“Prepariamoci a governare”: una promessa, una minaccia, un escamotage per sviare da intoppi al disegno di ‘campo largo, strategia politica psicologica, tattica inedita di stress offensivo? È forse in atto una salutare rivoluzione politica e non ce ne siamo accorti? Elly Schlein è giudice unico di queste ardite ipotesi. È lei, che alle prese con litigiosi e per ora teorici partners, accende il motore della creatività al servizio di un antagonismo dell’opposizione in stand by per spaventare il melonismo, di suo titubante, galvanizzare e amalgamare il Pd, ammonire le meteore satelliti di Conte e Renzi perché escano dal buio del tunnel che percorrono l’uno contro l’altro armati. Ma l’Elly strategia coincide con il pensiero unico della sinistra?
Il lavorio a tutto campo della segretaria, è osservato con palesi e occulte perplessità da gangli del Pd che a suo tempo hanno accettato con riserva la ‘pasionaria’ Schlein. La segretaria deve vedersela con il fuoco amico-nemico della moderazione centrista interna, ma ancor più con la guerriglia senza esclusione di colpi tra Conte e Renzi, pretendenti al ruolo di leader del centro di gravità che potrebbe coagularsi attorno a Forza Italia di Tajani, eterodiretto dai rampolli di Berlusconi. Un’occhiata intrigante in casa 5 Stelle, Azione, Italia Viva, per ora suggerisce di collocare il “Prepariamoci a governare” della Schlein nel capitolo dell’utopia battagliera, del ‘pio desiderio’. È in piena sofferenza il movimento pentastellato: intenzioni di voto dimezzate del 50%, identità sfumata quasi totalmente, malumori da rischio scissione, lotta di potere Grillo-Conte, incompatibilità politico-caratteriale del leader 5Stelle con l’ondivago Renzi, competitor nella caccia agli italiani né carne, né pesce.
In casa Pd prosegue lo stillicidio dei veti incrociati, il più recente esternato alla festa dell’Unità dal ‘pensionato’ Bersani che boccia con uno zero in condotta sulla pagella della Schlein il suo “Ma sì, anche Renzi nel campo largo, tutto fa brodo per mandare a casa la destra”. Conte, sostenuto e contestato dal grillismo, ci sta e non ci sta a patti elettorali allargati ma soprattutto deve dipanare l’imbrogliata matassa del conflitto con il comico genovese, che pontifica sulla continuità di valori fondanti del Movimento, come lo stop al ‘terzo mandato’, ma pretende e ottiene il ‘vitalizio’ di 300mila euro all’anno per ‘attività di supporto nella comunicazione”. Chissà che ne pensano grillini di sinistra come Roberto Fico. E Renzi: è solo furbo opportunismo il ritorno da figliol prodigo nel centrosinistra? Ecco, quel “Prepariamoci” della Schlein può incoraggiare il variegato popolo degli antagonisti della destra a mettere da parte la litigiosità. Per ora è niente di più di un efficace slogan.
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