BOEING & LEONARDO / ATTENTI A QUEI DUE

Il vergognoso copione delle “parti offese” si ripete, più inesorabile che mai.

L’ultima arriva da due colossi dell’aeronautica civile ma soprattutto militare, la star statunitense ‘Boeing’ e la big di casa nostra ‘Leonardo’. Si dichiarano infatti “parti offese” nell’inchiesta condotta dalla Procura di Brindisi e appena arrivata alla conclusione delle indagini sui ‘Boeing 767 Dreamliner’ realizzati con pezzi e componenti che li rendono poco sicuri, quindi oltremodo pericolosi per la sicurezza dei trasporti, del tutto inaffidabili. Non basta, perché quelle produzioni hanno causato anche non pochi danni ambientali.

Un mix esplosivo di affarismo spinto sulla pelle degli utenti, che ora le due star scaricano sulle aziende, le quali hanno lavorato in subappalto per realizzare quelle parti meccaniche non rispondenti ai protocolli d’intesa, come hanno accertato i pm della procura di Brindisi.

Il Boeing 767 Dreamliner

Che però davanti a quei colossi si inchinano (per ora): guai a chiedersi perché non hanno verificato bene l’affidabilità dei subappaltatori; guai a chiedersi perché non hanno minimamente verificato soprattutto l’affidabilità dei prodotti consegnati; guai a ‘controllare’ perché quei velivoli trasportano cittadini e non frigoriferi.

Ma chissenefotte. Sempre, ‘per ora’.

Prima di passare ai dettagli, ancora qualche parola sulla sempre più incredibile story delle   parti civili, le parti offese.

Subito due esempi per farci capire meglio.

Per mettere le mani avanti ed evitare guai peggiori (che invece devono arrivare), Inter e Milan si sono dichiarate parti offese nell’inchiesta sui vertici Ultrà di pretta marca nazi, in combutta con la ‘ndrangheta. Quando è di tutta evidenza (soprattutto sulla sponda nerazzurra) la collusione dei super-delinquenti con la società di calcio, i suoi top manager e perfino con l’allenatore e alcuni calciatori dei quali sono state perfino intercettate conversazioni come tra amici al bar, tutti d’amore e d’accordo. Ma questo, forse, alle toghe poco importa, tanto per non disturbare lorsignori. Per ora…

Anni fa a Napoli sono successi due gialli di cronaca non poi tanti gialli. Uno studente morì per un pezzo di cornicione caduto dalla celebre Galleria Umberto I, vis a vis con il Teatro San Carlo. Mesi dopo una signora perse la vita colpita nella sua auto da un gigantesco ramo staccatosi da un albero secolare lungo la panoramica via Aniello Falcone che porta al Vomero. In entrambi i casi il sindaco arancione Luigi de Magistris e la sua giunta si costituirono parte civile. Quando era palese la totale noncuranza proprio del Comune di Napoli, e quindi dei suoi vertici politici e burocratici, per la malagestione del patrimonio pubblico, come è la Galleria Umberto o sono gli alberi di una rinomata arteria cittadina.

Ai confini della realtà.

Come lo è oggi la parte di viole mammole, di gigli candidi che stanno recitando Boeing e Leonardo. Le quali – tanto per rammentarlo a tutti – negli ultimi due anni e mezzo di conflitto in Ucraina e nell’anno appena inaugurato di genocidio israeliano a Gaza, stanno facendo affari con la pala, vedendo salire alle stelle i loro profitti, proprio come tutto il settore criminale dell’industria delle armi. ‘Incendiato’, poche ore fa, dalle farneticanti parole di Elon Musk alla convention di Donald Trump: “ci vogliono privare del sacrosanto diritti di comprare le armi”, quando anche le pietre sanno che negli Usa puoi acquistare un fucile da guerra anche in tabaccheria!

Ma torniamo a bomba – è proprio il caso di dirlo – per i dettagli sul giallo Boeing -Leonardo in scena a Brindisi.

