“E se ci occupassimo di economia?”

Sangiuliano, ministro gaffeur della Cultura, prolifico scrittore, si era impegnato a divertire i suoi lettori. Lo aveva promesso annunciando la pubblicazione del suo libro “Le gaffe degli altri”, ma il massino divertimento lo ha provocato proprio lui, con le ‘comiche’ sortite “Dante era di destra”, il trasloco della mitica “Times Square” di New York a Londra e l’esilarante “Celebriamo i due secoli e mezzo di Napoli” (la città festeggia in realtà i 2.500 anni di età, non 250), considerato che nel profilo on line è ben chiara la sua napoletanità, mentre per somma discrezione istituzionale, sono omessi i dati su altezza e il peso: sul passaporto avrà scrittto “Non me lo ricordo?”. Gli scugnizzi, suoi concittadini, visionato l’album dei selfie accanto a Maria Rosaria Boccia, lo intitolerebbero “site l’articolo iL”. Ma sono scugnizzi. Niente di serio. Solidarietà per il ministro delle gaffe e anche più convinta per chi lo ha ingaggiato nell’esecutivo.

L’impertinente Boccia, ombra e mentore di Sangiuliano (al seguito in plurime circostanze pubbliche, istituzionali) a colpi di post sui social smonta la difesa d’ufficio della Meloni, che giura di fidarsi delle smentite del ministro e ignora il ‘caso’ di un rapporto continuativo con chi ora l’accusa con tanto di prove. Il post diretto alla premier dalla Boccia, in margine alla documentazione di una mail ricevuta dal ministero sui contenuti ‘sensibili del G7”, include un’immagine di Pinocchio, naso da bugiardo. No, miss Boccia, questo nonl sembra uno ‘sgarbo istituzionale?’. Non è ancora definitivo l’accertamento di chi ha mentito. Nel frattempo una riflessione: che strano, a nessun giornalista è venuto in mente di intervistare la signora Sangiuliano, al secolo la giornalista Rai Federica Corsini. E quasi è passato sotto silenzio il riconoscimento del sindaco di Pompei (hai lui, di centrosinistra) al ministro della cultura. Gli ha consegnato la chiave della città, in oro massiccio, valore 14mila euro. Calmi, non c’è prova che la generosa gratificazione sia stata ‘caldeggiata’ dalla Boccia, cittadina pompeiana nel pieno del suo presenzialismo accanto a Sangiuliano. Ora, per favore: se il ministro ha commesso abusi, che vada a casa. Se è solo un gaffeur, non c’è che da aspettare la prossima. Ma è così insolente chiedere a Sangiuliano che dica la sua in Parlamento?  Comunque, stop al serial che da giorni, da mane a sera, monopolizza l’attenzione pro/contro il rappresentante del governo a cui è affidato il delicato, fondamentale caposaldo italiano della cultura. L’Italia ha bisogno di ben altro.


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