Invention day

Quando un genio ha inventato la trappola per topi, l’intelligenza artificiale era solo nella sfrenata fantasia di Isaac Asimov, fervido narratore di fantascienza.  Il riferimento è per una trovata geniale: il topo è ghiotto di formaggio, basta attirarlo nella tagliola e ne rimane prigioniero. Agli albori del terzo millennio, il potere e chi lo governa plagiano l’invenzione dell’acchiappa topi e da gente del loro tempo, con dotazione sofisticata di persuasori occulti, innescano trappole infallibili per catturare consensi e scellerata indifferenza con lo strumento della distrazione di massa. L’anticipazione, lo ricordano i meno giovani, nacque da un lampo di genio degli esperti di comunicazione della prima repubblica: scandali strillati nelle prime pagine, feroci ‘je accuse’, sdegno per un paio di giorni, non di più e soddisfatta la morbosa curiosità del popolo, eclissi totale della notizia, soppiantata da varianti di immediata presa.

I giorni nostri: la piaga delle povertà esonda da livelli già scandalosamente alti, in tragico contrasto con ricchezze oscenamente stratosferiche. La Terra si muove sul bilico dell’agonia per le letali mutazioni climatiche e i ‘padroni’ del carbone, del petrolio, ne sono complici incoercibili per interessi ciclopici. Sono una cinquantina le guerre accese per finti contrasti geopolitici, generate da sete di potere di despoti, criminali impuniti, di chi lucra con la produzione e il traffico di armi, con il turpe ‘mercato’ delle droghe, con regimi illiberali. E nel Bel Paese non manca la ‘risonanza magnetica’ di patologie parallele: derelitti tenuti in vita solo dal volontariato delle associazioni umanitarie, l’Italia ‘Sottosopra’, come l’ha immaginata Luciano Fabro, esposta a Napoli, in piazza del Plebiscito, partner di un’Europa in pre coma, che di suo vive una tragica stagione politica. La trappola ha permesso ai neofascisti di occupare Palazzo Chigi, con un manipolo di inetti, guidati da un’arrogante sorella d’Italia in contiguità con gruppi eversivi: disastro dell’economia, attentato ai diritti, derive anticostituzionali, orgia di gaffe, grossolani errori di un esecutivo pervaso di sconsiderato amichettismo. In pochi giorni la tragicomica faccenda Sangiuliano, il flop dell’intervista alla Boccia, annunciata da rete 4, per il rifiuto a essere ‘impallinata’ da giornalisti di destra, il benservito della Meloni complottista agli agenti di polizia organici al sistema di sicurezza e l’immediato ingaggio della scorta personale di cui fa parte il marito della segretaria. Grida di allarme quotidiane su presunti pericoli di incolumità personale e del governo. Nella trappola della strategia di distrazione è finita anche così l’Italia, con la complicità dell’informazione, non solo di quella scontata della destra. La strategia oscura le gravi patologie di questa Italia, che sottrare otto miliardi ai   problemi incombenti (sanità, lavoro, povertà, diritti civili), per onorare il pagamento deli interessi passivi, ridimensiona l’autorevolezza del Paese in ambito europeo e consente a “Yo soy Giorgia, donna, madre…eccetera” di non abbinare alle dimissioni di Sangiuliano l’exit dal governo della ministra Santanchè e di colleghi dell’esecutivo da zero in condotta.


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