Scontata tempesta politico-mediatica per quattro semplici, timide frasette pronunciate dalla segretaria del PD, Elli Schlein, sulla politica fiscale. Apriti cielo!
Subito gli sfascisti al governo per gridare contro i comunisti ammazza-popolo e mangia-bambini, un fogliaccio come ‘Libero’ titolare a caratteri di scatola “Neuropatrimoniale Pd”, e via farneticando e dando i numeri di questo passo.
Già un paio di volte, negli anni scorsi, qualche Pd o 5 Stelle ha osato solo sfiorare il tema ed è sempre, regolarmente iniziata la caccia alle streghe, il tiro all’untore.
Leggiamo, allora, le bestemmie targate Schlein, le fatidiche parole che hanno dato fuoco alle braci sempre alimentate dai fascistoidi di casa nostra. Che però, quando vanno al governo, fanno l’esatto contrario. Un esempio per tutti, l’aumento delle famigerate ‘accise’ (in napoletano sta per ‘uccise’, come le tasse che strangolano i cittadini) quando lady Meloni, prima di assurgere al ruolo di premier, aveva sempre straparlato, con la consueta eleganza borgatara, contro ogni aumento di quelle accise. Vero, ‘Giorgia’: donna, italiana, cristiana (al convegno dalla fascista Vox in Spagna prima di sedere sulla poltrona a palazzo Chigi: ‘Yo soy Giorgia, soy muyer, soy italiana, soy cristiana’, mitico).
Osserva, senza alcun piglio bolscevico, la segretaria del sempre moderatissimo PD: “L’attuale governo sta facendo pagare ai soliti: a chi vengono prelevati i soldi in busta paga e ai poveri”.
“Il sistema fiscale italiano è iniquo e complesso. Altri paesi europei hanno sistemi molto più semplici”.
“Il principio deve essere quello della equità orizzontale, che è il contrario di come la Meloni sta affrontando la materia fiscale”.
“Al G20, per iniziativa di Lula (Ignazio Lula da Silva, il presidente del Brasile, ndr), si è discusso di una iniziativa per i miliardari, una tassazione internazionale o europea. Da applicare anche alle grandi multinazionali e agli extraprofitti delle banche”.
E proposito della patrimoniale, “non è un tabù, ma va fatta bene”; e poi “tanto guadagni, tanto paghi”.
Parole incendiarie? Frasi rivoluzionarie da attacco alla Bastiglia?
Non sembra proprio: parole anzi che più moderate non si può, da scolaretta che ha letto qualcosa di economia, nessuna Rosa Luxemburg all’orizzonte. Eppure sono bastare per far andare su tutte le furie fasciti, fascistoidi e sfascisti! Ai confini della realtà.
Sarebbe invece il caso che la ‘sinistra’, se vuol dare un minimo segno di esistere ancora, passasse dai vagiti alle parole e frasi compiute, a concetti forti e chiari: perché i cittadini hanno una dose sufficiente di fosforo per capire il discorso e intuire quali sono i metodi per affrontare di petto – e non timidamente di striscio – la situazione. Prendendo, come si suol dire, il toro per le corna, e non semplicemente facendogli una volta all’anno il solletico.
Cerchiamo di sintetizzare il concetto, che peraltro è di una semplicità disarmante.
Gli unici mezzi autentici per affrontare la crisi dei conti e cominciare a risolvere i nodi storici mai sciolti e sempre più stringenti, sono due: aggredire l’evasione fiscale e fare una patrimoniale.
Della prima se ne parla da decenni e decenni ma non se ne cava mai un ragno dal buco. Sia per la complessità oggettiva della soluzione, visti i mille paraventi provocati dai paradisi fiscali e dai metodi di evasione sempre più scientifici e sofisticati (spesso e volentieri, infatti, si intrecciano con le piste del riciclaggio), sia soprattutto per la totale mancanza di volontà politica, perché i partiti, si sa, o sono collusi oppure comunque non intendono mai stuzzicare i Padroni del Vapore, i big dell’economia & della finanza ai quali mazzette e tangenti corruttive da milioni di euro non creano alcun problema, quanto il valore di una loro maison ai Caraibi.
Ciò detto, pur non dimenticando una vera e non farlocca, finta caccia agli evasori da organizzare con calma da parte di una classe politica non genuflessa, l’unico strumento -invece di cento palliativi che non servono a un cavolo, semplici limatine quando serve l’accetta – è quello della famigerata patrimoniale.