Vediamo come titola l’Ansa poche ore fa: “Componenti per il Boeing 787 Dreamliner non sicure, ‘a rischio la sicurezza dei voli’ e ‘bassa resistenza statica e allo stress’. Indaga la procura di Brindisi”.

E poi: “Leghe di alluminio difformi da quelle previste nei progetti e titanio puro al posto della lega di titanio richiesta. Tutto questo per risparmiare sull’acquisto delle materie prime, ma creando problemi alla sicurezza nel lungo periodo ai Boeing 787 Dreamliner”.

La Procura di Brindisi

Ancora: nell’inchiesta della procura brindisina sono per ora coinvolte “7 persone e 2 società, ‘Processi Speciali’ e‘Manifacturing Process Specification’ entrambe con sede a Brindisi” che risultano far parte di “un’associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati che vanno dall’attentato alla sicurezza dei trasporti alla frode in commercio fino all’inquinamento ambientale”.

L’inchiesta è partita addirittura tre anni fa, nel 2021, ed ha portato, lungo il suo lungo percorso, al sequestro di ben 6.000 parti ‘anomale’ del velivolo, cioè non conformi a quanto previsto dagli accordi, e che hanno nei fatti reso insicuri, anzi pericolosi i velivoli stessi.

Ecco, testualmente, cosa mettono nero su bianco gli inquirenti brindisini nel loro lo avviso di conclusione delle indagini: sono state prodotte e consegnate, dalle due aziende ai due colossi, “attestandone la conformità alle specifiche di progetto, componenti dell’aeromobile in titanio commercialmente puro, invece che nella pattuita lega di titanio TI6AL, con proprietà di resistenza largamente inferiori che comportano una capacità strutturale insufficiente di tali raccordi durante i carichi associati in condizioni di atterraggio d’emergenza, con pericolo di cedimento di essi e della struttura di supporto del pavimento adiacente, con conseguente pericolo di collasso anche di quest’ultimo”.

Insomma, una vera galleria degli orrori. Di certo realizzata dalle due imprese brindisine specializzate nella componentistica aeronautica, ma senza che i committenti – i quali possono contare su esperti e tecnici di calibro internazionale – se ne accorgessero minimamente o sollevassero qualche dubbio, di evidenza, a quanto pare, solare anche per un medio addetto ai lavori.

Che la vicenda puzzi lontano un miglio – e possa sperabilmente portare a sviluppi ben più clamorosi, tirando direttamente in ballo le responsabilità dei due colossi (non a caso si parla di ‘associazione a delinquere’) – lo attestano le rogatorie internazionali alle quali ha fatto ricorso la procura brindisina per ricevere carte & documenti griffati Boeing

Velivoli prodotti da Leonardo

Due parole, per finire, sul fronte ambientale. Polizia e fiamme gialle hanno accertato una serie di sversamenti di rifiuti pericolosi in ben 35 cisterne, ognuna contenente 1000 litri di liquami tossici, e in una vasta area di territorio fino ad una profondità di tre metri. Quelle sostanze più che border line – secondo i risultati di una perizia ordinata dai pm – derivano dai “processi chimici di trattamento delle superfici e dalla lavorazione meccanica dei metalli” operata dalle due aziende brindisine fino a questo momento coinvolte.

Siamo in attesa di sviluppi. Soprattutto per sapere se, una buona volta, nella rete ci finiscono solo i pesci piccoli (o medio piccoli, se preferite) o anche quelli grossi, gli Squali.

La ‘Voce’ quest’anno ha già messo in rete due pezzi sui dirty business griffati Boeing, sempre giocati sulla pelle dei cittadini e anche su quella di chi ha cercato di denunciare le connection e l’ha pagata molto cara.

E’ infatti del 15 marzo 2024

BOEING / CHI TOCCA I SUOI FILI MUORE

E del 4 maggio 2024

BOEING / INCIDENTI, ‘SUICIDI’ & MISTERI DEL COLOSSO AMERICANO

Ora il tris.


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