Gli vorremmo credere, ma è cosa dura da perseguire. Il signor “intrusioni” nelle segrete cose di una signora banca, qual è Intesa San Paolo, svicola, invoca clemenza perché affetto di una patologia nota come “disturbo di adattamento misto”. Costruisce bene la difesa e rilancia. Giura che non c’è traccia acquisita, scritta, memorizzata, degli accessi ai conti correnti, alle carte di credito di politici, personaggi dello spettacolo e dello sport. Fa sapere che la malattia ha provocato la rimozione dalla memoria delle migliaia di ‘dati sensibili’ ‘rapinati’ alla banca. Non è difficile intuire che il bancario, consigliato ad hoc, per non subire conseguenze più gravi del licenziamento sia ricorso all’alibi utilizzato dai responsabili di ben altri reati che invocano l’infermità mentale, l’incapacità di intendere e di volere.
Una certezza deriva direttamente dall’isterismo che agita personaggi eccellenti della politica esplorati dall’impiegato-talpa (il riferimento alle sorelle d’Italia Giorgia e Arianna non è casuale, ai ministri Santanché, Fitto e Crosetto, al presidente del Senato Ignazio La Russa, governatori Luca Zaia e Michele Emiliano, a D’Alema…che potrebbero infierire su Coviello. Di qui la perizia psicologica che certifica una patologia causata da gravi fonti di stress e che comprometterebbe condotta e umore, provocherebbe depressione e disturbo della condotta.
Precisando che è solo un desiderio (neppure pio) sarebbe interessante conoscere con un sondaggio a quanti italiani fa gola sapere cosa c’è nei conti correnti dei personaggi vivisezionati da Coviello. È facile pronosticare tempi duri per lui, assalito dai media, ma non solo: esercitando il potere e le affinità ‘elettive’ con taluni vertici della ‘sicurezza’ i soggetti esplorati da Coviello farnno tutto per estorcere alla ‘talpa’ quel che sa dei loro segreti bancari e soprattutto per tappargli la bocca con le buone o le cattive. Osservato il “caso” da sponde opposte, si può immaginare che Coviello sarà assediato da inviati di giornali e Tv italiane straniere per carpire quanto sa e ricorda delle incursioni dei data base della Banca. Se lo avessero guidato cattive intenzioni potrebbe aver registrato e custodito quel che ha letto in luogo sicuro al riparo da perquisizioni e potrebbe usare il tutto a proprio vantaggio. Comunque, messa la sordina al ‘caso’ Sangiuliano-Boccia i media hanno con cosa distrarre l’opinione pubblica dai flop del governo Meloni.
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