Predicano bene ma razzolano molto male, anzi in modo che peggiore non si può, i vertici UE, dalla Presidente del Parlamento, la maltese Roberta Metsola, alla numero uno della strategica Commissione UE, la tedesca Ursula von der Leyen, entrambe fresche di riconferma per il mandato bis.
Ci riferiamo, soprattutto, ai delicati temi della ‘corruzione’ e dei ‘conflitti d’interesse’. Soprattutto perché è stato appena reso noto il contenuto di un rapporto elaborato dal ‘Consiglio d’Europa’ e dedicato proprio alle due questione certo non da poco.
Scorriamone rapidamente alcuni passaggi, che ‘fustigano’ proprio i comportamenti italiani.
REPORT UE SU CORRUZIONI & CONFLITTI
Ecco il drastico incipit: “In Italia servono misure ben decise contro corruzione e conflitti d’interesse dei titolari di cariche pubbliche”. Non lascia scampo ad alcun dubbio, il dossier.
E poi: “L’Italia deve migliorare l’efficienza del suo sistema per promuovere l’integrità e prevenire la corruzione nel governo e nelle autorità di contrasto”. Due belle legnate.
“Servono misure determinate per prevenire la corruzione delle persone con funzioni esecutive di alto livello, tra cui il Presidente del Consiglio dei ministri, i ministri, i sottosegretari, i commissari straordinari e speciali”. Ossia tutti i big della politica e super burocrati al Potere. Ottimo e abbondante.
Al nostro esecutivo viene impartita una raffica di raccomandazioni, come neanche al più discolo degli scolari: ben 19, da primato.
Si invita, con mano pesante, a tenere gli occhi ben aperti su assegnazione di incarichi, benefit, cadeau, inviti, contatti con i lobbysti e attente verifiche sul post-incarico pubblico. Il minimo sindacale, ci pare.
Viene ancora notato nel rapporto: “In Italia esiste un sistema complicato da gestire e ciò risulta particolarmente evidente nella regolamentazione dei conflitti d’interesse e della divulgazione finanziaria, dove si applicano norme diverse che però non coprono adeguatamente tutte le persone con funzioni esecutive di alto livello”.
Ascoltata la lezioncina, più che doverosa perché corruzioni e conflitti d’interesse sono all’ordine del giorno nella politica e nell’amministrazione pubblica di casa nostra, vediamo però da che pulpito arriva la predica.
E cosa combinano proprio i due inflessibili vertici UE, Metsola e von der Leyen.
UN COGNATINO DA 20 MILA EURO MESE
Partiamo da una nomina fresca fresca decisa dalla prima.
L’impeccabile Lady Metsola, appena riconfermata nel suo mandato, ha infatti immediatamente provveduto a nominare il cognato, tale Mattew Tabone, a capo del suo Gabinetto di Presidenza del Parlamento UE, al posto di Leticia Zuleta De Reales Ansaldo, passata a dirigere la Relazioni con i Parlamenti nazionali dei parlamentari UE.
Non disprezzabile l’appannaggio mensile del cognatino ‘eccellente’, tra i 17.727 e il 19.491 euro, più bonus. Il che significa sfondare il tetto dei 20 mila euro.
Tutto perfettamente ‘legale’: perché il rigoroso regolamento del Parlamento UE vieta espressamente agli eurodeputati di contrattualizzare i parenti diretti, ma tale non è da considerarsi il fortunato Tabone, che ha solo sposato la sorellina, Metsola 2, e quindi non è un consanguineo.
Capito?
Niente nepotismo né familismo, dunque. Tutto liscio come l’olio per l’integerrimo consesso di Strasburgo.
Chi la dura la vince, come si suol dire.
Perché già quasi due anni fa, a fine 2022, la Presidente aveva tentato il ‘colpo’, nominando il cognato prediletto per lo stesso incarico. Solo che all’ultimo istante tutto saltò per lo scoppio del ‘Quatargate’, il maxi scandalo poi finito in una bolla di sapone: e comunque indusse lady Metsola a non esporsi sotto i riflettori delle più che possibili accuse.
Quella nomina era giunta talmente vicina al traguardo che ‘il Foglio’ titolò il 30 dicembre 2022: “Per ripulire l’immagine della Ue dopo il Qatargate, Metsola sceglie suo cognato come capogabinetto”.
