IL COMPLOTTO

Questa volta l’immanente complotto non riguarda la presidente del consiglio … ma l’altra Meloni, la sorella responsabile della organizzazione di Fratelli d’Italia, come nella migliore tradizione familista di quel partito. Da quando è capo del governo Giorgia Meloni continua a denunciare oscuri complotti orditi dalle opposizioni per far cadere il suo sempre più instabile governo. Come se fosse strano che quelli dell’opposizione cerchino di farli cadere. Perenne è la lamentazione contro “quelli di sinistra”, responsabili a suo dire di tutte le colpe possibili e di tutti gli errori passati, presenti e … futuri. Loro no! Non si assumono alcuna responsabilità né per le politiche disastrose in ambito economico (inefficaci), né per le scelte sui diritti civili (sbagliate), né per i rapporti con l’Europa (fallimentari), vissuta ancora come nemica o alleata di “quelli del PD”. È ormai una vera ossessione. Non crediamo che si tratti solo di un tentativo di giustificare i propri errori o di coprire, con diversivi da offrire in pasto all’opinione pubblica, la loro evidente incapacità di governare un grande paese occidentale. Soprattutto se si scelgono come alleati privilegiati Salvini o, peggio, il suo generale (Vannacci).

E allora si grida al complotto dimenticando che ora i poteri forti sono loro, che hanno occupato tutti i gangli dell’informazione, della security, delle burocrazie ministeriali.

E poi si sfiora veramente il ridicolo quando si afferma che qualcuno vuole colpire la premier aggredendo suoi familiari, dimenticando che questi familiari sono gli stessi che occupano i posti di maggior rilievo nel governo, nel partito, nelle agenzie statali e ministeriali. Basterebbe sparare nel mucchio per essere sicuri di colpire un qualche parente più o meno stretto.

E così è probabilmente accaduto nel caso di Arianna Meloni. Il governo è da anni impegnato a combattere complotti e piani oscuri per difendersi da nemici immaginari. E pensare che, nessun governo, prima di questo ha potuto godere di tanta compiacenza da parte di un’opposizione incapace di mettere insieme gli alleati che dovrebbero comporla.

Un complotto all’anno … leva l’opposizione di torno. E poco importa se è vero o presunto. Quello che, secondo la tesi della premier, e di gran parte del suo partito, sarebbe stato ordito contro l’altra Meloni, Arianna, è solo l’ultimo di una lunga serie. “Con Arianna uno schema già visto contro Berlusconi – ha dichiarato la premier – sono sotterfugi per provare a sconfiggere chi vince democraticamente”.

Parole della premier all’Ansa, riprendendo la fantasiosa tesi del direttore di un giornale amico, Sallusti, secondo il quale da qualche parte (non si sa dove e lo stesso si guarda bene dal dirlo), ci sarebbe un complotto in atto da parte di “certa” stampa e di componenti della magistratura per colpire la sorella e indagarla per traffico di influenze illecite per presunti interventi su alcune nomine. Nulla di strano in quanto dirigente organizzativo del maggior partito di governo, alla Rai ai vertici di Trenitalia ed ovunque era possibile praticare uno spoils system senza precedenti.

Ma il reato non risulta essere stato contestato ad Arianna Meloni. C’è da dire che quella del complotto è un antico refrain che si ripete ad ogni occasione e che ormai riscuote poca credibilità persino tra gli elettori. Quest’ultimo sarebbe l’ennesimo complotto perpetrato ai danni di un governo al potere ormai da anni. In oltre due anni di legislatura, diversi esponenti del governo hanno fatto allusione a “scenari oscuri” orditi da poteri esterni per mandarli a casa.

“So che ci sono nemici disposti a fare qualunque cosa pur di buttarmi giù – ha dichiarato la premier a Bruno Vespa – ma non mi spaventano. Io non sono ricattabile”.

L’ansia da complotto da parte di fantomatici poteri forti ha ancora una volta ossessionato la premier. Proprio come era accaduto a settembre quando lo spread era repentinamente schizzato in alto. Allora seguì una dichiarazione che probabilmente ha svelato le sue più profonde paure, quando fece riferimento alla crisi del governo Berlusconi del 2011 e al governo che seguì. “La sinistra continui pure a fare la lista dei ministri dell’esecutivo tecnico – dichiarò in un raptus di sgomento – noi intanto governiamo … si tratta solo della speranza dei soliti noti. E questo mi fa sorridere”. È evidente che il passare dai poteri forti ai soliti noti il passo è breve.

Se la premier ha lanciato più volte accuse di possibili complotti, il suo entourage non scherza. Come dimenticare il caso Delmastro, con la divulgazione di documenti riservati su Cospito, allora imprecisate fonti di Palazzo Chigi fecero trapelare nel corso di un Consiglio dei ministri “… è lecito domandarsi se una fascia della magistratura abbia scelto di svolgere un ruolo attivo di opposizione”.Si aprì in quell’occasione l’ennesimo conflitto con la magistratura, contro la quale si scagliò violentemente il ministro della Difesa Crosetto con un’intervista al Corriere con le seguenti considerazioni “… l’unico grande pericolo è quello di chi si sente fazione antagonista da sempre e che ha sempre affossato i governi di centrodestra: l’opposizione giudiziaria”. Alla cronista esterrefatta che gli chiedeva a cosa intendesse alludere aggiunse “… a me raccontano di riunioni di una nota corrente della magistratura in cui si è parlato di come fermare la deriva antidemocratica a cui ci sta portando la Meloni”. Il titolare della Difesa alludeva a possibili inchieste che sarebbero iniziate da lì a poco in vista del voto per l’Europarlamento. Ma, ancora una volta il timore non ebbe riscontro. Chiamato in Parlamento, Crosetto confermò l’esistenza di corposi dossieraggi nei suoi confronti.

Giustizia, Europa, parentele, nomine, e tanto altro. Matteo Salvini ha intravisto complottismo persino nel boom dei migranti del 2023. Questo incremento sarebbe stato orchestrato da ONG “pagate dalla Germania” ed era da considerarsi “un atto di guerra ordito da una regia esterna”.

Che siano magistrati, Paesi esteri, UE o opposizione parlamentare, la sindrome dell’accerchiamento è sempre pronta per essere servita.

“Qualcuno sta indagando sull’ipotesi che Arianna Meloni abbia commesso dei reati attinenti al traffico di influenze sulle recenti nomine. Questo mi risulta con certezza. Quello che ho scritto corrisponde a verità. Ci sono indizi convergenti provenienti da una fonte autorevole”. È il direttore del Giornale Sallusti a confermare in TV con queste parole il contenuto di un suo articolo sulla volontà di mettere sotto accusa Arianna Meloni. Il suo articolo era una replica a un’intervista a tutta pagina di Repubblica al presidente della ANM Santalucia. Alla domanda se ritenesse verosimile quanto scritto dal direttore de “Il Giornale”, il presidente dell’ANM aveva risposto “No, assolutamente. Si aggiungono fantasie a fantasie e mere congetture a illazioni malevole e nocive. Lo stesso Sallusti afferma di non avere notizie. E io provo disagio a dover intervenire sui contenuti di un articolo che, per sua stessa ammissione, non si poggia su fatti concreti”.

Naturalmente tutto ciò, come consuetudine, senza mai svelare né fonti né contenuti di queste informazioni riservate.

 


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