Dis-istruzione

Pre Pontida leghista. Salvinisti in erba espongono uno striscione che in riferimento alla proposta di ‘’ius scholae’, ora trasformata in ‘ius Italia’, da Forza Italia insulta Tajani con la surreale, quanto subculturale definizione di ‘scafista’. Perfino il loro capintesta, il carrocciaro della valpadana, nonché ministro ‘dei treni’, è costretto a bacchettare gli   scapestrati ragazzotti e chiede scusa al forzista. Fine del ‘caso’? Ma no, ecco l’alato pensiero di Valditara ministro meloniano dell’Istruzione, rivolto ai baby leghisti: “Nei vostri occhi vedo quelli dei miei figli” (!!!). Poi discetta: “Non vedo la differenza tra questa sinistra e la tradizione comunista e anarchica” (!!!).  Sic dixit et sic ha indotto l’informazione a rinfrescare la memoria dell’opinione pubblica. Il Valditara ha più volte onorato il ruolo di number one dell’istruzione. In un post, che condanna l’eccessiva percentuale di studenti stranieri, scrive: “…se nelle scuole si insegni” che in italiano sarebbe correttamente “…se nelle scuole si insegnasse…”. Lo scrittore Christian Raimo: “Valditara, oltre a esprimere concetti discutibili sembra avere difficoltà nell’uso corretto dell’italiano.  Circa la metà delle volte sbaglia tempi e modi verbali, utilizza un lessico oscuro”.  Antonio Ferrante del Pd, non privo di ironia: “Fate come dico, non fareste, come faccio direi. No anzi, dicessi”. In altra circostanza Valditara si è superato: “Soltanto lavorando per la collettività, umiliandosi – anche evviva l’umiliazione che è un fattore fondamentale nella crescita e nella costruzione della personalità – di fronte ai suoi compagni, lui si prende la responsabilità dei propri atti”.

In tema di ideologia dell’insegnamento il ministro invita i docenti ad “addestrare gli studenti”. Rigore, disciplina e classismo, (il mondo secondo Valditara) sono idee che vanno in direzione opposta rispetto a moltissimi pensatori dell’educazione, da Rodari a Don Milani. Valditara, propone di limitare la presenza di studenti di famiglie di immigrati ma ignora che esiste già il tetto introdotto dal governo Berlusconi e scivola sul razzismo istituzionale, ma dimostra anche di non avere piena conoscenza del ministero che occupa. Chissà se è a conoscenza della scuola di Torpignattara che al momento è frequentata al 50% da bambini ancora senza la cittadinanza italiana e registra un costante incremento delle iscrizioni di studenti nati nel nostro Paese dovuto all’encomiabile lavoro che si svolge dalle sette del mattino alle dieci di sera nel quartiere multiculturale alla semiperiferia della Capitale. Valditara e il ‘sociale, altra sconclusionata esternazione sul reddito di cittadinanza, che propone di riconoscere solo agli ultra diciottenni se hanno concluso l’intero ciclo dell’istruzione. Ministro, please, lo applichi alle famiglie in povertà che non hanno i mezzi per far studiare i figli. Comunque, solidarietà e il suo contrario per Giorgia. In regime di corretta democrazia è costretta a sfrondare il suo esecutivo, per operare un rimpasto strutturale, ma non può farlo, per deficit di alternative. Le conseguenze? L’accentramento familiare del potere, effetto collaterale di una prevedibile, modestia di quel che propone la destra.


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