MAXI CORRUZIONI SULLE PELLE DEI CITTADINI
Ma veniamo agli episodi di corruzione cento volte più gravi che vedono come indiscussa protagonista Lady von der Leyen, denunciati dalla ‘Voce’ in decine di articoli e inchieste. Ecco l’ultima, all’indomani del bis europeo, del 19 luglio 2024 e titolata
URSULA VON DER LEYEN / E’ CORROTTA. PERCIO’ LE SPETTA IL BIS AL VERTICE UE
Molto rapidamente i fatti.
Che ruotano soprattutto intorno ai tre faraonici contratti sottoscritti con il Ceo di ‘Pfizer’, Albert Bourla, per l’acquisto del suo vaccino anti Covid, il ‘Comirnaty’. Soprattutto il terzo è ‘molto particolare’: perché il più pingue (31 miliardi di euro, gli altri due insieme raggiungono la cifra di 40 miliardi); e perchè è stato ‘stipulato’ in modo alquanto inusuale, via sms (quando anche per noleggiare un motorino bisogna firmare almeno un pezzo di carta), un messaggino vocale poi addirittura sparito, volatilizzato. Lo avrebbero almeno voluto vedere i membri della ‘Commissione parlamentare UE sul Covid’, davanti alla quale non si sono presentati (benchè convocati 2 volte) né Bourla né tantomeno von der Leyen! Abbiamo dimenticato di aggiungere che il terzo ‘accordo’ non è passato neanche al vaglio della Commissione speciale UE che deve dare il suo ok alla stipula di tutti i contratti al di sopra di un certo importo: e 31 miliardi non sono proprio noccioline…
Un’altra doverosa notazione. I contratti stipulati, almeno i primi due, sono stato giudicati non in linea con le norme di legalità e trasparenza dalla Corte di Giustizia UE, che li ha censurati. Sono stati praticamente ‘secretati’ adducendo motivi di riservatezza scientifica e salvaguardia dei brevetti. Contenevano, tra l’altro, nome capestro a carico della UE e a tutto favore dell’azienda produttrice, addirittura clausole di ‘non rivalsa’ per gli eventuali effetti collaterali. Una follia: soprattutto alla luce di quanto è successo nei mesi e anni seguenti, sta succedendo e succederà ancora, perché gli effetti collaterali – gravi, invalidanti e spesso letali – si verificano anche a medio e lungo termine. Quei vaccini ‘sperimentali’ (e i cittadini a far da cavie, perché i ‘trials’ dovevano terminare il 31 dicembre 2023) erano inefficaci (altro che lo sbandierato 93-94 per cento, massimo il 20 per cento) e, soprattutto, totalmente insicuri.
Ursula von der Leyen, quindi, dovrà rispondere dei reati di corruzione e di strage. Perché ha lucrato sulla pelle e sulla salute di tutti i cittadini europei.
Per giudicarla sarebbe necessaria – ammesso che funzionasse e servisse a qualcosa – la ‘Corte Penale Internazionale’ dell’Aja.
Ma accontentiamoci, per ora, del Tribunale penale di Liegi, davanti al quale dovrà comparire il 17 settembre insieme al suo compare di merende, il veterinario greco Albert Bourla. Il quale, fra l’altro, è un ottimo amico del maritino di Ursula, Heiko von der Leyen. Quest’ultimo, infatti, è al vertice di una società statunitense impegnata nel campo delle biotecnologie, ‘Orogenesis’.E sapete qual è il partner scientifico e commerciale numero uno di Orogenesis? Pfizer, guarda caso. Quanto è piccolo il mondo. Ma così popolato dai conflitti d’interesse! Tanto per tornare a bomba e alla fresca relazione su ‘Corruzioni & Conflitti’ griffata proprio ‘Consiglio d’Europa’…
GENNY, ‘O MINISTRO RUBACUORI
Ma per tirarci un po’ su di morale torniamo a casa nostra. E consoliamoci con un po’ di sano gossip politico.
