La libido di uomini e donne non nasce con la rivoluzione sociale della televisione. All’esordio del più potente strumento che nel tempo ha shakerato la destabilizzante mistura informazione-disinformazione, bugie e verità, ha generato figure professionali esenti dal virus dell’esibizionismo finalizzato a conquistare followers, contratti milionari e consacrazione popolare. Tempi che furono. Il poi è di esibizionisti senza limiti. Il poi è il ‘si salvi chi può’ dalla dipendenza televisiva, cosa rara da asceti, di rari esemplari umani che al Grande Fratello, all’Isola dei famosi, all’onda travolgente del gossip, ma anche all’orgia mediatica dei talk show, simili a ring con avversari urlanti, oppongono ore di lettura, ascolto di buona musica e partecipazione alla vita culturale esterna. All’imbarbarimento sociale da subcultura hanno il merito di opporsi poche, encomiabili alternative, marginali, quasi clandestine, invise ai network per il loro modesto contributo all’accaparramento di spot pubblicitari, principale fonte di salute finanziaria delle emittenti. La tesi non richiede ampi approfondimenti. Basta e avanza il contingente, il ‘giorno per giorno’, la cronaca e i suoi ‘casi’ montati con enfasi da tutti i media. Il caso Boccia-Sangiuliano è stato, è un fiume in piena di notizie, immagini, commenti, analisi psico-psichiatriche, test interpretativi, orgia di fatti e fantasie, condanne e assoluzioni, pettegolezzi, rappresentazioni tragico-comiche di una vicenda di corna e illecite intrusioni di un’amante estemporanea nelle segrete cose di un ministero. Roba di scarto, di un mondo balordo da liquidare in un giorno, al massimo in 48 ore. E invece…Appena in sordina, o quasi, la squallida Sangiuliano comedy, va in scena un’altra coinvolgente fiction e sulla locandina dell’annuncio il primo nome degli interpreti femminile, è della protagonista Francesca Pascale. Bella, intelligente, napoletana, cioè creativa. Si concede a Berlusconi (fidanzata, ah, ah, ah), ne fa uso personale per un ingresso in società agevolato da un entusiasta “meno male che Silvio c’è”, gli nasconde di essere felicemente bisessuale e da lui si separa con in tasca l’impegno dell’ex di un vitalizio annuale di veni milioni e annessi. Attiva la pruderie del popolo che si nutre di gossip con il clamoroso amore “senza fine, tu sei l’attimo senza fine…” con Paola Turci, cantante non priva di sensualità, le nozze-evento, la tristezza della separazione. Il redivivo Giletti, girovago conductor televisivo, per far cassa, cioè ascolti ospita, con intenti sadomaso la bella Francesca e il fasciorazzistaomofobo Vannacci. Scintille, di più, veleni incrociati. Pascale: “La verità è che lei, come tutti gli ossessionati dell’omofobia, non fa altro che nascondere qualcosa che reprime fin dalla nascita. Questo è quello che penso io e la maggior parte degli italiani. Lei può arrivare massimo a 500mila voti, perché gli italiani non sono stupidi”. Vannacci: “Io non voglio che si insegni l’ideologia di genere, non voglio che qualcuno si arroghi il diritto della percezione del sesso. Non credo alle quote arcobaleno e non credo che gli omosessuali debbano considerarsi dei privilegiati”. E non è il the end del ‘caso’. L’antitesi Pascale-Vannacci è troppo virulenta perché finisca con questo uno-due di esordio. È in fieri l’ipotesi di Francesca ufficialmente in politica, di Vannacci dento o fuori della Lega. E l’incognita: il prossimo legame sentimentale della bella napoletana sarà per un maschio o una femmina e Vannacci è una meteora in dispersione nello spazio o una stella astro permanente? Per non essere dipendenti da questa paccottaglia, un consiglio di alternativa, la lettura del libro di Scurati “Fascismo e populismo. Mussolini oggi.
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