Una bella tassa del 10 per cento almeno (la percentuale può essere studiata con cura) su tutti i profitti aziendali, societari e personali che superino la soglia da 1 milione di euro (anche in questo caso l’ammontare può essere studiato con maggior precisione).
Tutto si basa non su artifizi e alchimie contabili, su 007 per scoprire i misteri fiscali di tizio o caio, ma sui bilanci ufficiali presentati al fisco.
Inutile parlare a vanvera se colpire le grandi aziende tecnologiche, o le banche oppure l’industria del viagra. Basta passare ai raggi x i rendiconti di tutte le società che presentano i lori bilanci, ogni anno, alle Camere di Commercio. Via computer bastano pochi giorni, forse addirittura poche ore per avere una radiografia completa, una mappa della ricchezza ‘ufficiale’ nel Paese.
Prendiamo Big Pharma, il settore farmaceutico che in questi anni di pandemia ha fatto affari con la pala. Volete che non ci siano 10, 20 tot aziende che hanno realizzato, da noi, profitti oltre 1 milione di euro? Bene, basta l’aritmetica e una lavagnetta per fare i calcoli.
Passiamo al settore delle armi. Ad esempio il bilancio di ‘Leonardo’: è ufficiale, pubblico o forse ci sbagliamo, coperto da segreto militare? Anche qui il calcolo è elementare come direbbe Sherlock al fido Watson.
Le banche? Uguale come sopra. Pensate che il colosso Unicredit, il quale vuol mettere le mani addirittura sulla tedesca Commerzbank, non abbia superato la soglia da 1 milione di euro sul fronte degli utili?
Dice: poi le aziende scaricano quella ‘sottrazione’ sugli utenti, su chi compra medicine oppure ha il conto corrente. Basta impedirlo con una leggina e il gioco è fatto.
Fioccheranno come la neve per Natale a Stoccolma i ricorsi ai tribunali, ai Tar, alla Corte Costituzionale ora alle prese con la ‘famigerata’ nomina (ma già vengono tra un paio di mesi a scadenza, fine anno, altri tre consiglieri, vedrete che casino!) e anche nelle più sperdute corti di provincia? Chissenefrega: intanto il governo, se ha un minimo di palle, fa la legge e, soprattutto, il Parlamento fino ad oggi zitto e muto torna a vivere e la vota, vivaddio!
E perché, caso mai, una volta fatta la legge e soprattutto resa subito applicabile, non preparare subito un referendum che la confermi e la renda obbligatoria – la patrimoniale – ad esempio una volta ogni 5 o tot anni, questo può essere deciso con calma?
Con questa massa di liquidità messa insieme, ecco come affrontare alla radice quei problemi vecchi come Matusalemme che ci tiriamo dietro da decenni e stanno diventando tumori non più curabili: la Sanita pubblica ormai in stato comatoso, i Trasporti pubblici da sesto mondo o, se preferite, da Far West, compresi i ‘chiodi’ del ministro Salvini Matteo; la Scuola che ricomincerà a sfornare cervelli e non teste di zucca (anche se Hallowen si avvicina).
Pensate. All’ultimo vertice, gennaio 2024, del ‘World Economic Forum’, che riunisce a Davos Vip & Paperoni della Terra, il miliardario a stelle e strisce, Morris Pearl, a capo del movimento ‘Patriotic Millionaires’ (guarda caso, sono anche dei veri Patrioti!) è arrivato addirittura a lanciare la proposta, “Per favore, tassateci di più”. Una sparata da buoni ‘buona’, certo, una filantropia che va tanto di moda tra i vip, anche, oppure un modo per gettare acqua sul fuoco di una protesta sociale che può esplodere a livello globale da un momento all’altro. Eppure è un gesto ‘minimo’. Come è il minimo del minimo sindacale quello avanzato (mentre il sindacato, al solito, è in perenne letargo) da Schlein.
Perché, lady Giorgia e capo Lega Matteo, invece di sparare cazzate a getto continuo, manganellare chi non la pensa come loro, tartassare gli italiani dicendo che fanno il contrario, non ci pensano su un momento, se qualche residuo di fosforo è ancora presente nelle loro zucche?
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