E chi poteva mai dar fuoco alle polveri ferragostane? Ovviamente l’immancabile ‘Dagospia’ che giorni fa ha aperto con una foto sotto il classico ombrellone e tre ‘bagnanti’. Uno è l’inconfondibile ministro della SUB-CULTURA, come lo abbiamo altre volte definito, fin dal primo reportage che gli abbiamo dedicato appena fresco di nomina, al secolo Gennaro (Genny) Sangiuliano; le altre due persone sono due ‘lady’, una dal volto ‘velato’, l’altra più riconoscibile, almeno per gli addetti ai lavori in tema para-politico.
Il nome è presto saltato fuori per il piccolo temporale che ne è scaturito (su La7 ‘In Onda’ giovedì sera ha dedicato una ventina di minuti buoni e forse qualcosina in più). Si tratta di un pompeiana doc (forse scovata durante le frequenti incursioni ministeriali agli Scavi, incredibilmente confusi con il Colosseo, in una delle boutade a getto continuo sfornate dal sempre più eruttivo Genny), la quarantunenne Maria Rosaria Boccia.
Preferiamo affidarci, a questo punto, all’asettica e documentata nota dell’ANSA, visto che veniamo accusati di aver troppe volte ‘tirato in ballo’ ‘O Ministro 2 (il numero 1, storico, e sempre partenopeo, resta sempre Paolo Cirino Pomicino).
Ecco il dispaccio del 29 agosto: “‘Grazie a Gennaro Sangiuliano per la nomina a Consigliere del Ministro per i Grandi Eventi’. E’ partito da questo post su Instagram di un paio di giorni fa la querelle sul ruolo di Maria Rosaria Boccia, presidente del ‘Fashion Week Milano Mode’, che ha comunicato sui social il nuovo incarico, ricevendo però una secca smentita dal dicastero. Per questo ora l’opposizione vuole vederci chiaro e capire come stiano le cose”.
Così continua la nota: “Boccia non nasconde sui social la sua conoscenza con il ministro Sangiuliano, oltre che con altri esponenti del centrodestra. Pubblica diverse foto con l’ex direttore del TG2 a Rimini, alla Pinacoteca di Brera, a Pompei, a Sanremo, ma anche alla Camera dei Deputati. In altre immagini appare col ministro Francesco Lollobrigida e altri parlamentari di Fratelli d’Italia. E’ stata, fra l’altro, Presidente del Comitato Tecnico Scientifico dell’Intergruppo parlamentare ‘La Cultura della Bellezza: Medicina Estetica, Formazione, Ricerca e Benessere’”.
Ancora, prosegue la nota dell’Agenzia: “Dopo la polemica Boccia si sfoga su Istagram: ‘Sono giorni che ricevo messaggi e telefonate inopportune. Tra me e il ministro continuano ad esserci ottimi rapporti. Ad oggi il Decreto di nomina a Consigliere del Ministro per i ‘Grandi Eventi’ (a titolo gratuito) è stata firmata dal Ministro, perché è un incarico fiduciario: può decidere in qualsiasi momento di revocarla, e ciò non penso debba interessare nessuno se non i diretti interessati”.
Così Ansa conclude: “Dal Dicastero – si legge su Dagospia e su Repubblica.it – si precisa che Boccia non è mai stata nominata Consigliere del Ministro per i Grandi Eventi. La capogruppo del Pd nella Commissione Cultura della Camera, Irene Manzi, e il responsabile del Pd per il Sud, Marco Sarracino, hanno presentato due interrogazioni per sapere se ‘la notizia della nomina riportata dagli organi di stampa sia stata formalizzata e se si è davanti ad una gestione opaca degli incarichi pubblici del Ministero che rischiano di danneggiare l’immagine del Paese”.
Storie di nepotismi e ‘amichettismi’?
Oppure da lettino dello psicoanalista, caso mai a doppia piazza?
Ecco il link del ‘benvenuto’ a ‘O Ministro 2 del 22 ottobre 2022
GENNY SANGIULIANO / QUANDO LA SUB-CULTURA VA AL POTERE
P.S. Come al solito, per trovare articoli e inchieste messe in rete dalla Voce sui personaggi sopra citati, basta andare alla casella CERCA per ritrovarne a iosa. Digitando, ad esempio, URSULA VON DER LEYEN oppure ALBERT BOURLA o HEIKO VON DER LEYEN; o, ancora, GENNARO SANGIULIANO.
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