No, la ‘pacchia’ non è finita

In rispettoso dissenso con la sorella d’Italia osserviamo che la ‘pacchia’ non solo non è finita come minacciò assumendo il ruolo di inquilina di Palazzo Chigi, anzi la ‘pacchia’ è una vera ‘pacchia’ in abbondanza e noi scriba ce ne rallegriamo, perché risparmiamo tempo e fatica nel lavoro di ricerca per l’impostazione di un nuovo articolo, semplicemente estrapolando il meglio-peggio di Giorgia e dei suo fidi followers. Numero uno. Dopo un’estate di strazianti disservizi ferroviari e con lo sfondo di un quarto dell’Italia servito quotidianamente come nel Bangladesh, ieri il disastro di cento treni cancellati per l’ennesimo guasto e di ritardi clamorosi (alta velocità, intercity). In infelice concomitanza, il ministro di settore, al secolo il carrocciaro Salvini, a caccia di un pugno di voti augura buona vita ai nonni con foto e largo sorriso. I social: “Quando ha tempo vada a vedere cosa succede ai treni” e critiche al vetriolo. Lui, assente in impegnativi eventi istituzionali, anziché cospargersi il capo di cenere dichiara con tono minaccioso di aver chiesto nomi, cognomi, indirizzi e codici fiscali di quelli che “non hanno fatto il loro lavoro”.

Numero 2. La prima puntata de ‘Lo Stato delle Cose’ condotto da Massimo Giletti non è andata benissimo come talk, meglio come show. Domanda: ma come gli è saltato in testa di organizzare un ‘a tu per tu’ Pascale-Vannacci?  Com’era prevedibile e molto probabilmente progettato dal conduttore perché ‘fa audience’, è finito in rissa verbale, in scontro velenoso. La Pascale ha definito ossessione l’omofobia dell’ex generale (“riflette un’omosessualità repressa, problemi di prima gioventù irrisolti”) e Vannacci ha risposto addebitandole scorrettezza, invitandola a leggere il suo libro. Ma che bella televisione.

Numero 3. Sostengono i pm della Procura di Firenze che l’ex senatore Marcello Dell’Utri va processato per il trasferimento fraudolento di milioni di euro, per aver violato la legge sulle misure di prevenzione di contrasto e repressione nei confronti della mafia. Secondo gli investigatori l’amico e consigliere di Silvio Berlusconi si sarebbe arricchito con oltre 42 milioni di euro, soldi che sarebbero arrivati direttamente dalle casse del Cavaliere, negli stessi anni in cui Dell’Utri era sotto processo per concorso esterno in associazione mafiosa.

Numero 4. Maria Rosaria Boccia continua a inviare messaggi dal suo profilo Instagram. In un post rivela di rivolgersi direttamente a Sangiuliano e che lo sente ancora telefonicamente. Esempio: “Te l’ho detto ieri pomeriggio al telefono e te lo ripeto questa mattina: sono pronta ad applaudire se smetti di distorcere la realtà per proteggere chi non merita i tuoi valori di lealtà, rispetto e responsabilità. Gradirei non leggere più dichiarazioni inesatte da una persona che stimo e voglio bene.”

Numero 5. Il Vaticano licenzia due dipendenti vaticani per essersi sposati.  Terremoto al di là del Tevere, proteste indignate, ma niente sciopero perché nello stato pontificio non è ammesso. Il sindacato: “Il provvedimento dello Ior è andato oltre ogni diritto umano”. E papa Francesco, come potrà continuare a parlare di sacralità della famiglia?

Numero 6.  Maria Rosaria Boccia inviare ancora messaggi dal suo profilo Instagram. In un post rivela di rivolgersi direttamente a Sangiuliano e che lo sente telefonicamente. Esempio: “Te l’ho detto ieri pomeriggio al telefono e te lo ripeto questa mattina: sono pronta ad applaudire se smetti di distorcere la realtà per proteggere chi non merita i tuoi valori di lealtà, rispetto e responsabilità. Gradirei non leggere più dichiarazioni inesatte da una persona che stimo e voglio bene.” Che dire? Trama perfetta per una fiction da intrattenimento pomeridiano.

Numero 7. Torino, Lollobrigida incontra i bambini nel corso di ‘Terra madre salone del gusto’. Assunto il ruolo di raffinato educatore ha detto ai bimbi che ‘stanno imparando le api’ (sic) e che da loro impareranno a pensare a se stessi pima che agli altri (sic). Commento dell’impertinente Dagospia: “Supercazzola. I mille talenti di Lollo, anche entomologo”.

Numero 8. Daniela Santanché, di là dai guai giudiziari di cui dovrà rispondere alla magistratura dimostra una spiccata sensibilità istituzionale. La ministra del turismo, mentre il Medio Oriente sfiora il rischio di una guerra nucleare e muoiono migliaia di uomini, donne, bambini, ha partecipato alla festa dell’Arabia Saudita: tavole imbandite, di dimensione faraonica, quintali di cibo.

Numero 9. “Per essere sicuri che una donna sia una donna, deve essere mamma”. L’equazione surreale è reiterata più volte al microfono in consiglio comunale di Milano, pronunciata da Deborah Giovanati di Forza Italia. Lo dice a proposito delle donne che potrebbero far parte della commissione per il paesaggio. Domanda: se una donna non ha voluto o ancora peggio non ha potuto essere madre, cosa è? E ancora: secondo la Giovanati non avrebbe diritto ad accedere a qualunque altro posto dove siano previste le quote ‘rosa’ perché non sarebbero in grado di dimostrare la loro condizione di donne? Sul fronte opposto: come riconoscere se gli otto componenti maschi sono davvero maschi? Il sindaco Sala: “Affermazione da medioevo”


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