Protagonismo televisivo del water

Pienone nella sale d’attesa del fondatore e patron di ‘Poltrone e sofà…divani di qualità’, dei vertici di Amplifon, Tim, e consimili. Star della Tv, del cinema, sperano in un contratto da testimonial per aggiungere ‘oro’ alle casse da Paperoni di vip a dimensione mondiale: George Clooney, Giulia Roberts, Brad Pitt… A scala ridotta è caccia agli spot di nostri attori, attrici, conduttori, comici. I compensi: da 300 a 2000 euro per i giornalisti e fino a 3000 euro per tizi come Vittorio Sgarbi. Pr alcuni attori e personaggi dello spettacolo speciali i compensi oscillano tra i 2000 e i 20mila, ad esempio per donzelle molto ‘attraenti’ come Belen Rodriquez nel periodo di massimo splendore. Ma cosa costa fare pubblicità televisiva?  La promozione ‘addressable’ (Antonella Clerici la chiama per vezzo ‘reclame’) è mirata, sceglie dove e quando mandare in onda gli spot, le fasce orarie, i bersagli umani. Esempio: si propagandano gli antiinfluenzali alle soglie dell’inverno, le aziende di orientamento turistico in vista dell’estate.  Giganti del modo imprenditoriale stipulano contratti annuali, quinquennali.

Per il ‘tormentone’ di ‘Poltrone e sofà. che inaugura un negozio al giorno in tutta Italia e sta per operare un’incursione nel Regno Unito, la mega azienda emiliana sborsa 50 milioni di euro all’anno. Fare pubblicità in tv richiede un budget minimo di 100.000 euro per due settimane di messa in onda. Per una ‘campagna’ in Rai  l’investimento è più caro del doppio, meno oneroso su La7 . Costi minimi di uno spot in tv: una singola pubblicità in onda su Mediaset 2023, in “prime time”, costa da 15.000 euro a 20.000 euro, oltre i costi di produzione. Il pacchetto più oneroso è All21, fornito da Mediaset.. Propone la messa in onda simultanea di uno spot su tutti i suoi canali al costo di 170.000 euro. Uno spot nel prime time di Rai1 costa fino a 83.000 euro, mentre pubblicità Sky cinema 2023 offre spazi nella fascia oraria più attiva (19-24), per ‘soli’ 13.000 euro. Esiste un accordo segreto tra network per interrompere qualunque programma nello stesso istante ed evitare che l’utente Rai, Mediaset e di altre emittenti cambino canale nella speranza di sottrarsi alla pubblicità. Giganti del mondo imprenditoriale stipulano contratti annuali, quinquennali. Impegnano spese analoghe, se non più alte, giganti come Eni, Fiat, Tim, Enel. E rubano spazio ai programmi le pubblicità selfie di Rai, Mediaset, Sky…

Pubblicità oscena, da vietare ai minori di novantanni, propaganda  assorbenti e carta igienica e dotazione fotografica popone uomini, donne, bambini seduti ‘felicemente’ sul gabinetto. Una, ‘blasfema’, è sovrastata dallo slogan “viva la vulva”. Nessuna censura.


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