altro grande della regia di tutti i tempi e al suo ‘Shining’ realizzato esattamente 20 anni dopo, nel 1980. Stiamo parlando di Stanley Kubrick, del quale in questi giorni non pochi avranno ammirato il miglior film anti-guerra mai realizzato, ‘Full Metal Jacket’ con l’immenso Lee Ermey del primo tempo e gli altrettanto grandi Matthew Modinee Vincent D’Onofrio, l’indimenticabile Palladilardo.

Anche con Shining siamo al top dei top, quindi ex aequo con ‘Uccelli’ nella nostra hit.

Come si potrebbe mai dimenticare la performance del protagonista, Jack Nicholson, col suo gigantesco Torrance che troneggia nell’immenso Overlook Hotel immerso in quelle nevi del Colorado? E la strepitosa, terrorizzata Shelly Duvallinseguita e quasi ‘accettata’ dal marito? E il piccolo Dan che corre col suo triciclo per gli interminabili meandri dell’Overlook e parla di ‘luccicanza’ con l’ex direttore nero dell’hotel? Nessuna pellicola mai ha raggiunto quel livello di tensione emotiva, psicologica, totalmente ipnotizzante e poi paralizzante.

Jack Nicholson in ‘Shining’

E pensare che Stephen King, l’autore del romanzo che ha ispirato il film, ha più volte attaccato Kubrick, colpevole a suo dire di aver travisato la sua opera. In questi giorni circola, negli Usa, l’originale, non tagliato, del film: 24 minuti in più che sbrodolano il tutto, fanno perdere la tensione in sciocche e ridondanti digressioni-spiegazioni sulla luccicanza e poi sul futuro di madre e figlioletto post Overlook.

Ed è di appena 5 anni fa, uscito nel 2019, il ‘sequel’ titolato ‘Doctor Sleep’, ossia la vita del figlio Dan tutto droga e poi ‘resurrezione’: una cagata pazzesca, come direbbe ‘Fantozzi’, diretta da Mike Flanagan, interpretata da Ewan McGregor, ma del tutto depistante rispetto al capolavoro di Kubrick. Eppure, l’ineffabile King ha plaudito all’indecente sequel! Tutto detto.

Per chiudere il cerchio con Kubrick, vi ricordiamo una delle più significative pellicole nella storia – a nostro parere – del cinema, ‘2001 Odissea nello spazio’, diretto nel 1968, dove il mistero inizia fin dalle prime scene via Monolite (e il branco di ominidi-scimmie il cui ‘capo’ lancia la clava-astronave in cielo); e poi è un crescendo continuo con le frasi pronunciate e poi smozzicate di HAL, l’intelligenza artificiale già allora oniricamente inventata dal genio di Kubrick. Con il sontuoso finale dove tutto ritorna al ‘feto’, dalla fine all’origine della vita.

Ci resta solo il tempo per rammentare due film che nella nostra hit possono ben figurare alle spalle di quei capolavori.

Il riferimento è a ‘The Others’ del regista cileno-spagnolo Alejandro Amenabar e a ‘Il sacrificio del cervo sacro’ del greco Yorgos Lanthimos.

Nicole Kidman in ‘The others’

Il primo, interpretato da una siderale Nicole Kidman, è in qualche modo ispirato a ‘Il giro di vite’ firmato nel 1898 da Henry James. Un paranormale della memoria di enorme suggestione, il film interpretato dai morti in quella enorme casa senza luce. Un’allegoria della vita che ‘disturba’ e ‘prende’ fino allo spasimo. Come, in altri modi, succede con un’altra pellicola (tema l’eutanasia, sempre più di grande attualità), ‘Mare adentro’, magnificamente interpretata esattamente vent’anni fa, nel 2004, da Javier Bardem.

Il secondo è frutto del talento del regista, a nostro parere, numero 1 a livello internazionale oggi, il greco Lanthimos, che ha firmato nel 2015 il memorabile ‘The Lobster’ e un anno fa, 2023, ‘Povere Creature’.

Ritroviamo sempre Nicole Kidman fra i protagonisti del film, a fianco di un inarrivabile Colin Farrell. Ispirato alla figura di Ifigenia, ‘The killing of a Sacred Deer’ non si può spiegare: è solo da vedere. Perché è una tragedia che, se vi va, dovete solo farvi correre come i brividi lungo la schiena. E, soprattutto, nella mente…


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