Fuoco amico-nemico

Ma che difendono le guardie svizzere con le loro medievali alabarde? Fanno paura solo ai bambini condotti dai genitori in piazza San Pietro. Ovvio, sono un simbolo, memoria del passato, del Vaticano in guerra difensiva-offensiva. Ciononostante, il piccolo, ma potente Stato della Chiesa ha segrete stanze blindate, accessibili a pochi eletti porporati, filtri invalicabili di quanto vi accade. Per capire di come sia inaccessibile la fortezza papale, c’è il buio pesto sul caso di Emanuela Orlandi, cittadina vaticana di 15 anni, della sua misteriosa scomparsa nel lontanissimo 1983.  Domanda senza risposta: qual è il peso politico e di influencer dei vertici del clero in conflitto con il Papa innovatore? Per gran parte del mandato Bergoglio ha munito la linea difensiva contro i pervicaci paladini della conservazione e di silenzi omertosi sugli scandali finanziari ed etici. Ora, qualcosa di oscuro, di profondo buio per noi ‘mortali’, deve aver scardinato il sistema di autotutela di Francesco. Si ha sentore che il contrattacco dei ‘nemici interni’ sia responsabile di imprevisti sovvertimenti della sua ‘rivoluzione’. In pochi giorni Bergoglio avalla con inaspettata condivisione lo scandalo di Medjugorje’ costruito sul nulla per organizzare un colossale giro di affari. Al sì, dopo un lungo silenzio-assenso per il  culto della madonna che appare a date fisse a chi si spaccia per ‘veggente’, si associa il “no” a seminaristi omosessuali e da ultimo la ‘disumana’ definizione di omicidio per le donne costrette ad abortire, o comunque che hanno affermato dopo lotte decennali “l’utero è mio e me lo gestisco io”.

Ci si saremmo aspettati un severo anatema papale per i ginecologi che fingendosi obiettori di coscienza hanno rifiutato l’aborto terapeutico negli ospedali e che in molti casi ne hanno praticati negli studi privati. Succede l’opposto. Papa Francesco condanna i medici che praticano ‘aborto’ nel rispetto della legge e li chiama ‘sicari’. Non pago di demolire diritti fondamentali delle donne, Bergoglio nega loro di accedere al sacerdozio e assimila il femminismo a ‘mascolinizzazione!’. Poi sminuisce la gravità del fenomeno abusi sui minori e ricorre alla statistica: “La Chiesa è coinvolta ‘solo’ per il 3 percento”.  Nemmeno una parola su uno dei perché degli abusi di preti e suore privati dal voto di castità dell’attività sessuale ‘normale’. Povero Francesco, condizionato dalla Chiesa di Marcinkus, ora dei cardinali Raymond Leo Burke, Walter Brandmuller, Robert Sarah, Gerhard Ludwig Muller, dei monsignori Carlo Maria Viganò e Joseph Edward Strickland, ma anche inviso ai bigotti, che temono un cattolicesimo in linea con i tempi.


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