LIBANO / MASSACRO QUOTIDIANO. E MAXI IPOCRISIE IN SCENA ALL’ONU…

Sono i giorni dell’odio, del massacro, della distruzione al massimo storico, da decenni e decenni.

Il genocidio perpetrato in modo scientifico contro i palestinesi della Striscia di Gaza e della Cisgiordania, adesso, si sta espandendo in modo sempre più devastante nel Libano. Nel primo caso con il pretesto di colpire i ‘terroristi’ di Hamas, nel secondo quelli Hezbollah.

Due versioni sul tema in stile perfettamente nazista, da Olocausto in piena regola. E tutto il mondo assiste inerme, senza muovere un dito, pronunciando solo parole al vento, ancor più vergognose visti i fiumi di sangue innocente versato.

La strage in Libano. Sopra, Giorgia Meloni con Elon Musk

Proprio nelle ore del più gigantesco massacro dalla guerra finita nel 1990, con un mostruoso totale di quasi 500 morti e 1.600 feriti, si sta celebrando infatti la fiera maxima dell’Ipocrisia, anzi della Collusione e Connivenza più schifose nel Palazzo di Vetro, quell’ONU diventato  spettatore totalmente inutile: si è ormai trasformato in un mostruoso artificio politico che serve solo a depistare la coscienza collettiva, a cloroformizzare le menti che hanno ancora voglia di capire e denunciare l’orrore delle guerre, dei genocidi, dei massacri ormai quotidiani.

Partiamo dalle news, dai fiumi di sangue innocente sparso a Gaza e in Libano ad opera dalla nuova Gestapo guidata dal boia di Tel Aviv, Bibi Netanyahu: atteso con ansia dai Big Friends al super meeting della Nazioni Unite, ma non si sa ancora se riesce a prendere l’ultimo volo perché vuol impartire sempre in prima persone le ultime direttive per la fresca Operazione messa in campo dall’esercito killer IDF, ‘Northern Harrows’ (Frecce del Nord).

E guardiamo qualche dettaglio della mortale manovra condotta dalle truppe guidate dal neo Capo di Stato Maggiore, Herzi Halevi, che così colorisce: “Stiamo preparando la nuova fase dell’operazione”, ossia quella di terra, per un’invasione in stile Baghdad di oltre vent’anni fa messa in campo dai marines che occuparono e devastarono l’Iraq, massacrandone la popolazione.

1.600 gli obiettivi nel mirino dei nazisti di Tel Aviv solo nella valle libanese della Bekaa, già teatro nel passato di morte & massacri, mai così ‘quantitativamente’ devastanti. Obiettivi definiti ‘terroristici’ dall’IDF: e invece popolati da civili, sepolti nel modo più indiscriminato sotto bombe, missili razzi e chi più ne ha più ne metta. Tanto che in 24 ore sono finiti nel conto nero anche una cinquantina di bambini neanche in grado di reggere il peso di un fucile.

Herzi Halevi

Leggiamo le ultime parole pronunciate dal Kapo’ del governo di Tel Aviv, che vuole arrivare allo sterminio totale dei suoi ‘nemici’ a Gaza e in Libano, perché sa perfettamente che se non termina la sua missione di morte – ossia appena il conflitto dovesse mai finire – lui va dritto in galera, non solo per il genocidio in atto, ma per tutte le corruzioni commesse e per le quali era sotto processo prima del 7 ottobre.

Premuroso circa la sorte dei libanesi, la viola mammola Bibi con un groppo in gola lancia un invito alla popolazione: “Non lasciate che Hezbollah metta in pericolo le vostre vite. Andatevene dalle zone degli attacchi”. E aggiunge: “Perché tutti ora sono in pericolo”.

Il premier di Beirut, Najib Mikati, accusa: “Tel Aviv ha la precisa intenzione e volontà di distruggere il Libano”. Non ci vuole una chiromante per capirlo.

Passiamo alla Casa Bianca, dove l’ancora per tre mesi e passa presidente Joe Biden, sempre più rincoglionito e quindi pericoloso, “sta lavorando con i suoi consiglieri per ridurre l’entità dello scontro”, come dettaglia il suo staff.

Najib Mikati

Parole vuote, prive di ogni senso, false, taroccate, simbolo preciso di quegli Stati Uniti che fomentano guerre in tutto il globo – ben 47 i focolai attizzati negli ultimi anni e più che mai ‘attivi’ – senza pagarne fino ad oggi il fio, e invece formalmente paladini di ‘democrazia’ e ‘libertà’. Come certifica, in modo plastico, la volontà sempre più forte di inviare aiuti militari ancor più massicci sia in direzione Kiev che in direzione Tel Aviv. Alla faccia della diplomazia di cui si riempiono tutti la bocca, in pole position proprio il numero uno del Dipartimento di Stato, il falco Antony Blinken.

E la volontà di guerra è documentata anche dal fino ad oggi più ‘tranquillo’ Pentagono, che in queste ultime settimane ha deciso – su ovvio input della Casa Bianca – di inviare altre truppe in Medio Oriente, che vanno ad aggiungersi all’esercito dei 40 mila Usa già schierati in quello scenario di guerra. Come viene documentato in un prezioso reportage del sito di contro-informazione americano ‘The Intercept’, messo in rete il 23 settembre e titolato

Israel Bombed Lebanon Today, Killing Hundreds. The U.S. is sending more bombs

Josep Borell

Dal canto suo, l’Alto rappresentante della Politica estera UE, Josep Borrell, come un disco rotto, ripete le parole già dette e stradette in questi mesi ad ogni raid israeliano di morte: “Basta con gli attacchi contro i civili, siamo sull’orlo del baratro”. A cosa serve una tale, lurida ipocrisia?

E di ancor più vergognosa ipocrisia è tinteggiato il Palazzo di Vetro dell’ONU: il simbolo, oggi, della resa, dell’inganno, della ‘copertura’, dell’insabbiamento. Da mesi, ormai, il suo numero uno, Antonio Guterrez, ha smesso, di ripetere le solite, rituali parole di condanna formale all’indirizzo di Tel Aviv.

Ma poteva fare a meno di organizzare la tragica sceneggiata odierna!

Va infatti in orripilante scena la 3-4 giorni delle autorità maxime del Globo: ben compresa of course la ‘Giorgia’ nazionale che, nonostante la valanga dei problemi da cui è devastato il nostro Belpaese, trova il tempo per un long week end, cheek to cheek con la nuova ‘Fiamma’ (mai termine fu più appropriato) Elon Musk, al quale, dopo il conferimento dell’agognato premio, rivolge in uno svolazzante english parole al miele, honey words: “I thank Elon for his precious genius”.

Mitica: se Trump vince, per lei è assicurata una poltroncina come direttore di Disneyland, al fianco di Minnie e Topolino!

Ma ci sono o ci fanno, i Signori della Guerra, con un mondo sempre più sull’orlo della catastrofe finale? Lorsignori, però, a bordo del Titanic, stappano & brindano.

Ai confini della realtà.

 

Per alcuni dettagli in più sugli ultimi tragici scenari, ecco due pezzi.

Pubblicato da ‘Piccole Note’ (di cui vi consigliamo una carrellata degli ultimi 2-3 giorni), ecco,  Le bombe sul Libano e l’usuale ambiguità americana

Poi, dall’ottimo sito di geopolitica, soprattutto mediorientale, animato da Pepe Escobar, ‘The Cradle’, messo in rete il 23 settembre, ecco il reportage  Haifa and more: while Israel massacres, Hezbollah advances


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